Onorevole Cicchitto, in questi giorni la candidatura di Berlusconi al Colle sembra crescere. È vero o è uno scherzo? Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono sinceri quando dicono che lo vogliono al Quirinale?

Credo che siano costretti a essere sinceri. Quando c’è stato l’incontro fra i tre, lì c’è stata l’indicazione della legge elettorale, ed è stata scartata la legge proporzionale, cosa che ha fatto saltare per aria mezza Forza Italia. Perché il proporzionale per FI è la possibilità di una minima o massima autonomia. Se alla quarta Berlusconi non facesse il pieno dei voti del centrodestra, Berlusconi e il centrodestra andrebbero incontro a uno smacco inenarrabile.

Sarebbero i 101 di Berlusconi?

Esattamente. Se il centrodestra non gli dà questa prova d’amore, non basteranno Tajani e Ronzulli, totalmente sdraiati su Salvini, a tenere il grosso di Forza Italia, che dirà “da oggi ognuno è più libero”, per usare un titolo dell’Avanti quando sorse il centrosinistra (era il 6 dicembre 1963, ndr). Se Meloni e Salvini si impegnano a portarlo e poi alla fatidica quarta votazione c’è uno scherzo, dentro Forza Italia scoppia l’inferno. È una roulette russa per tutti. Berlusconi si gioca la faccia. Lui può anche mettere nel conto alla fine di non passare, ma se scende in campo e non fa il pieno dei voti del centrodestra è uno smacco fortissimo.

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Ma Meloni e Salvini cosa guadagnerebbero da uno smacco così?

Qui siamo a un altro punto, gli incredibili errori a catena di Salvini. Il vaccino è popolarissimo per la stragrande maggioranza degli italiani ma non è né di destra né di sinistra. Invece lui e la Meloni sono riusciti a fare il capolavoro di consegnarlo a Letta. Altro autogol: è entrato nel governo, ma doveva aprire un dialogo con il Ppe, sarebbe diventato centrale nella politica italiana, nell’immediato e nel futuro: avrebbe avuto una copertura europea per fare il presidente del consiglio. Invece firma un documento i partiti sovranisti d’Europa che, lasciamo perdere le questioni generali, su due questioni vitali sono agli antipodi degli interessi dell’Italia, la distribuzione dei migranti e la politica economica. E questo per andare dietro alla Le Pen, che lo porta su un binario morto.

Salvini rischia più di Meloni?

Sommando tutto, per tutti la quarta votazione nel centrodestra rappresenterà un momento topico. La conseguenza può essere una disarticolazione profonda del centrodestra. Dentro Fi può prendere forza la tendenza antisovranista fin qui bloccata da due elementi: dall’ipotesi di Berlusconi al Colle e dal fatto che Berlusconi una caratterizzazione centrista l’ha assunta.

Senza immaginare complotti, l’Europa una spintarella ai governi l’ha data, da Monti al Conte 2. Accetterebbe un’Italia retta dall’asse Berlusconi-Meloni o Berlusconi-Salvini?

Su questo tema c'è un impazzimento anche di alcuni giornali. Un po’ anche voi. L’ultimo Berlusconi, non quello del 1994, per l’Europa sarebbe una copertura sufficiente. Il top però resta la coppia Mattarella-Draghi.

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Secondo lei Berlusconi si prepara alla battaglia?

Lui non si tira mai indietro. Sono mesi di protagonismo. Se non ci fosse il Colle, per ridiventare protagonista avrebbe dovuto impegnarsi in una cosa molto difficile, cioè rompere con Salvini e Meloni e rifondare in centro. Ma questo avrebbe richiesto un impegno stratosferico. E invece così si diverte: ogni giorno fa una scelta tematica politicamente corretta, è arrivato addirittura al reddito di cittadinanza. Tutto questo per un verso ha accentuato un suo ruolo autonomo nel centrodestra, per un altro lo mantiene nel centrodestra senza tentare avventure imprevedibili. Di qui alla voto farà fuochi di artificio.

In parlamento c’è uno squadrone, per lo più di grillini, che vede in Berlusconi l’unica garanzia per arrivare a fine legislatura. Crede che potrebbero votarlo davvero?

