Il governo Meloni con la manovra tende una mano alla regione Sicilia, guidata dall’alleato Renato Schifani. Così l’ex presidente del Senato, uomo forte di Forza Italia nell’isola, potrà rendere più celere il rientro dal debito accumulato in sanità dalle precedenti giunte. L’aiuto si manifesta con uno stanziamento di 300 milioni di euro, da versare per il 2023, e che va a colmare una porzione della voragine ancora aperta nei conti siciliani. Nella bozza del decreto fiscale, collegato alla legge di Bilancio, visionata da Domani, spunta pure la solita manina a favore del Molise, territorio in cui imperversa Claudio Lotito, senatore di Fi.

Il solito Molise

Insomma, i conti sono complicati, come ripetuto ieri dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Ma l’esecutivo riesce a trovare degli interstizi per garantire un sostegno alle amministrazioni amiche. Il caso più significativo è appunto quello della regione Sicilia. Se tutto andrà come previsto, l’amministrazione dell’isola potrà beneficiare di un’iniezione economica, preziosa a ripianare le pendenze accumulate negli anni. Nel dettaglio la somma è prevista ­«a titolo di concorso all’onere derivante dall’innalzamento della quota di compartecipazione regionale alla spesa sanitaria».

Verrà erogata sulla base di un accordo da stipulare con il ministero dell’Economia. I 300 milioni di euro, però, impongono un piccolo sacrificio: bisognerà accorciare di due anni i tempi della chiusura del disavanzo. Prima il range era di un decennio, ora si restringe a 8 anni. Poco male. Un sacrificio comunque affrontabile. Un giorno il presidente Schifani potrà raccontare il mirabile risultato conseguito del ripianamento del disavanzo.

Discorso simile per la regione Molise, che di recente ha visto l’insediamento dell’amministrazione di Francesco Roberti, vincitore delle elezioni dello scorso giugno. Il neo-presidente, di Forza Italia come Schifani, dovrebbe ricevere dallo Stato 40 milioni di euro da spendere per favorire il rientro dal disavanzo accumulato. Ma il nome del Molise non riconduce immediatamente a Roberti: alle spalle, in controluce, si scorge la figura di Lotito, il senatore forzista che in territorio molisano ha conquistato l’agognato seggio a Palazzo Madama. Da allora si batte affinché il Molise possa trarre il massimo beneficio. In vari provvedimenti dello scorso anno aveva cercato di introdurre una misura spalma-debiti per dilazionare il pagamento degli arretrati. Dopo vari tentativi finiti male, il risultato è stato conseguito a maggio: il disavanzo della regione può essere ripianato in 10 anni, quindi entro il 2032. Il nuovo decreto collegato alla manovra dà un’altra spinta per uscire dalle secche prima possibile con 40 milioni di euro.

Aerei e velodromi

Il decreto, poi, non dimentica le province autonome di Trento e Bolzano, che peraltro domenica prossima andranno al voto. Ai due enti «è riconosciuto l’importo di 40 milioni di euro per l’anno 2023» con lo scopo di ristorare le «minori entrate attribuite per gli anni dal 2010 al 2022 a titolo di compartecipazione al gettito delle accise sui prodotti energetici ad uso riscaldamento», si legge nella bozza. La misura concretizza quindi un accordo stipulato il 25 settembre dal governo con le province, a meno di un mese dalle elezioni.
Tra gli altri capitoli previsti dal collegato alla legge di Bilancio c’è il finanziamento al settore della Difesa, esattamente 326 milioni di euro per i programmi di ammodernamento e rinnovamento del comparto aeronautico. Si tratta in particolare della partecipazione al programma Efa (European fighter aircraft), i caccia di ultima generazione. Infine tra le spese messe in conto, addebitate alla prossima manovra, c’è l’ulteriore saldo del contenzioso con il gruppo Toto per la Strada dei Parchi, l’autostrada che collega Roma all’Abruzzo. L’esborso ammonta a 150 milioni di euro che vanno a sommarsi ai 150 milioni stanziati nel 2020.

E se lo stop agli emendamenti dei parlamentari, deciso da Palazzo Chigi, può fermare le proposte localistiche (tipiche dell’iter di approvazione), ci pensa il testo del decreto a finanziare qualche misura territoriale. È il caso del velodromo di Spresiano, circa 13mila abitanti in provincia di Treviso: il governo metterà a disposizione 8 milioni di euro per la federazione ciclistica italiana con lo scopo di completare l’opera, ferma dal 2019 a causa della crisi del gruppo Pessina costruzioni. Lo sblocco delle risorse consentirà il completamento dell’impianto da 3mila posti.

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