Sciogliere il Pd per salvare la sinistra? - il dibattito di Domani

Partiti antenati, voti e correnti. I veri e i falsi problemi del Pd

26/09/2022 Roma, conferenza stampa del segretario del Partito Democratico per commentare l esito delle elezioni del 25 settembre. Nella foto Enrico Letta
26/09/2022 Roma, conferenza stampa del segretario del Partito Democratico per commentare l esito delle elezioni del 25 settembre. Nella foto Enrico Letta
  • Si discute da giorni sull'ipotesi di sciogliere il Pd. Un’idea che si basa, tra le altre cose, sulla perdita consensi. In particolare sui voti in meno presi nelle roccaforti della sinistra, come mostrano alcune mappe dell’Italia. Ma questo indicatore è fuorviante: si arriva “primi” in relazione alle dimensioni degli altri partiti.

  • Per fare contenti quelli a cui sta antipatico il partito, che non lo votano da anni e non lo voteranno, i dirigenti del Pd dovrebbero dire a chi invece ha continuano a farlo: arrivederci, scusateci, chiudiamo. E dovrebbero farlo nel momento in cui Il Pd può essere motore e baricentro della coalizione alternativa al centrodestra.

  • Il problema primario del Pd riguarda la inadeguatezza della linea politica, della strategia delle alleanze e della leadership. Il Pd non ha una chiara e coerente linea politica, percepibile come tale dall’opinione pubblica.

La tesi espressa più volte su Domani e sviluppata nello speciale uscito sabato 8 ottobre (La storia del Pd è finita), secondo cui il Pd dovrebbe sciogliersi, è basata a mio avviso su una lettura impropria del voto, sottovaluta i problemi assai seri, ma più circoscritti, che il Partito democratico deve risolvere e le responsabilità di cui dovrà farsi carico il prossimo segretario. Devo premettere che ho partecipato attivamente alla fondazione del Pd: con una relazione (applaudita da Romano Prodi

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