L’Europa non assisteva a crimini di guerra come quelli in Ucraina dai tempi del conflitto in ex Jugoslavia, dove gli scontri interetnici fra serbi, croati, bosgnacchi e più tardi kosovari hanno insanguinato i Balcani per un decennio.

Quando sono arrivato al cimitero di Irpin, sobborgo a nord di Kyiv, e ho visto il pezzo di terra ricavato ai margini della foresta per almeno un migliaio di vittime civili dell’attacco russo, la mia mente è andata al cimitero di Potočari, quando visitai a Srebrenica il memoriale dove sono sepolti ottomila musulmani del genocidio pianificato dai serbi di Ratko Mladić.

Secondo le Nazioni Unite, sono almeno 4.889 i morti civili in Ucraina dall’inizio dell’invasione, tra cui 335 bambini, come affermato dalla Commissario per i Diritti Umani Michelle Bachelet.

I crimini internazionali coinvolti

Quando si parla di crimini commessi dai russi in Ucraina si tende a fare confusione tra varie violazioni e fattispecie disciplinate dai trattati, che andranno stabilite da corti indipendenti.

I crimini di guerra avvengono in violazione delle Convenzioni di Ginevra, del diritto internazionale e del diritto di guerra, mentre i crimini contro l’umanità sono atti sistematici e consapevoli contro popolazioni civili. Il genocidio è commesso con l’intenzione di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.

La Corte internazionale di giustizia e il Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia, ad esempio, hanno riconosciuto il massacro di Srebrenica come genocidio. Infine, dal 2010 è stato introdotto nello Statuto di Roma anche il crimine di aggressione con l’uso di una forza armata contro un altro Stato, che prevede la pianificazione e l’esecuzione di un atto di aggressione che per carattere, gravità e portata costituisce una manifesta violazione della Carta delle Nazioni Unite.

Gli ucraini parlano apertamente di genocidio, è presto per dimostrare se nelle intenzioni russe ci fosse quella di distruggere tutto il gruppo etnico locale, ma sicuramente la propaganda di Mosca e i discorsi di Putin costituiscono indizi in tal senso.

L’assistenza internazionale nelle indagini

Vadim Shishimarin è il primo soldato russo ad essere stato condannato in Ucraina per aver ucciso un civile disarmato di 62 anni nella città di Sumy, ma molti altri militari di Mosca sono tornati oltre confine. Perciò sarà difficile portarli alla sbarra e resteranno impuniti.

La giornalista ucraina Iryna Matviyishyn, specializzata in diritti umani e crimini di guerra, mi ha detto che gli sforzi per indagare i crimini di guerra russi devono ancora essere coordinati. Ci sono troppi episodi e poche risorse per investigarli.

Secondo i difensori dei diritti umani sono circa novemila i crimini di guerra di venticinque tipi diversi. Per la procuratrice ucraina oltre ventunomila. Matviyishin ritiene che l’Ucraina avrà bisogno di assistenza internazionale nell’indagare le violazioni, ma ciò apre problemi giuridici da superare con la creazione di un archivio digitale di prove e testimonianze e protocolli di collaborazione.

Per la giornalista di Kiev, crimini ancora peggiori saranno scoperti una volta che le regioni occupate verranno liberate, come a Kherson. La tortura e il sequestro di civili, gli stupri e la deportazione di intere famiglie in Siberia. Anche la distruzione dei raccolti con gli incendi e la privazione dell’acqua come a Mariupol costituiscono crimini gravi.

La tragedia di Irpin e Bucha

Le tombe scavate da poco a Irpin e coperte solo di terra sono un monito anche per coloro che alla liberazione di Bucha hanno prestato orecchio alla disinformazione russa, che parlava di messinscena e di corpi nelle strade che si muovevano.

È sufficiente camminare in questa periferia della capitale per capire il livello di devastazione provocato dall’attacco russo. Per settimane i residenti hanno tentato di nascondersi nelle cantine al riparo dall’artiglieria.

