Non è semplice destreggiarsi nel racconto storico degli anni di Tangentopoli per chi è nato a cavallo dai primi anni Novanta in poi. C’è un glossario di parole nato e usato all’epoca che oggi non sono più comuni e fanno riferimento a eventi e fasi che hanno cambiato la storia repubblicana. Qui una breve lista in ordine alfabetico:

A fra’ che te serve? 

La frase è attribuita all’imprenditore e costruttore Gaetano Caltagirone (morto all’età di 80 anni nel 2016) e secondo i racconti dell’epoca la ripeteva ogni volta che riceveva una telefonata da Franco Evangelisti, dirigente sportivo e politico cresciuto sotto l’ala dell’ex presidente del Consiglio della Democrazia Cristiana, Giulio Andreotti. A confermarlo è stato lo stesso Evangelisti, ex ministro della Marina mercantile, che in un’intervista rilasciata a Repubblica nel 1980 ha ammesso di aver ricevuto soldi da Caltagirone: «Ci conosciamo da vent’anni e ogni volta che ci vedevamo lui mi diceva: “a Fra’, che ti serve?”». 

Bustarella

La bustarella è un involucro contenente una somma di denaro che viene consegnata di nascosto a una persona investita di una pubblica funzione per ottenere in cambio un favore. Nel 1992 le mazzette per corrompere politici e funzionari venivano consegnate sia attraverso delle bustarelle ma anche con assegni o bonifici bancari depositati in conti esteri per evitare di essere tracciati. Generalmente la mazzetta partiva da una cifra intorno al 3 per cento del valore della gara di appalto che sarebbe stata pilota in favore di chi pagava.

Cinghialone

Foto LaPresse Torino/Archivio storico Storico 1992

«Cinghiale» o «cinghialone» fu il termine metaforico coniato dall’allora direttore del quotidiano L’indipendente, Vittorio Feltri, per indicare l’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi quale il bersaglio della “caccia grossa” delle indagini condotte dalla procura di Milano. Nel suo libro Il borghese. La mia vita e i miei incontri da cronista spettinato Vittorio Feltri ha raccontato come nasce il soprannome: «Scrissi che sarebbe stato opportuno acciuffare “il cinghialone”, che era appunto il leader dei socialisti. Lo battezzai io con questo simpatico epiteto, che peraltro gli calzava a pennello considerata la sua mole. Da quel momento, per tutti Craxi fu “il cinghialone” e fu davvero perseguitato». Quel soprannome è finito su tutti i giornali e l’ex direttore de L’indipendente ha ammesso le sue colpe: «Io sbagliai. E lo ammetto. E ho imparato dal mio errore».

Democrazia Cristiana

La Democrazia Cristiana (Dc) è il partito che ha dominato la vita politica italiana dalla fine della Seconda guerra mondiale al 1992. Alcide De Gasperi è stato uno dei fondatori e leader della Democrazia Cristiana, diventato presidente del Consiglio di otto governi dal 1945 al 1953 in un periodo di forte instabilità politica per l’Italia. Nel 1992 la Dc, come anche la maggior parte degli altri partiti e movimenti politici italiani finirono al centro delle indagini nello scandalo di Tangentopoli. Tra gli esponenti di spicco del partito c’è stato anche Giulio Andreotti.

Il cappio

Il 16 marzo del 1993 Luca Leoni Orsenigo, allora deputato della Lega Nord, si presentò in Aula alla Camera con un cappio in segno di protesta contro le inchieste di corruzione che coinvolgevano i partiti. «Il mio fu un gesto legittimo, il cappio in Aula lo rivendico, lì si stava votando il decreto Conso che gettava un colpo di spugna sulle malefatte dei partiti, sulle politiche del malaffare», ha detto di recente in un’intervista rilasciata all'Adnkronos.

Lo squalo

Negli anni in cui i soprannomi venivano affibbiati agli esponenti politici con facilità non può mancare “Lo squalo”, l’appellativo attribuito a Vittorio Sbardella, colui che veniva considerato come il “padrone” della Democrazia cristiana a Roma e uno degli uomini più vicini a Giulio Andreotti. Anche lui, come altri membri del suo partito venne travolto dallo scandalo tangentopoli. Dopo le indagini si dimise dal consiglio di amministrazione della Edit, la società editrice del settimanale Il Sabato. Morì nel 1994 all’ età di 59 anni per via di un tumore all’apparato digerente.

Mani Pulite

È uno dei termini più conosciuti dell’epoca e fa riferimento al nome giornalistico usato dalla stampa per identificare le inchieste giudiziarie portate avanti dalla procura di Milano e successivamente condotte ad altre procure italiane sulla corruzione tra mondo politico e imprenditoriale dell’epoca.

