L’Ue ha reso la mobilità una realtà accessibile ad una larga parte dei suoi cittadini. Eppure, nonostante le buone intenzioni, gli europei che vivono in uno stato diverso dal loro si trovano ad attraversare una selva di ostacoli pratici e pastoie amministrative che complicano il loro quotidiano
Fino alla metà del XX secolo, vivere in un altro paese europeo ed imbattersi nei suoi usi e costumi era un privilegio riservato, perlopiù, alla nobiltà, al clero, a scienziati (Marie Curie, Alfred Nobel), intellettuali (Nietzsche, Pirandello), artisti (Modigliani, van Gogh), musicisti (Liszt, Chopin) e scrittori (Joyce, Rilke). Democratizzare quest’esperienza, rendendo la mobilità una realtà accessibile ad una larga parte dei suoi cittadini, rappresenta una delle grandi promesse del progetto



