La lista degli scandali, rivelati anche da questo giornale, è così lunga che non si può far finta di non vedere. E infatti oggi dall’Europarlamento è arrivato un segnale politico chiaro, che determinerà anche effetti concreti. Gli eletti intervengono infatti su una leva importante, quella del bilancio. L’unica agenzia che non ha ricevuto il via libera sul budget 2020 è Frontex. 

L’agenzia degli scandali

Frontex è l’agenzia europea preposta alla gestione delle frontiere esterne dell’Unione europea, e se non fosse per gli eurodeputati, i difensori dei diritti, gli organismi di controllo europei, sarebbe destinata a diventare sempre più grande e potente: da almeno quattro anni leader come Emmanuel Macron spingono per ingrossarne i ranghi e le prerogative, mentre per lungo tempo la Commissione europea ne ha difeso di fatto l’operato nonostante le notizie di violazioni dei diritti umani. Frontex ha svolto un ruolo nei respingimenti illegali, è finita nel mirino anche per come gestisce le risorse e per le attività di sorveglianza. Ci sono stati casi di suicidi e di molestie dentro l’agenzia. 

L’ultimo scossone

Da oltre due anni, le notizie del coinvolgimento di Frontex nei respingimenti erano già evidenti e gli eurodeputati avevano già chiesto le dimissioni dell’allora direttore esecutivo di Frontex. Fabrice Leggeri si è dimesso però solo ad aprile scorso, quando l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha prodotto 120 pagine che sono di fatto un potente e documentato atto d’accusa. La scorsa settimana il documento è diventato di dominio pubblico grazie alle rivelazioni di Domani, in collaborazione con il settimanale tedesco Der Spiegel, Lighthouse reports e l’associazione FragDenStaat.

Il dossier dell’antifrode ha portato alla luce il coinvolgimento di Frontex nel sistematico abbandono dei richiedenti asilo nel Mediterraneo. L’agenzia Ue ha supportato i respingimenti coi soldi dei contribuenti dell’Unione.

Intervenire sul bilancio

In precedenza anche la Corte dei conti europea aveva puntato il dito contro Frontex. Nell’estate 2021, ad esempio, dopo aver scrutinato i bilanci dell’agenzia, i revisori europei avevano concluso che Frontex è tanto inefficace quanto opaca. La Corte ha descritto una sorta di scatola nera, con sempre più risorse: i bilanci che crescono esponenzialmente, così come aumentano le allerte sulla sua malagestione.

A maggio scorso, l’Europarlamento ha rinviato il cosiddetto “discharge” (il discarico, il via libera) per il bilancio 2020 dell’agenzia; si tratta di una procedura di scrutinio delle spese già sostenute e una obiezione segnala che qualcosa nell’uso del denaro pubblico sta andando storto. Dopo il rinvio di qualche mese fa, questo martedì, quando il dossier è tornato in aula, gli eurodeputati hanno votato contro. Il rifiuto è stato condiviso da 345 eletti, mentre 284 si sono schierati con l’agenzia e in otto si sono astenuti.

Visto che la procedura di “discarico” implica un semaforo verde su come sono stati gestiti i conti, il rifiuto degli eurodeputati avrà un effetto concreto: consentirà all’Europarlamento di intervenire con le sue raccomandazioni sulla gestione del denaro europeo.

Il j’accuse di Strasburgo

I precedenti non sono rassicuranti: nelle precedenti relazioni di discarico, gli eurodeputati avevano messo alcune condizioni – per esempio la sospensione del sostegno all’agenzia di rimpatrio ungherese – e Frontex non ha messo in pratica le indicazioni ricevute. Lo segnalano gli stessi europarlamentari, nella risoluzione con la quale accompagnano il voto sul bilancio. In questo testo condannano peraltro la gestione Leggeri: criticano «l’entità della colpa grave e delle altre irregolarità individuate». Segnalano che l’ex direzione era a conoscenza dei respingimenti illegali in Grecia eppure li sosteneva e partecipava al loro finanziamento. I deputati «esortano la Commissione a garantire che ciò non si ripeta». Inoltre esprimono «profonda preoccupazione per il caso di suicidio di un membro del personale, connesso a presunte pratiche di molestia sessuale». 

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