L’Unione europea è stata fra le prime a decidere di regolare l’intelligenza artificiale. Lo ha fatto però in un contesto di grandi cambiamenti: la tecnologia si evolve a grande velocità e la legge non riesce a stare al passo.

Il tutto in un contesto in cui ci sono due tendenze principali: quella dell’entusiasmo per l’innovazione, che può davvero modificare il nostro modo di vivere in positivo, e quella della paura che questi cambiamenti possano sconvolgere il mondo a cui siamo abituati in senso negativo.

Le due tendenze – che talvolta rischiano di diventare due tifoserie opposte – si intravedono anche nei programmi elettorali dei partiti italiani che chiedono il voto alle Europee. Il risultato è la sensazione di schieramenti che difficilmente fanno capire quali saranno i provvedimenti concreti: per quello bisognerà aspettare (forse) il dopo-elezioni.



Fratelli d’Italia

Fratelli d’Italia sostiene nel suo programma che l’Europa debba «giocare un ruolo da protagonista nel cambio di paradigma determinato dalla diffusione dei sistemi di intelligenza artificiale». L’obiettivo – c’è scritto nel programma – è «governare e regolare l’impatto di questa tecnologia cogliendone le opportunità, limitandone i rischi e affermando la centralità dell’uomo, senza pregiudicarne lo sviluppo e le potenzialità».

Il partito di Giorgia Meloni propone di «creare una cabina di regia europea per governare i cambiamenti politici e sociali determinati dall’avvento dell’intelligenza artificiale». Quindi, «stanziare fondi europei per la creazione di un polo comune di ricerca e sviluppo delle tecnologie dell’intelligenza artificiale».

Fratelli d’Italia vorrebbe «attuare campagne di alfabetizzazione digitale per formare i cittadini all’utilizzo prudente e coscienzioso dell’intelligenza artificiale» già nelle scuole. Quindi «sostenere le imprese che investono nella ricerca» e «aggiornare gli strumenti di tutela della proprietà intellettuale e del diritto d’autore».


Pd

Il Pd propone di «adottare un patto sul progresso sociale», che deve – scrivono – anche prevedere una «regolamentazione dell’intelligenza artificiale e delle piattaforme digitali».

Nel programma c’è dunque un punto specifico sul governo delle «grandi trasformazioni tecnologiche», in cui si spiega che «l’intelligenza artificiale» rappresenta un cambiamento epocale, che «può portare benefici sociali ma comporta anche dei rischi enormi». Serve dunque – sostiene il Pd – «un vero controllo democratico», che punti alla trasparenza nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, alla dignità umana e al servizio della società «senza creare nuove disuguaglianze e discriminazioni».

«Dopo l’approvazione dell’Ai act», ovvero la prima regolamentazione su questo tema nell’Unione europea, «dobbiamo vigilare sulla sua applicazione», spiegano, «e proseguire i negoziati per garantire, in caso di danni causati dall’intelligenza artificiale, che le vittime siano risarcite».

Il Pd vorrebbe un fondo europeo di 10 miliardi «per la sovranità tecnologica», «un controllo democratico per gli algoritmi», «una rete libera, senza censure e accessibile».


Movimento 5 stelle

Il Movimento 5 stelle ha sempre avuto un certo interesse per l’innovazione tecnologica. Il fondatore Beppe Grillo è stato fra i primi, lo scorso settembre, a utilizzare l’intelligenza artificiale per tradurre in una lingua straniera un suo video (in cinese).

Nel programma si parla dunque spesso di tecnologia: un capitolo della parte economica è ad esempio dedicato alla blockchain e alle crypto (in cui si dichiara un sostegno alla crescita del sistema, con un riferimento anche all’arte e agli Nft). Inoltre, si raccomanda di anticipare il più possibile l’emissione di un «euro digitale».

I Cinque stelle propongono anche una «authority europea per il settore del gaming», con una protezione dei consumatori che dovrebbe essere garantita a livello europeo.

Ma chiedono pure una «disciplina omogenea» in tutti i paesi membri per «prevenire con misure più efficaci i fenomeni del cyberbullismo e delle “challenge online”», ovvero di quelle sfide che vengono proposte sui social network e che rischiano di avere conseguenze gravi sui minori. Vorrebbero uno «Spid europeo», ovvero introdurre un sistema di identificazione comune per verificare l’età dei minori quando utilizzano certe piattaforme.

