- Dall’inizio della legislatura, c’è un solo disegno di legge presentato dal senatore del Pd, Walter Verini, con lo scopo di intervenire sul reato di diffamazione a mezzo stampa, con un comma dedicato alle liti temerarie.
- A parole tutti i partiti e i leader, compresa la premier in carica Giorgia Meloni, chiedono di garantire la libertà di informazione. A patto di non disturbare i diretti interessati.
- L'appello di Primo Di Nicola, ex parlamentare, e primo firmatario nella scorsa legislatura del ddl contro le querele temerarie: «Serve la mobilitazione del mondo dell’informazione».
Un parlamento che non ha cuore la libertà di stampa. Non c’è nulla di nuovo, peraltro, visto che si pone perfettamente in linea con quanto accaduto fino a pochi mesi fa. Il punto è che la disattenzione sul tema è addirittura crescente, comprendendo le opposizioni. Dal Movimento 5 stelle al Partito democratico, per finire al terzo polo nessuno vuole condurre la battaglia. Senza tacere della maggioranza. L’ennesima conferma che la politica, nel suo insieme, preferisce brandire le querele come una