Una parte di loro potrebbe fare qualunque cosa. I Cinque stelle hanno un unico cervello politico vero, un professionista della politica, Di Maio. Conte invece è un corpo estraneo. Di Maio non lo sento da un po’, fino a qualche tempo fa puntava a tenere Draghi fino al 2023. Dopo il ‘45 questo è il momento più drammatico per l’Italia. Con Draghi l’Europa ci consentirà di fare quasi tutto, nel momento in cui non ci fosse più Draghi ci sarebbe lo spread a mille. Non so se lo capiscono quelli che per restare in parlamento voterebbero contro Draghi.

Il partito Ttd, «Tutto tranne Draghi»?

Draghi è l’unica vera assicurazione sulla vita dell’Italia. A palazzo Chigi o al Colle. Ma in questa situazione, con i matti che circolano, come è possibile che una parte di disperati nel segreto dell'urna voti Berlusconi, è anche possibile che quella parte non voglia Draghi al Colle. E a quel punto per l’Italia sarebbe la catastrofe più totale.

Che può fare materialmente Berlusconi per convincere i grillini a votarlo?

Può spargere i suoi a dire che porta la legislatura al 2023. Niente di più, anche perché ognuno è un caso psicoanalitico a parte. In confronto ai Cinque stelle disperati, Razzi e Scilipoti erano due uomini razionali. Guai se Berlusconi si infilasse in altri pasticci. Ha già detto che è d’accordo con alcuni loro capisaldi. Sul reddito di cittadinanza è già arrivato al limite del ridicolo.

Renzi ha una parte della corsa di Berlusconi?

Il più grande nemico di Renzi è Renzi. Intendiamoci: tutta la storia si basa su Renzi. Nell’estate del 2019 Salvini non era in stato di ubriachezza quando ha fatto cadere il governo: aveva avuto il via libera da Zingaretti per fare le elezioni.

Zingaretti smentisce.

Zingaretti nella sua mediocrità voleva rifare i gruppi parlamentari. Renzi ha fatto la mossa geniale di far saltare tutto. Come all’inizio della legislatura aveva fatto saltare il confronto fra M5s e Pd. E come ha fatto saltare il Conte 2 quando si stava per arrivare al Conte 3. Il Pd stava consentendo a Conte di fare del senato un suk. Vecchione (Gennaro, allora capo del Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza, ndr) aveva sguinzagliato i suoi scherani, il caso Cesa è emblematico. Ma ripeto, Renzi è il peggior nemico di sé stesso. C’è la storia dei soldi dagli arabi. Anche come aggregatore è combinato male. Ma se le cose vanno male, dentro FI si apre un problema: tutti sanno che le liste le faranno Tajani e Ronzulli. Che Berlusconi abbia fatto capogruppo alla camera Paolo Barelli, già dice tutto. Per fare il capogruppo bisogna saper leggere, scrivere e far di conto. Scartare uno come Sestino Giacomoni e mettere Barelli è inenarrabile. Insomma se va male lì si apre un capitolo imprevedibile. Mi riferisco a Brunetta, alla Carfagna, e alla Gelmini, una meno effervescente ma molto realistica perché è una democristiana. Se Berlusconi viene eletto sarà un tripudio. Se no dentro Forza Italia arriva l’ora della verità.

Si uniranno a Renzi e Calenda?

È un altro capitolo. Oltre il Covid, c’è il virus napoleonide nei centristi. Renzi e Calenda ne sono affetti. Non è mortale ma fa danni politici non indifferenti. Tre o quattro persone si sentono Napoleone. Però quando è in ballo la pelle uno si ingegna. E la pelle dei ministri di Forza Italia, in caso di voto, sarebbe molto a rischio. A quel punto quel mondo si riaggrega.

Berlusconi è un politico che ha cambiato il paese, come si dice nel bene e nel male. È conosciuto nel mondo, ma per il conflitto di interesse, i casi giudiziari, il lettone di Putin, le corna ai capi di stato nelle foto. Può fare il capo dello stato senza che l’Italia venga considerata il paese dei balocchi?

Queste cose non se le ricorda quasi nessuno. Berlusconi ormai è riconosciuto come uno che ha giocato una grande partita, ha fatto il presidente del consiglio, e ha contrastato la sinistra. Ma ha visto il Ppe come lo tratta adesso?

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