Gli over 70 continuano a morire e le regioni continuano a vaccinare come capita. Ieri è stata la giornata ruggente della Puglia che per Pasqua e Pasquetta ha organizzato, testuale, “una sessione straordinaria dedicata a genitori, tutori, affidatari, caregiver e familiari conviventi di persone con disabilità grave minori di 16 anni”. Hanno vaccinato solo loro. Anzi, stando alla protesta di Dario Iaia, sindaco di Sava (Ta), a un certo punto si è diffuso un passaparola per cui anche se il disabile grave aveva più di 16 anni tutta la famiglia poteva chiedere il vaccino. Secondo Iaia il tam tam è stato più efficace a Martina Franca, dove si sono vaccinati in 402, il doppio di Taranto in rapporto agli abitanti.

La situazione

La campagna vaccinale prosegue con i ritmi incalzanti della commedia all’italiana. Il Nucleo ispettivo regionale sanitario (Nirs) ha denunciato alla procura della Repubblica di Bari casi di cosiddetti “furbetti”, in particolare numerosi sedicenti “volontari”, in decine di casi minorenni. «Non so come abbiano fatto», ha dichiarato all’Ansa il capo degli ispettori Antonio La Scala, specificando che «hanno tolto il vaccino a persone che ne avevano bisogno e che poi, in molti casi, sono morte».

Chissà se lo ha detto al suo capo, il governatore Michele Emiliano. Finora ha dedicato agli over 80 solo il 39 per cento delle dosi di vaccino, meno della già bassa media nazionale, ma non ha ancora spiegato perché la Puglia e la Campania hanno riservato al personale scolastico il 15 per cento delle dosi mentre regioni non prive di scuole e università come Toscana, Lazio e Piemonte si sono fermate all’8 per cento. Forse non c’è niente da fare, sicuramente non è stato fatto niente. Il 24 marzo il presidente del Consiglio Mario Draghi si è scagliato contro i governatori che hanno privilegiato categorie «in base a qualche loro forza contrattuale» ma le cose sono continuate come prima. Rifacciamo i conti. Dal primo marzo 2020 al primo marzo 2021 sono morti di Covid 96 mila italiani, 83 mila dei quali (l’86 per cento) avevano più di 70 anni. Grazie ai vaccini nel mese di marzo gli over 70 hanno rappresentato l’84,5 per cento dei decessi. La riduzione è marginale.

Continuano a morire gli over 70 e si continuano a vaccinare gli under 70. Con risultati evidenti, regione per regione. La Puglia a febbraio ha avuto il 7,07 per cento dei morti italiani, a marzo è salita al 7,54. C’entra qualcosa che la regione governata da Emiliano ha cominciato a vaccinare gli over 80 il 22 febbraio, il giorno dopo gli insegnanti? Il Piemonte ha dato agli over 80 il 47 per cento delle dosi, un record (la media nazionale è ferma al 40) ma è passato dal 5,74 per cento dei morti a febbraio al 9,75 di marzo: c’entra qualcosa che anche il Piemonte ha iniziato a vaccinare la categoria più a rischio il 22 febbraio, due giorni dopo il personale scolastico? La Campania, sempre da febbraio a marzo, è passata da contare il 5,42 per cento dei morti italiani ad averne il 7,28 per cento: il governatore De Luca ha cominciato a vaccinare gli over 80 l’8 febbraio, due settimane prima di quegli altri, ma ha dato loro solo il 28 per cento delle dosi mentre dava agli insegnanti il 15 per cento dei vaccini disponibili: solo che gli anziani continuano a morire, gli insegnanti no.

La Lombardia ha iniziato a vaccinare gli over 80 il 18 febbraio, lo stesso giorno delle forze armate, e da febbraio a marzo è passata dal 17 al 21 per cento del numero dei morti. Questa è la situazione e non c’è nessuno che dica basta.

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