«Non sono una marziana». Con queste parole la premier Giorgia Meloni si era presentata a Bruxelles. Neanche mezzo anno di governo e già i suoi sforzi per integrarsi in Ue falliscono.

Ormai l’Italia è osservata speciale per l’erosione dello stato di diritto, dalla libertà dei media alle famiglie arcobaleno. Lo stigma della “orbanizzazione” è il colpo finale, che peraltro influisce sullo scenario di avvicinamento ai popolari europei perché rende sempre più imbarazzante per Manfred Weber legarsi a Meloni.

Il tema per il governo italiano è l’ininfluenza ai tavoli europei. Lo si vede dalle tensioni sul Pnrr, dalla beffa degli stadi, dai rinvii sui migranti, dalla clamorosa irrilevanza sul dossier auto.

Stato di diritto a rischio

Dopo anni di inazione nei confronti delle derive antidemocratiche ungheresi e polacche, l’Europarlamento sa quanto costino i ritardi europei di fronte all’erosione della rule of law, lo stato di diritto. Perciò non intende fare con l’Italia di Meloni lo stesso errore.

Questo giovedì l’aula ha approvato la risoluzione sullo stato di diritto contenente l’emendamento dei liberali che «deplora le tendenze preoccupanti per quello che riguarda la libertà di stampa in diversi stati membri».

Non si cita esplicitamente nessun paese, ma tra i proponenti l’emendamento c’è Sophie in’t Veld, l’eurodeputata autrice di un’interrogazione sugli attacchi del governo Meloni a Domani. C’è non a caso anche la «condanna» delle «azioni legali abusive (slapp)».

Catharina Rinzema, liberale olandese, parlando dell’Italia di Meloni in conferenza stampa, denuncia esplicitamente «i crescenti attacchi alla libertà di stampa e alle famiglie arcobaleno».

Diritti lgbt e aborto

Tra gli emendamenti approvati – per alzata di mano – ce n’è anche uno che mira dichiaratamente al caso italiano, e che «condanna le istruzioni impartite dal governo al comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali».

L’aula «ritiene che la decisione porterà alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma soprattutto dei loro figli». Una violazione dei diritti dei minori, che l’Europarlamento inquadra in «un più ampio attacco contro la comunità Lgbt in Italia», invitando il governo «a revocare subito la sua decisione».

A metà febbraio era già passato in Europarlamento un emendamento che segnalava «la progressiva erosione del diritto all’aborto in Italia». Ora l’aula affronta anche il tema delle famiglie arcobaleno, con tanto di conferenza stampa con Beppe Sala – questo mercoledì – assieme a verdi, socialdemocratici e liberali. «Ci troviamo di fronte a una pericolosa regressione», dice il capodelegazione Pd Brando Benifei, che denuncia «la orbanizzazione dell’Italia», in sintonia con la capogruppo green Terry Reintke, lesbica dichiarata e attivissima sul fronte dei diritti Lgbt.

L’isolamento di Meloni

La denuncia della «orbanizzazione» di Meloni prende di mira non solo le derive del governo italiano ma anche quelle dei popolari europei che, sotto la guida di Weber, si sono sempre più avvicinati a Fratelli d’Italia.

Per socialisti, verdi e sinistra il j’accuse contro Meloni serve anche a segnalare con chi si sta imbarcando il Ppe. Per i liberali guidati dal macroniano Stéphane Séjourné significa cercare attivamente di disarticolare il fronte a destra. Séjourné si dice disponibile ad alleanze «al centro». Col Ppe quindi, non coi meloniani.

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