La portavoce della Commissione europea ha detto che per ora non c’è stato nessun contatto tra l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio sul caso dell’uccisione del ricercatore Giulio Regeni avvenuta al Cairo a fine gennaio 2016. Mercoledì, Di Maio aveva annunciato di volere coinvolgere l’Unione europea sul caso Giulio Regeni, ma di non essere intenzionato per ora a richiamare l’ambasciatore dall’Egitto come invece chiesto dai genitori del ricercatore. La volontà di cercare interlocuzioni in Europa era stata espressa al termine di un summit convocato a palazzo Chigi dallo stesso Di Maio, oggi impegnato nelle operazioni che hanno portato al rilascio dei pescatori di Mazara del Vallo detenuti in Libia. 

Lo scontro tra Italia ed Egitto

Il 10 dicembre la procura di Roma ha incriminato per l’omicidio di Regeni quattro agenti segreti egiziani. L’Egitto ha criticato la decisione dicendo che non ci sono elementi per stabilire i responsabili della morte. Una differenza di vedute anticipata nero su bianco da un comunicato firmato dal procuratore generale egiziano e dal procuratore capo di Roma, Michele Prestipino, in cui entrambi avevano preso atto della mancanza di punti di convergenza tra le due indagini.

Le indagini 

Tra gli elementi acquisiti dagli inquirenti italiani il principale è stato rappresentato dalle testimonianze di due funzionari egiziani che hanno detto di avere visto Regeni arrestato e torturato dalle autorità egiziane perché sospettato di essere una spia straniera. Sabato scorso, 12 dicembre, l’emittente televisiva araba Al Jazeera era, inoltre, entrata in possesso di un video agli atti della procura romana che rappresenta la prima prova delle attività di spionaggio compiute dagli egiziani sui movimenti di Giulio Regeni nel paese.

La polemica tra Renzi e Palazzotto

Sul caso Regeni è stata apertamente una commissione d’inchiesta parlamentare presieduta dal deputato di Leu, Erasmo Palazzotto. Nel corso dei lavori si è verificato uno scontro tra lo stesso Palazzotto e il leader di Italia viva, Matteo Renzi, che all’epoca dell’uccisione di Regeni era premier. L’ex presidente del Consiglio aveva detto che la non collaborazione delle autorità egiziane era un falsità e che i problemi nelle indagini sono da imputare al ritardo con cui il governo italiano fu avvisato in ritardo di quanto accaduto. Palazzotto ha duramente criticato le posizioni accusandolo di non avere portato prove a sostegno della sua tesi.

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