L’accostamento di «Mani pulite» alla politica è stato diffuso dal film Le mani sulla città del 1963 di Francesco Rosi, vincitore della Palma D’oro al festival del cinema di Venezia. In una scena del film alcuni deputati del Consiglio comunale di Napoli si difendono dalle accuse di corruzione dicendo: «Le nostre mani sono pulite!». Anche il deputato del Pci, Giorgio Amendola, in un’intervista rilasciata a il Mondo nel 1975 disse: «Ci hanno detto che le nostre mani sono pulite perché non l'abbiamo mai messe in pasta».

Mariuolo

©girella/lapresse archivio storico interni Milano anni '90 Mario Chiesa nella foto: Mario Chiesa nel suo ufficio

Mariuolo, cioè furfante, è il termine utilizzato dal leader del Psi Bettino Craxi per definire Mario Chiesa, dirigente di seconda fila del suo partito e primo arrestato nell’inchiesta Mani Pulite. Definendolo un «mariuolo isolato», Craxi intendeva distanziare dall’inchiesta un partito che in realtà, a suo dire, era integro e non corrotto. Le confessioni di Mario Chiesa, però, diedero inizio a una serie di indagini che provarono come il partito socialista aveva partecipato al finanziamento illecito dei partito fino ai suoi vertici.

Monetine

Monetine, oggetti e banconote sono quelle lanciate dai manifestanti contro Bettino Craxi all’uscita dell’hotel Raphael dove alloggiava quando si trovava a Roma. Il 30 aprile del 1993 la Camera aveva negato quattro delle sei autorizzazioni a procedere contro l’allora Segretario del Partito socialista per corruzione e ricettazione chieste dalla magistratura. I manifestanti si radunarono fuori l’hotel di lusso e appena Craxi uscì tirarono monetine e sventolarono banconote dicendo: «Bettino vuoi pure queste?».

Nani e ballerine

L’espressione venne coniata da Rino Formica, ex ministro delle Finanze, per definire in maniera dispregiativa gli ambienti in cui si muovevano alcuni esponenti del suo Partito socialista. Il termine è stato poi ripreso dall’ex ministro degli Esteri, Gianni De Michelis, per descrivere i suoi anni “festaioli” a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta con Craxi e altri esponenti del partito. La locuzione «nani e ballerine» è stato usato in quegli anni per evidenziare la mondanità di una classe politica vista come corrotta, ricca e lontana dagli interessi dell’elettorato. De Michelis è anche autore del libro Dove andiamo a ballare questa sera, una raccolta di luoghi in cui trascorrere le serate tra club e discoteche.

Pentapartito

Con il termine pentapartito si intende la coalizione di governo formata da cinque diversi partiti che hanno governato in Italia dal 1981 al 1991. I partiti che ne facevano parte erano: Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito Socialdemocratico, Partito Repubblicano e Partito Liberale. Tutti implicati nell’inchiesta di Mani Pulite. Si dice che l’accordo venne siglato nel 1981 durante il congresso del Psi fra il democristiano Arnaldo Forlani e il segretario socialista Bettino Craxi con la “benedizione” di Giulio Andreotti, tanto che il patto venne chiamato anche CAF, richiamando le iniziali di Craxi-Andreotti-Forlani.

Pool

Il pool è la squadra di magistrati (Di Pietro, Colombo, Davigo, Greco, Ielo, Ramondini, Parenti e Tito) che hanno condotto l’indagine su Mani Pulite. È storico il video in cui Antonio Di Pietro interrogò pubblicamente il leader del Psi Bettino Craxi il quale, davanti alle telecamere, spiegò come funzionava il sistema. Secondo gli ultimi dati i numeri dell’inchiesta sono i seguenti: 3.200 richieste di rinvio a giudizio, 1.254 condanne (circa il 40 per cento), 269 scioglimenti in udienza preliminare, 161 assoluzione nel merito in tribunale (in totale il 13 per cento).

Psi

Psi è la sigla del Partito socialista italiano nato nel 1892 e protagonista della storia politica italiana. Dopo lo scandalo tangentopoli il partito ricevette una sonora sconfitta alle elezioni politiche del 1994, anno in cui venne sciolto. Tra i suoi leader più importanti prima di Craxi si ricordano Filippo Turati e Pietro Nenni.

Tangentopoli

Stando alla definizione della Treccani per tangentopoli si intende: «Città in cui è diffuso il malcostume di pretendere e incassare tangenti, ossia somme di denaro richieste in cambio di favori, concessioni o altre forme d’intermediazione illecite da parte di chi è in grado d’influenzare la buona riuscita di tali affari o pratiche. Per estensione, il fenomeno, lo scandalo delle tangenti nella pubblica amministrazione e in ambienti politici». Il termine è entrato nel linguaggio di uso comune soprattutto dopo lo scandalo del 1992.

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