Migliaia di civili, anziani e bambini hanno camminato per venti chilometri verso sud, costretti a guadare il fiume Irpin dove il ponte collassato segnava la terra di nessuno tra le due forze militari. Alcuni sono rimasti uccisi dal tiro dei mortai russi, nonostante fosse stato concordato un corridoio umanitario, come la famiglia sterminata mentre si rifugiava con i bagagli oltre il ponte.

Una residente mi ha mostrato i bombardamenti indiscriminati sulla Casa della Cultura, edificio adibito a mostre, eventi e concerti, ora distrutto e bruciato, ma anche sull’università statale e sul centro sportivo, dove nonostante i crateri delle bombe e i vetri sulle gradinate qualche ragazzo è tornato a giocare a pallone. Ho visitato il complesso residenziale di Irpinsky Lipki, al confine nord-orientale del comune, il più colpito dai russi perché usato per attraversare il fiume da Bucha.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres vi si era recato il 28 aprile scorso, proprio mentre i russi lanciavano noncuranti un missile sulla capitale. Dopo la liberazione dell’oblast di Kiev, migliaia di ucraini si sono offerti volontari per recarsi a Bucha e Irpin, per aiutare a ripulire dalle macerie e a riparare le case.

Le strade di Bucha portano ancora i segni delle bombe e alcuni edifici sono bruciati, ma le strade sono state sgomberate dai carri russi distrutti. Radio Free Europe ha riportato la storia di Yevhen Yelpitiforov, un giovane residente di Irpin che si è offerto di custodire le case di coloro che sono fuggiti nei mesi scorsi e non sono tornati perché troppo danneggiate, negli appartamenti hanno lasciato effetti personali e beni che Yevhen può spedire.

La discussione sul terrorismo russo

Gli attacchi indiscriminati contro obiettivi civili, in assenza di qualsiasi finalità militare strategica, sono diventati la prassi dell’aggressione russa. Anne Applebaum su The Atlantic suggerisce che si tratti di terrorismo, volto a sfiancare la popolazione civile e indurla alla resa, a intimidire l’Ucraina e spingerla ad abbandonare la resistenza.

Si tratta sicuramente di una campagna di intimidazione attraverso l’uso brutale della violenza diretta ai civili, anche con bombe a grappolo. Gli edifici sfigurati che ho visto a Irpin ricordano ogni giorno ai residenti che la minaccia russa potrebbe di nuovo calare da nord.

Applebaum ricorda però che, come per l’Inghilterra nella Seconda guerra mondiale, i bombardamenti non hanno fiaccato la determinazione a resistere ma l’hanno anzi aumentata. Durante la mia visita a Kiev sono arrivati anche i senatori americani Lindsay Graham e Richard Blumenthal, una delegazione bipartisan di alto livello che ha incontrato il governo Zelensky.

I due sono autori di una risoluzione al Senato di Washington per designare la Russia come Stato sponsor del terrorismo. Si tratterebbe di una mossa dalle conseguenze significative in termini politici, finanziari e militari.

Un altro aspetto dell’occupazione russa e dei crimini contro di guerra e contro l’umanità di cui non si parla abbastanza sono gli abusi sessuali sui civili.

Solamente una ventina di casi sono stati denunciati alle procure ucraine, ma sono molte di più le richieste di sostegno psicologico e di pillole abortive riportate. Secondo l’attivista Natalia Karbowska, riferisce il Washington Post, la violenza sessuale è il crimine di guerra più nascosto.

Infatti, nelle zone rurali è così stigmatizzato che le vittime temono di essere giudicate e non denunciano ciò che è accaduto. L’Ucraina avrà a che fare per decenni con seri traumi, tanto nei bambini quanto negli adulti, che richiederanno interventi psicologici e sociali impegnativi, mi ha detto Iryna Matviyishyn.

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