La premier Giorgia Meloni è alla Camera per rispondere al question time. Circondata dai ministri, assenti i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini.

Alla domanda di Fratelli d’Italia sul disagio minorile ha rivendicato il modello Caivano, con stanziamento da 180 milioni e, «parlando da madre oltre che da presidente del Consiglio» ha citato papa Francesco e detto che «la nostra è la prima generazione che cresce figli completamente digitali e io ogni tanto mi sento disarmata perché non so che rischi mia figlia corre».

La premier ha detto che «è un tema di cui sarebbe bello occuparci insieme», citando la lettera di una madre la cui figlia si è suicidata. Per questo ha detto che istituirà un gruppo di lavoro su questa materia, «e voglio chiedere a tutti i partiti di aiutarmi in questo. Non so dire dove può portarci ma non è tempo perso».

Netanyahu

Il verde Angelo Bonelli ha presentato una interrogazione sulla situazione a Gaza e sulle «bombe di Netanyahu che hanno provocato un disastro umanitario».

Meloni ha risposto che «non abbiamo difficoltà a dire che la situazione umanitaria è sempre più ingiustificabile» ma anche che «è pericoloso assecondare i terroristi», riferendosi ad Hamas che «non deve avere futuro nella Striscia». Ha aggiunto che «non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori, consapevoli come siamo però che non è stata Israele a iniziare le ostilità e che c'era un disegno, come ho detto varie volte, alla base dei disumani attacchi di Hamas, della crudeltà rivolta contro gli ostaggi».

Ha ricordato il 7 ottobre ma anche il fatto di avere avuto più confronti con Netanyahu con cui non è stata d’accordo.

«il governo è stato in prima fila sul piano diplomatico e umanitario» e «In questi mesi ho sentito più volte il primo ministro israeliano» Netanyahu, con cui «ci sono state conversazioni anche difficili», ha sottolineato il presidente del Consiglio. «Continueremo a impegnarci per una cessazione permanente delle ostilità», ma «l’Italia non richiamerà il suo ambasciatore da Israele» perchè bisogna «mantenere con tutti un dialogo aperto, franco, se necessario anche critico».

Ha aggiunto di essere convinta che «si possa lavorare ad un quadro politico e di sicurezza regionale capace di porre fine al conflitto, aprire la strada ad un processo che conduca alla soluzione dei due Stati, e resto convinta che per farlo occorra partire dal piano di ricostruzione proposto dai Paesi arabi». 

Sicurezza

La Lega con il capogruppo Maurizio Molinari ha posto una domanda sulle forze dell’ordine e Meloni ha ricordato «che con orgoglio abbiamo inasprito le pene per chi colpisce le forze dell’ordine, per cui lo Stato sosterrà le spese legali per un massimo di 10 mila euro per ogni fase del procedimento».

Ha rivendicato il dl Sicurezza, attaccando le opposizioni: «La libertà di manifestazione ci sarà sempre ma finché ci saremo noi al governo non ci sarà la libertà di insultare le forze dell’ordine».

Il deputato di Più Europa Riccardo Magi, travestito da fantasma con la scritta “referendum”, è stato portato via di peso dall’aula mentre ha manifestato contro la richiesta di astenersi al referendum. 

Green deal e congiuntura economica

Forza Italia ha chiesto a Meloni lo stato della modifica del Green deal in Europa.

«Sulle nostre proposte revisione riscontriamo consenso crescente», ha detto, parlando di «neutralità tecnologica» e del confronto tra Italia e Germania per «il rilancio in primis del settore dell’auto, il dialogo è avviato, in una fase di instabilità nei mercati internazionali bisogna eliminare i dazi interni e bisogna invertire la rotta in modo deciso».

Meloni ha definito quella del Green deal «una visione eccessivamente ideologica della transizione verde, che si è rivelata drammatica» e «la stessa Commissione ha avviato diversi correttivi con un approccio più pragmatico che l'Italia ha contribuito a imporre, per esempio sulla siderurgia, la chimica, l'energia; abbiamo presentato con paper tematici, sui cui stiamo riscontrando un consenso crescente». Ha aggiunto che «sono state di fatto sospese le multe ai produttori di auto per interrompere quella spirale che ha visto chiudere stabilimenti produttivi e l'acquisto di quote verdi da parte di competitor extra Ue: l'emblema del fallimento di Timmermans, un monumento alla desertificazione industriale di cui qualcuno dovrà pagare conto».

Sulla questione energetica l’ha interrogata invece Azione, che prosegue nel suo feeling con il governo. Meloni ha concordato sulla necessità di impegno sul nucleare e «l’iter del ddl delega va avanti, il testo sarà presto esaminato dal parlamento e conto sul contributo trasversale delle forze politiche».

Anche Italia Viva ha chiesto a Meloni di riflettere sulla congiuntura economica in cui si trova il paese e le riforme necessarie: «Sale tutto, tranne stipendi e pensioni».

Meloni ha ribadito invece i migliori risultati del suo governo rispetto al passato dei governi del centrosinistra e ha rivendicato «il trend positivo» anche nella crescita occupazionale, ricordando che «lo spread ora è sotto i 100 punti base». Quindi, «i numeri raccontano di un’Italia che va meglio che in passato».

Nella replica, Maria Elena Boschi – applaudita anche da M5S e Pd – ha criticato l’«arroganza» di Meloni, «e della sua inadeguatezza si stanno accorgendo anche i leader internazionali».

Meloni invece ha affondato sul referendum: «Il variegato mondo dell’occupazione quando è al governo fa delle riforme su cui poi chiede di fare un referendum».

Sistema sanitario

Meloni è stata interrogata dal gruppo di Noi Moderati sulla sanità e ha risposto che «questo governo ha destinato risorse record al sistema sanitario» e «risorse anche alle Regioni per ridurre le liste d’attesa». Purtroppo «non basta mettere più soldi per risolvere il problema se poi quelle risorse non vengono gestite al meglio», ha detto come già fatto anche al Senato, riferendosi alle regioni e ricordando la piattaforma per il monitoraggio delle liste d’attesa.

Riarmo

Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, è invece intervenuto per chiedere conto del piano di riarmo: «Ha detto sì a un piano per riarmare la Germania, mentre l’Italia ha un cappio al collo».

Meloni ha attaccato, ricordandogli di aver sottoscritto un aumento delle spese militari da 15 miliardi di euro: «Non era evidente la sua posizione» quando avete approvato piani per aumentare le spese in difesa. «Ma sarà stato uno dei tanti altri “Giuseppi” che abbiamo visto in questi anni», ma noi «manterremo non solo gli impegni nostri, anche gli impegni vostri».

La premier ha ribadito che «dobbiamo rafforzare la difesa e lo dobbiamo fare per noi stessi. Oggi l’Italia e l’Ue non sono autosufficienti, dobbiamo costruire un pilastro europeo dell’alleanza atlantica».

Conte le ha risposto chiedendole un gesto su Gaza, di alzarsi in piedi per condannare «lo sterminio». Le opposizioni si sono tutte alzate, Meloni e la maggioranza sono rimaste sedute.

Sanità

Anche Elly Schlein è intervenuta sul tema della sanità: «Perchè la state smantellando?».

Meloni ha risposto definendo la sua «propaganda per cui è costretta a mentire» e ha elencato che «il fondo sanitario nazionale è stato portato a 136 miliardi ed è il livello più alto di sempre, perchè nel 2022 era 126 miliardi». Ha rivendicato lo stop dei medici gettonisti, «provenienti guarda caso dalle cooperative» e abbiamo messo un limite all’intra moenia, con visite private in libera professione negli ospedali pubblici.

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