- «Vengo eletta nel 2013 a sorpresa alla presidenza di Montecitorio per dimostrare che anche la politica tradizionale riusciva ad esprimere figure nuove. Poteva essere un elemento di congiunzione fra sinistra e M5S».
- «Invece il M5S resta nel suo splendido isolamento. Faceva dell’aula il palcoscenico della propaganda contro il parlamento, avevano bisogno di denigrare l’istituzione. Ora quel movimento non c’è più».
- «L’identikit per il Quirinale: un’esistenza specchiata, anche privata. Ma finché la destra propone l’ex Cavaliere non si ragiona seriamente».
Ha presieduto l’elezione di due capi di Stato, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella, unico precedente Giovanni Gronchi. Ha appena scritto un libro sui diritti, Una storia aperta (Gruppo Abele). Ma qui, alla vigilia del primo voto, il 24 gennaio, racconta l’esperienza da terza donna a capo della camera, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti. In piena pandemia di antipolitica. Proclamare due presidenti della Repubblica è quasi unicum. «Si, diciamo che si è trattato di un’eccezione. E ci fu anche u