C’è poi un intero capitolo dedicato all’intelligenza artificiale, che parte da un approccio che viene definito «olistico». Ovvero, secondo i Cinque stelle «l’innovazione tecnologica» va vista «non solo come uno strumento di progresso economico, ma anche come un mezzo per il benessere sociale».

L’Ai act non è sufficiente, bisogna «proseguire sulla strada del monitoraggio e della regolazione». Ma bisogna anche «evitare che un impianto normativo eccessivo ingessi l’economia dell’innovazione europea». L’introduzione dell’intelligenza artificiale potrà avere conseguenze occupazionali e per questo è fondamentale proporre un programma di «formazione continua», soprattutto per chi ha più di 40 anni.

L’intelligenza artificiale è però utile, per esempio, per «prevenire i disastri climatici» e costruire «la scuola del futuro». Per questo, sostengono i Cinque stelle, si dovrà investire per l’uso di «singole applicazioni strategiche dell’intelligenza artificiale come l’utilizzo di sistemi per le diagnosi in ambito sanitario, per le smart cities e la transizione ecologica, per il mondo della ricerca».


Forza Italia

Forza Italia ha un programma basato su dieci priorità e fra queste non c’è un punto specifico sull’intelligenza artificiale o la tecnologia. Quando si parla della «libertà d’impresa» e di «competitività», si parla però dei cosiddetti «giganti del web». Secondo Forza Italia, vanno condivise le «informazioni finanziarie» e vanno sviluppate «regole fiscali uniformi, che impediscano ad alcune aziende di ridurre fittiziamente le loro passività fiscali».

Nello stesso capitolo si parla anche di tecnologia e intelligenza artificiale che devono essere – per gli eredi politici di Silvio Berlusconi – «al servizio dell’uomo».

Va dunque governata «la rivoluzione digitale regolamentando i rischi, accelerando gli investimenti in ricerca e sviluppo e incentivando l’innovazione e la diffusione delle nuove tecnologie anche tra i soggetti più fragili e gli anziani».

Secondo Forza Italia, vanno favoriti «gli investimenti in intelligenza artificiale rafforzando la normativa sulla protezione dei dati, per salvaguardare i diritti fondamentali dei cittadini».


Lega

La Lega punta nel suo programma a una autentica «re-industrializzazione che sfrutti tutte le tecnologie disponibili, utili alla transizione energetica, senza preclusioni ideologiche».

Il riferimento è ovviamente soprattutto all’energia nucleare, ma in generale si indica la volontà di acquisire «una maggiore indipendenza» nello sviluppo di nuove tecnologie, «anche per ridurre la dipendenza da paesi terzi, come la Cina, che hanno pianificato da tempo un ruolo predominante su questi mercati».


Azione - Siamo europei

Fra le priorità di Azione - Siamo europei, c’è la regolamentazione dell’accesso a siti e piattaforme a seconda dell’età. Inoltre, dovrebbe esserci una loro responsabilità diretta «sui contenuti pericolosi o falsi pubblicati».

Quando nel programma si parla della competitività delle imprese europee, si fa riferimento anche all’intelligenza artificiale, indispensabile per «introdurre un’industria 4.0 europea».

Bisognerebbe prevedere – secondo il partito di Carlo Calenda – «meccanismi di accesso diretto ad agevolazioni che consentano agli imprenditori che ne usufruiscono di programmare i propri investimenti anche nel medio e lungo periodo». Attraverso meccanismi come il credito d’imposta si potrebbe agevolare, secondo Siamo europei, la riconversione tecnologica.

Viene notato anche il problema delle assunzioni in ambiti strategici, come appunto l’intelligenza artificiale e il machine learning, che in Europa è nettamente inferiore agli Stati Uniti, causando «un gap competitivo». La soluzione è di «aumentare i finanziamenti a programmi di ricerca mirati ad attrarre e trattenere ricercatori specializzati».


Alleanza Verdi-Sinistra

Come prevedibile, nel programma di Avs si fa un ampio riferimento alle questioni ambientali. A un certo punto, si propone anche di inserire «un sistema di rating aziendale europeo basato su standard internazionali rispetto alla sostenibilità ambientale che può essere utilizzato dai consumatori per effettuare le loro scelte». Anche se nel programma non ci sono dettagli più precisi, si dice che il tutto dovrà basarsi «sulla tecnologia blockchain e sull’intelligenza artificiale».

