Meloni, stiamo arrivando». Quando Elly Schlein ha pronunciato ieri queste parole nella sala stampa del Nazareno, che non assisteva a una vittoria da tempo immemorabile, sapeva che dall’altra parte sarebbero state ascoltate. Come ha rivelato la stessa segreteria del Pd, le due leader nella notte elettorale si sono sentite.

La presidente del Consiglio ha usato la metafora lanciata dall’altra leader, «ci hanno visto arrivare, ma non ci hanno fermato». E allora bisognerà andare finalmente oltre l’egemonia del ciarliero che condiziona il giornalismo italiano, che rinchiude Giorgia Meloni ed Elly Schlein in un’immagine da settimanale patinato.

E indagare invece su quanto c’è di solido, strutturale e di sistema in quello che Meloni ha definito il ritorno del bipolarismo: «Una buona notizia perché in un sistema bipolare ci sono visioni del mondo distinte e contrapposte che si confrontano».

Laboratorio avanzato

È il risultato politico più importante del voto europeo, dentro cui l’Italia si conferma laboratorio avanzato di politica. Negli anni Dieci l’Italia ha anticipato con il Movimento 5 stelle il populismo che si alimentava della fine delle ideologie, teorizzava la fine di destra e sinistra e la nuova distinzione tra chi sta in alto e chi sta in basso.

Un rimescolamento che diventò la parola d’ordine dei sovranisti, di Nigel Farage, di Marine Le Pen e soprattutto di Donald Trump, era stato questo nel 2018-2019 il collante del governo gialloverde Conte-Salvini-Di Maio.

Il sovranismo nazionale e il sovranismo popolare, dove ogni identità, ogni diversità diventa un nemico da eliminare. Ma il dogma della fine delle ideologie era stato anticipato negli anni precedenti da quella sinistra che scambia il riformismo per adeguamento, adattamento, conformismo, con l’abbandono dei ceti popolari e del ceto medio, consegnati alla rabbia via social o al voto per le destre travestite da post-politica e da post-democrazia.

Non un plebiscito

Tutto questo c’è nel voto europeo, nella drammatica ascesa di Afd in Germania e di Le Pen in Francia. Ma il laboratorio italiano non è più indietro, è più avanti del resto d'Europa. In Italia c’è una destra che sta provando a diventare sistema, anche toccando i meccanismi della Costituzione.

Ma ora c’è in campo una ipotesi di alternativa. In controtendenza con tutte le analisi di queste ore, va detto che il voto per Fratelli d’Italia è un importante successo, ma non è un plebiscito.

I 700mila voti persi rispetto a un anno e mezzo fa e l’obiettivo mancato di poco del 30 per cento, in un paese che ha votato a metà, smentiscono l’idea che ci sia un paese innamorato di Giorgia Meloni, come fu innamorato in passato di Silvio Berlusconi e di Matteo Renzi.

La prima a saperlo dovrebbe essere la premier, dovrebbe muoversi con più prudenza sui terreni sensibili: la riforma della Costituzione, la giustizia, il controllo dell’informazione. L’Italia non è tutta con Giorgia, Giorgia non è Evita, l’Italia è un paese contendibile.

In Italia, è la novità, a volerla vedere, c’è una sinistra che sta ricostruendo le sue parole e il suo radicamento sociale. Elly Schlein ha di nuovo colto di sorpresa il circoletto di editorialisti, retroscenisti, conduttori e conduttrici che per mesi le hanno spiegato come parlare, come vestire e naturalmente come fare politica.

Il grande merito della segretaria del Pd è di aver riportato il suo partito nel paese reale: salario minimo, sanità pubblica. L’incontro con le persone, dove vivono, non nei sondaggi commissionati o nello storytelling, stimolando la speranza di cambiamento e non eccitando le frustrazioni.

Il Pd aumenta i suoi voti in termini assoluti rispetto al 2022, è il partito più votato dai giovani che hanno al primo posto in agenda il clima, il lavoro, l’integrazione con le diverse culture, i diritti, la felicità.

Nell’ondata di destra, la tempesta che invade l’Europa, dall’Italia arriva una conferma, la vittoria di Meloni, ma anche un’ipotesi di resistenza e di riscossa. È un percorso che accomuna le anime della nuova sinistra e del nuovo centrosinistra, da costruire, Alleanza verdi e sinistra, con candidati larghi e non autoreferenziali, da Ignazio Marino a Ilaria Salis, e le tante anime del Pd, oggi tutte variamente soddisfatte, senza recriminazioni.

Elly Schlein è in questo percorso da protagonista, in Italia e in Europa dove sta nascendo una nuova generazione di politici socialisti, è il punto di equilibrio, di unità e di leadership di quella che sarà una strada lunga di rigenerazione, difficile ma possibile, per tornare a guidare il paese nelle sue inquietudini e attese contemporanee.

«Io abito nella Possibilità/ Una Casa più bella della Prosa/ Più ricca di Finestre/ Superiore/ quanto a Porte/ E per Tetto Perenne/ Le Volte del Cielo», ha scritto Emily Dickinson. La sinistra delle Possibilità.

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