- Ci si aspettava che Nordio facesse chiarezza sulla divulgabilità delle informazioni rese da Donzelli in Parlamento. Così non è stato. La “prassi” della riservatezza sulle conversazioni captate in carcere è stata prevista dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria nel 2019, in concomitanza alla legge sulle intercettazioni.
- Nordio non ha considerato il segreto amministrativo, che impone ai dipendenti pubblici di non divulgare informazioni conosciute in ragione del proprio ufficio. Sarebbe grave se analoga forma di riservatezza non gravasse anche su collaboratori del ministro.
- Dunque, Delmastro non avrebbe dovuto comunicare le informazioni a Donzelli, il quale poteva chiederle solo mediante la procedura di accesso agli atti prevista dalla legge. Avendole invece ottenute in via informale, e in considerazione della sensibilità delle informazioni stesse, Donzelli doveva astenersi dal renderle note.
Ci si aspettava che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, facesse chiarezza sulla divulgabilità di conversazioni tra l’anarchico Alfredo Cospito, detenuto sottoposto al regime previsto dall’art. 41-bis (l. n. 354/1975), e alcuni membri della criminalità organizzata. Com’è noto, tali informazioni erano state rese pubbliche alla Camera da Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia, il quale le aveva apprese da Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario al ministero della Giustizi