Ma di nuove tecnologie si parla anche con riferimento alla politica industriale, specificando che le lavoratrici, i lavoratori e le organizzazioni sindacali dovranno essere protagoniste «del processo produttivo», in modo che ci sia una distribuzione equa dei vantaggi che deriveranno dall’intelligenza artificiale.

«Tecnologia e innovazione però non sono concetti naturali», scrivono nel programma. «Tutte le innovazioni hanno uno scopo, e tali scopi derivano dai rapporti di forza nella società». «Noi pensiamo che l’innovazione tecnologica non sia un mero obiettivo per aumentare il profitto, ma che possa essere invece un mezzo per creare un mondo più giusto, sostenibile e femminista».

Avs vorrebbe «istituire un’agenzia europea di ricerca sull’intelligenza artificiale a capitale interamente pubblico», con un «approccio etico» e «integralmente umanista».


Stati Uniti d’Europa

Gli Stati Uniti d’Europa, ovvero il partito creato con altre formazioni minori dall’unione fra Matteo Renzi ed Emma Bonino, ha l’«Europa digitale» al decimo punto dei dodici che formano l’ossatura del programma. «Per la prima volta nella storia», scrivono, «il progresso tecnologico è così rapido che si fa fatica a immaginare come sarà il mondo da qui al prossimo futuro».

«La rivoluzione digitale è un'opportunità straordinaria per l'Europa di consolidare il proprio ruolo sul palcoscenico mondiale, rafforzando le attività produttive e garantendo la protezione dei suoi cittadini. In quest'ottica, ci impegniamo a promuovere una digitalizzazione che sia inclusiva, che tuteli la sovranità tecnologica dell'Unione e che garantisca la massima facilità di accesso alle risorse digitali ed un elevato livello di sicurezza per tutti, rivolgendo particolare attenzione a minori ed anziani». La priorità è dunque di guidare l’innovazione, puntando sulla privacy e sulla «gestione etica dei dati personali».

«Il nostro impegno», si legge nel programma, «è di far leva sull’intelligenza artificiale per ottimizzare i servizi pubblici e l’utilizzo delle risorse comuni, stimolare la crescita economica e migliorare la qualità della vita dei cittadini, garantendo al contempo che la tecnologia sia utilizzata in modo responsabile e nel pieno rispetto dei diritti individuali».

Inoltre, bisognerebbe creare una sorta di «Silicon Valley europea», rendendo l’Unione come un attore negli investimenti e nell’innovazione, «superando l’abuso di regolamentazione».


Gli altri programmi

La lista guidata dal giornalista Michele Santoro – Pace terra dignità – scrive così nel suo programma: «Robot, automatismi e intelligenza artificiale stanno cambiando i rapporti di forza tra l’uomo e la macchina. Le tecnologie non sono di per sé un rischio per i lavoratori ma lo è l’accentramento in poche mani e in pochi paesi delle sorti dell’innovazione, dell’informazione e della cultura».

«Saranno in molti a perdere il lavoro per l’intelligenza artificiale e la transizione ecologica», scrivono. «Lo stato deve garantire a tutti l’occupazione e un’attività di studio e di riqualificazione permanente. Per gestire le transizioni dalla disoccupazione al lavoro; dal lavoro subordinato a quello autonomo; dal lavoro alla formazione vanno abolite tutte le forme precarie di lavoro, a meno che non siano tecnicamente giustificate come i lavori stagionali».

La lista Libertà di Cateno De Luca (che unisce 19 partiti e movimenti politici) ha un programma di 20 punti e l’ultimo professa la «libertà dall’iper-digitalizzazione»: «Libertà di promuovere una tecnologia a misura e a servizio dell’uomo», scrivono. «L’uso dell'intelligenza artificiale non deve essere volto a sostituire l’uomo in tutte le sue attività e in tutti i campi. Non vogliamo disumanizzare gli aspetti della nostra esistenza e mettere a rischio posti di lavoro. È necessario battersi per la libera circolazione delle informazioni sul web».

Alternativa Popolare – partito del sindaco di Terni Stefano Bandecchi – scrive nel suo programma che «un obiettivo specifico dovrà essere l’incremento degli investimenti in intelligenza artificiale e robotica».

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