Il caso Brugnaro torna in parlamento. Un’interrogazione orale sui conflitti d’interesse del sindaco di Venezia, indirizzata alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, è stata presentata da alcuni senatori del Partito democratico. Primo firmatario del documento è il senatore veneziano Andrea Ferrazzi, a cui si aggiungono altri 16 colleghi tra cui Valeria Fedeli, Dario Stefano e Tommaso Cerno.

I senatori del Pd chiedono di sapere «quali siano le valutazioni della ministra» sui conflitti d’interesse e «quali iniziative intenda adottare, nell’ambito delle proprie competenze, per salvaguardare il bilancio del comune di Venezia». Secondo Ferrazzi, il conflitto d’interessi del sindaco potrebbe violare l’articolo 78 del Testo unico degli enti locali.

Gli affari del sindaco-imprenditore erano già state oggetto nel 2019 di un’interrogazione parlamentare del senatore del Pd e, nei mesi scorsi, di quelle presentate dalla senatrice Orietta Vanin (M5s) e dai deputati Lia Quartapelle e Nicola Pellicani (Pd).

L’inchiesta di Domani

Gli affari del sindaco di Venezia sono stati indagati da numerosi articoli apparsi su Domani. Il 6 settembre Giovanna Faggionato riportava «gli incroci tra gli affari privati della galassia che fa riferimento a Brugnaro e gli incarichi pubblici anche più evidenti. Per esempio Paolo Bettio, socio del trust di Brugnaro nella società di comunicazione Attiva Spa, è stato nominato da Brugnaro-sindaco nell’ottobre del 2015 amministratore unico di Venis Spa, la società che gestisce tutti i servizi informatici del comune di Venezia».

Altri articoli sono comparsi sul giornale del 9, 10, 16, 17 e 25 settembre, in cui si riporta che l’area immobiliare veneziana dei Pili, «oggetto di molte accuse di conflitto d’interessi mosse da diverse forze politiche a Brugnaro, sindaco di Venezia e cofondatore con Giovanni Toti di Coraggio Italia, vale almeno 70 milioni di euro in più secondo lo stesso proprietario».

Tutte le puntate dell’inchiesta sul sindaco di Venezia:

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