«Non siamo soddisfatti, dal governo non sono arrivate risposte o risorse aggiuntive». Mentre nei presidi davanti alle università italiane contro il caro affitti le prime tende iniziano a essere smontate, dal sindacato degli studenti Udu arriva la promessa di continuare a insistere per ottenere risposte dalle istituzioni. 

La mobilitazione

Ieri le manifestazioni sono continuate in nove città, tra cui Verona. Dove, come spiega Simone Agutoli, membro del coordinamento nazionale di Udu, «stiamo pensando di concentrare le nostre forze per portare avanti il presidio fino a settimana prossima e farci trovare quando verrà in visita la ministra Anna Maria Bernini. La nostra mobilitazione comunque continua». Gli studenti infatti continuano a chiedere un confronto diretto con la titolare del dicastero per l’Università, che oggi si trova in Giappone in occasione del G7 dei ministri per la Ricerca. Ma a oggi, sottolinea Agutoli, «Bernini non ha risposto». 

I membri dell’organizzazione di sinistra Cambiare rotta, dopo aver piantato le tende davanti al Mur, sono invece stati ricevuti al ministero e hanno consegnato una lettera con una lista di richieste per la ministra Bernini.

Mentre si aggiungono voci a sostegno delle rivendicazioni degli studenti (il rettore dell’università Federico II, Matteo Lorito, ha commentato ieri che gli studenti «hanno drammaticamente ragione, non solo a Napoli, ma soprattutto a Napoli che nel contesto nazionale è forse la città con il rapporto peggiore tra numero di studenti e numero di posti in alloggi a prezzo controllato»), la protesta oltrepassa i confini del mondo studentesco. A Milano, un piccolo manipolo di manifestanti del sindacato degli inquilini Asia Usb, insieme a rappresentanti di Potere al popolo e di collettivi cittadini, ha montato le tende davanti a palazzo Marino ieri mattina: «La questione abitativa non può essere risolta col canone concordato o con affitti moderati», hanno dichiarato, «l’unica soluzione generalizzata che può dare una risposta immediata è aumentare l’offerta pubblica di case». 

I fondi sbloccati 

Dalla maggioranza si rivendica lo sblocco di 660 milioni di fondi del Pnrr per procedere con la creazione di nuovi posti letto per studenti: misura che però non soddisfa né le opposizioni (ieri Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, ha commentato che «i 660 milioni di euro sbandierati in queste ore verranno utilizzati per individuare posti letto in strutture private nelle città e verranno poi messi a disposizione degli studenti») né i rappresentanti degli studenti. «I soldi sono sempre quelli già previsti, non c’è nulla di nuovo», commenta Agutoli. 

Mentre esprime invece apprezzamento la Conferenza dei collegi universitari di merito (Ccum): «Utilizzare e adattare gli immobili già presenti è l’unica strada possibile per creare i 52.500 posti letto in residenze universitarie entro il secondo trimestre del 2026», ha detto il presidente Vincenzo Salvatore. 

La proposta di Italia viva

Da Italia viva arriva è invece in arrivo un disegno di legge che vuole intervenire sul problema degli affitti «senza toccare la proprietà privata»: il ddl che porterà la firma della senatrice Raffaella Paita propone «la detassazione a chi affitta a studenti a canoni calmierati, sostegni alle giovani coppie, contributi agli studenti per il trasporto pubblico, l’istituzione di un fondo per riconvertire in studentati gli immobili inutilizzati». 

Con la detassazione, dice la senatrice «c’è un ribasso del 10 per cento. Quindi c’è uno sconto immediato per i contratti in essere senza però alterare il mercato». Mentre per quanto riguarda i trasporti: «Sono due gli interventi da fare: utilizzare il fondo nazionale trasporti incrementandolo per quelle realtà che concedono maggiori sgravi agli studenti. E migliorare i servizi. Perché si può anche abitare più distanti dall’università se i trasporti pubblici sono efficienti». 

Per Udu però «rimane necessario anche intervenire sugli affitti a canone libero», commenta Agutuli, «eliminando la cedolare secca al 21 per cento, che è un regime fiscale ancora troppo agevolato per questo tipo di affitti». 

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