A un anno di distanza, possiamo ammetterlo: Silvio Berlusconi rassicurava. Era il custode bonario e un po’ sguaiato di un’immagine della realtà che confortava persino i suoi più convinti detrattori. Questo compito ingrato, prima di lui, era stato assolto da figure luminose come Alberto Sordi e Paolo Villaggio, che univano in una diagnosi tragica del reale il linguaggio dell’arte e la comicità popolare. Eppure, di Berlusconi, questo loro erede specchiato che rinunciava all’arte a tutto vantaggio
Con fare rassicurante Berlusconi ha aperto le porte al male

12 giugno 2024 • 06:00


