L’8 marzo è appena passato, ma il percorso verso le pari opportunità è ancora una strada lunga e in salita. A determinare la complessità di questo cammino è la divergenza che si sta delineando sul tema nelle valutazioni tra uomini e donne. Da un lato, il mondo maschile dà quasi per acquisita la parità di genere e mostra segnali di insofferenza sul tema; dall’altro lato, l’universo femminile non solo è ben conscio della distanza che ancora separa i due sessi sia sul fronte delle opportunità, sia su quello dei diritti, ma denuncia un inasprimento delle tensioni relazionali e la crescita delle forme di violenza.

Lo studio

I dati dell’osservatorio Fragilitalia del centro studi Legacoop e Ipsos sono eloquenti. La valutazione complessiva del livello di pari opportunità è per l’universo femminile decisamente ancora insufficiente (63 per cento). Per gli uomini, invece, è maggioritariamente sufficiente (66 per cento). Per l’universo maschile ormai è stato raggiunto il diritto delle donne di sentirsi libere e di esprimere se stesse (72 per cento).

Una valutazione che nell’universo femminile è decisamente più calmierata: 43 per cento. Le divergenze si acuiscono se si passa ad analizzare le dinamiche relazionali. Il 65 per cento delle donne denuncia sia la difficoltà nel sentirsi libere di porre fine a una relazione senza temere conseguenze, sia la difficoltà di vedere rispettato da parte degli uomini il loro diritto a dire di “no”.

Ancora distante è l’equilibrio dei ruoli e delle mansioni tra uomo e donna nella vita domestica (67 per cento). Il tema su cui il livello di parità è maggiormente avanzato è quello dell’accesso all’istruzione universitaria (sufficiente per il 79 per cento delle donne), mentre su tutti gli altri aspetti professionali lo squilibrio appare ancora molto alto.

Il giudizio delle donne sulla possibilità di fare impresa è insufficiente per il 56 per cento; le opportunità per entrare nel mondo del lavoro sono scarse per il 52 per cento; le possibilità di fare carriera sono inadeguate per il 58 per cento; il lavoro sicuro è una chimera per il 59 per cento, così come la stabilità occupazionale è ancora lontana per il 62 per cento.

Infine, il 71 per cento dell’universo femminile denuncia che la parità di retribuzione rispetto agli uomini è ancora molto lontana. Anche i temi di work-life balance languono. Il voto sufficiente sulle forme di tutela economica e legale per la maternità coinvolge il 38 per cento delle donne; così come l’accettabilità della possibilità di conciliare la vita privata con quella lavorativa riguarda solo 33 per cento.

La sufficienza dei servizi pubblici volti ad aiutare le donne nel conciliare la vita privata con quella lavorativa è segnalata solo dal 31 per cento. Dati estremamente negativi anche per il livello di possibilità da parte delle donne di partecipare alla vita politica e alle istituzioni pubbliche. In entrambi i casi il 50 per cento denuncia il persistere di disparità di genere.

Le imprese

Sull’attenzione alle tematiche della parità di genere la strada è in salita anche nelle imprese. In questo ambito viene giudicato come maggiormente positivo l’impegno profuso dalle cooperative (41 per cento di voti sufficienti) rispetto alle imprese capitalistiche che si fermano al 37 per cento. Le italiane nell’avanzare le critiche allo stato ancora incompleto dei livelli di pari opportunità, sottolineano anche l’evoluzione positiva e i miglioramenti avvenuti nel corso degli ultimi decenni. È cresciuto il diritto di sentirsi libere (+15 punti); è migliorato l’equilibrio tra i ruoli (+16 punti); è aumentata la possibilità di fare carriera (+20 punti) e di fare impresa (+ 17 punti). A peggiorare, però, è il quadro relazionale. Nel corso degli ultimi anni, per le donne, sono andati peggiorando il diritto a veder rispettati i “no” (- 21 punti), il diritto di sentirsi libere di porre fine a una relazione senza temere conseguenze (-24 punti) e la sicurezza nella vita quotidiana (-16 punti).

I dati della ricerca portano alla luce, quindi, una seconda dinamica divergente. Se la prima è quella dell’ampliarsi della distanza delle opinioni tra uomini e donne, la seconda è ancora più perniciosa: all’accrescersi del ruolo delle donne in termini di diritti e libertà, cresce la violenza su di esse, la difficoltà da parte degli uomini di accettare la libertà, l’indipendenza e la voglia di vivere femminile. La società si è de-patriarcalizzata e de-maschilizzata solo superficialmente, ma al fondo delle dinamiche relazionali il mondo maschile mostra non solo di non aver introiettato le dinamiche liberatorie dell’universo femminile, ma cerca anche di riprendersi, con la forza, ciò che formalmente ha dovuto cedere.

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