- Nella Repubblica Ceca il nuovo presidente, il generale Pavel, è europeista, a favore del matrimonio omosessuale, per la lotta ai cambiamenti climatici e per il suicidio assistito, a fianco di Zelensky.
- Pavel ha battuto l’uscente Babis, il Trump ceco. In Austria, invece, l’ultradestra dell’Fpö batte i popolari. Sono le parabole dei populisti nell’Europa centrale, una lezione per tutto il continente
- Questo articolo si trova sull’ultimo numero di POLITICA – il mensile a cura di Marco Damilano. Per leggerlo abbonati o compra una copia in edicola
Il generale Pavel ama vestire jeans e giubbotto di pelle, parla quattro o cinque lingue, il suo slogan preferito contiene – che sorpresa di questi tempi – la parola “umiltà”. Ai suoi comizi, nelle settimane che hanno preceduto le elezioni presidenziali della Repubblica ceca, i cori «Pavel na Hrad» (Pavel al Castello, ossia alla residenza del capo di stato della Cechia) riecheggiavano volutamente quell’«Havel na Hrad» che era rimbombato nelle piazze nel fatidico novembre 1989 portando il grande



