Si parla di Quirinale, ma anche di pandemia e tensioni in maggioranza: sono cinquanta le domande in programma, poste da altrettanti giornalisti di tutti i media nazionali.

La conferenza stampa del presidente del Consiglio, organizzata dall’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa parlamentare, si svolge stamani all’Auditorium Antonianum. 

In apertura di conferenza stampa, il presidente del Consiglio ha di nuovo toccato il tema della pandemia. «Ha aperto una nuova fase nella pandemia: domani ci sarà una cabina di regia per decidere il da farsi». Nella cabina di regia, ha detto più avanti, si discuterà di questo si diacuterà l'uso di mascherine all'aperto, delle Ffp2 in alcuni luoghi di possibile assembramento. «Non è esclusa l'applicazione del tampone» per i vaccinati «perché nel green pass c'è un periodo in cui la protezione delle due dosi decresce e in quel periodo può essere utile farli».

Draghi ha di nuovo invitato i cittadini a vaccinarsi: «Il vaccino funziona molto bene anche contro le nuove varianti», ha detto.

Gennaio si avvicina e una maggioranza spaccata sull'elezione del presidente della Repubblica «è uno scenario da temere, ci vuole una maggioranza ampia, anche di più rispetto a quella attuale. È immaginabile una maggioranza che si spacchi su elezioni e che si ricomponga quando si forma il governo».

Poi ha ribadito che è necessario che continui l’azione di governo: «È essenziale per continuare l’azione di contrasto alla pandemia, di rilancio, che la legislazione vada avanti fino a termine naturale».

Il presidente del consiglio ha parlato del quadro economico segnalando la ripartenza la crescita del Pil e il calo della disoccupazione. «Prevediamo che il rapporto tra debito/pil cominci a scendere già da quest'anno».

Bollette ed economia

Mentre salgono i prezzi del gas, Draghi ha fatto sapere che «se servirà aumenteremo gli aiuti», ma ha avvertito che «le compagnie che stanno facendo profitti. come quelle che producono energia con l’idroelettrico – per cui i costi non sono aumentati, ndr - devono aiutare».

«Il governo resta pronto a sostenere l’economia in caso di necessità», ha aggiunto, una frase che ricorda il “whatever it takes” pronunciato durante la crisi dell’euro. Ma Draghi ci ha tenuto anche a sottolineare il progresso del Pnrr, «sono stati raggiunti tutti i 51 obiettivi concordata con l’Ue», ha detto. «Non c’è ragione di temere che non si possa fare bene anche in futuro».

«Responsabilità sono categorie collettive», ha detto ancora Draghi. «L’aumento di credibilità del paese in questo periodo può essere un moltiplicatore psicologico dell’azione di governo e del Pnrr». 

Il futuro di Draghi

Nella risposta alla prima domanda, in cui la giornalista di QN domandava se Draghi avesse intenzione di rimanere a palazzo Chigi, il presidente ha detto: «Abbiamo reso l'Italia uno dei paesi più vaccinati del mondo, abbiamo consegnato in tempo il Pnrr, abbiamo conseguito 51 obiettivi. Abbiamo creato le condizioni perché il lavoro sul Pnrr continui, indipendentemente da chi ci sarà. L'importante è che il governo sia sostenuto da una maggioranza il più ampia possibile, che voglio ringraziare».

Per quanto riguarda invece il destino del suo governo, Draghi ha detto che è il parlamento che decide la lunghezza della vita dell’esecutivo. «È il parlamento che decide la vita del governo: l'ha fatto quest'anno e lo farà sempre. La nostra Costituzione prevede un governo parlamentare», ha detto il presidente. Draghi ha anche spiegato di non aver particolari aspirazioni sul proprio futuro, sottolineando di essere «un nonno a servizio della Repubblica». 

«Uno dei motivi di successo del governo è stato che in questo tempo abbia lavorato guardando al presente senza guardare al proprio futuro», ha aggiunto, rispondendo alla domanda se il suo futuro sarà all’interno delle istituzioni. 

«Il governo è un governo parlamentare, è questo che prevede la Costituzione. Il presidente della Repubblica non è un notaio, quanto un garante. Il presidente Mattarella è forse la migliore guida al ruolo del presidente della Repubblica», ha detto Draghi, in risposta a una domanda sulla possibilità che il capo dello stato possa svolgere un ruolo di accompagnamento all’esecutivo. 

Il virus

Sulla pandemia, il premier ha passato in rassegna tutte le misure possibili che potranno essere prese domani nella cabina di regia. «Dobbiamo difendere la normalità raggiunta e questo significa niente chiusure, scuola in presenza, una socialità soddisfacente. Per farlo dobbiamo prendere tutte le precauzioni possibili», ha osservato Draghi.

«Ma ogni decisione è guidata dai dati, non dalla politica», ha aggiunto il presidente del Consiglio, anticipando che domani sarà anche discussa la durata del green pass.

Il premier ha anche specificato che non saranno valutati cambi del calendario scolastico a causa delle restrizioni necessarie per contenere la pandemia. 

La manovra

Sul tortuoso percorso della manovra economica, il presidente ha spiegato che «nel tentativo di raggiungere subito un accordo sulla destinazione» degli otto miliardi, ci sono stati plurimi confronti con le forze politiche. «Non sono mancate le occasioni di confronto che hanno poi portato al complesso emendamento del governo». «C’è stato molto affanno nella fase terminale, dovuto al lavoro imposto dal Pnrr sul governo nel mese di dicembre», ha detto ancora Draghi. 

«Credo che il Super bonus abbia portato beneficio ma abbia anche creato distorsioni», ha detto il presidente, spiegando che poi però il parlamento ha deciso di impiegare ulteriori fondi per estendere il Super bonus, desiderio non condiviso dal governo. «Ha creato tantissime frodi», ha aggiunto il premier. «C’erano buoni motivi per la riluttanza del governo sul Super bonus».

Il patto di stabilità e l’Europa

«Oggi è cambiato molto il quadro europeo, la critica trova consenso quasi ovunque», dice Draghi sulla rinegoziazione del patto di stabilità. «Le regole fiscali servono, ma occorre che siano ragionevoli e non dannose», ha aggiunto, auspicando che si inizi presto la discussione per raggiungere un accordo prima che scada il periodo di sospensione, nel 2023. 

Secondo il presidente, l'Italia «è in una buona posizione per far sentire la propria voce» a livello europeo.

Con il cancelliere tedesco Olaf Scholz «si è parlato di piano d’azione, che prevede che governi e ministri si consultino il più spesso possibile».

L’ipotesi è istituzionalizzare questi incontri per costruire un sistema simile a quello creato dal trattato del Quirinale. Draghi ha sottolineato l’importanza l’importanza del coordinamento dei tre maggiori paesi europei, che avviene però «nell’interesse dell’Ue».

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