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Fame, paura e l’otite di De Laurentiis. Viaggio nel funerale di Silvio Berlusconi

  • Fame, paura, vergogna. Queste sono le condizioni psicofisiche di cui faccio esperienza più di frequente nella mia vita e che non potevano non accompagnarmi anche al funerale di Silvio Berlusconi.
  • Lo scorso aprile è morto il mio nonno materno, che più di altri ha passato gli anni a disprezzare Berlusconi. Negli ultimi tempi era particolarmente ossessionato dall’idea che sarebbe morto prima di lui.
  • Il funerale finisce senza che nessuno mi insegua con dei forconi in fiamme e la bara sfila di nuovo tra gli applausi in mezzo a una selva di cellulari alzati, seguita dalla famiglia, da Sergio Mattarella e dal governo al completo.

Fame, paura, vergogna. Queste sono le condizioni psicofisiche di cui faccio esperienza più di frequente nella mia vita e che non potevano non accompagnarmi anche al funerale di Silvio Berlusconi. Di questa giornata mi ricorderò per sempre che avevo fame, paura e vergogna. Arrivo alle transenne dell’ingresso per la stampa in piazza Duomo alle 13 (fame) senza nessuna speranza che mi facciano entrare, dal momento che non ho accrediti a mio nome e che non sono tecnicamente della stampa. Non ho i

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