Le prime proiezioni confermano le vittorie di Fico e Decaro. Anche Manildo in Veneto recupera rispetto alle tornate precedenti. I leader del centrosinistra convergono verso il comitato dell’ex presidente della Camera. Per celebrare il futuro campo largo. In attesa dei voti delle liste. Taruffi: «Pd primo partito delle regionali. L’alternativa c’è e la partita per le politiche del 2027 è aperta»
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In Campania Roberto Fico veleggia verso il 57 per cento contro il 35 per cento di Edmondo Cirielli; in Puglia Antonio De Caro vola verso il 65 per cento, oltre le previsioni della vigilia, contro il 32 per cento dello sfidante Luigi Lobuono; e anche in Veneto se il leghista Alberto Stefani balla intorno al 60 per cento, il candidato del centrosinistra resiste al 30 per cento. Le prime proiezioni del risultato delle regionali di domenica e lunedì confermano, a grandi linee, i risultati attesi. Due regioni al centrosinistra, una a destra, ma anche in quest’ultima il campo largo tiene le posizioni assai meglio che nei giri precedenti, quelli in cui il presidente Zaia sbaragliava tutti.
A fare i primi commenti in tv per il Pd va Igor Taruffi, responsabile organizzazione, uomo di numeri, e anche il dirigente che, agli altri voti delle regionali, aveva chiesto di fare i conti alla fine. Finalmente li può fare, e può togliersi qualche sasso dalla scarpa contro analisti e commentatori che, dopo le sconfitte della sinistra in Calabria e nelle Marche, avevano decretato lo stato comatoso della coalizione. «Se contiamo i voti delle ultime dieci elezioni regionali, scopriamo che il Pd è il primo partito e Fdi il secondo e che il centrosinistra è davanti al centrodestra. Questi non sono sondaggi ma voti reali nelle diec regioni dove si è votato», dice con soddisfazione collegato con La7.
«Una vittoria schiacciante in Puglia, una vittoria larga in Campania e in Veneto partivamo dal 17 per cento e siamo oltre 30, siamo in recupero pur in presenza di una sconfitta. Ha vinto il centrosinistra ma soprattutto un'idea di alternativa che nel paese c’è. L’alternativa c’è e la partita per le politiche del 2027 è aperta». Ora l’unico dubbio sulle politiche è la prossima mossa di Giorgia Meloni: «Vogliono cambiare la legge elettorale perché sanno, e oggi dopo il voto in Puglia e in Campania lo sanno ancora di più, che non vincerebbero le elezioni».
Schlein a Napoli (e non a Bari)
Nel primissimo pomeriggio si sparge la notizia che la segreteria Pd è partita alla volta di Napoli. E se ne capisce il motivo: è vero che la vittoria del candidato dem in Puglia si preannuncia come molto più ampia. Ma è pur vero che Decaro non ha voluto i leader della coalizione nazionale alla chiusura della sua campagna elettorale, e che la sua vittoria non ha lo stesso significato di quella di Fico in Campania. E che Schlein è la leader che più ha investito nella vittoria del candidato, per cementare la futura alleanza di centrosinistra: ha dovuto trattare con l’uscente Vincenzo De Luca, rimangiandosi tutta la sua narrativa anti-cacicchi, ha dovuto accettare il figlio del presidente come nuovo segretario del Pd campano, ha dovuto rinunciare a un candidato del Pd. Tutto per scommettere nel futuro campo largo alle politiche del 2027.
A Napoli, al comitato elettorale di Roberto Fico, la Fabbrica Italiana dell'Innovazione, convergeranno anche Giuseppe Conte, che raccoglierà la vittoria del suo secondo presidente di regione, dopo Alessandra Todde in Sardegna, ma anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, per Alleanza Verdi e Sinistra, e Maria Elena Boschi, per Itala Viva. Con Riccardo Magi, anche lui in arrivo al festeggiamento, è la stessa squadra della chiusura della campagna di Fico.
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