Dopo la candidatura di Silvio Berlusconi per la corsa al Quirinale varata dal vertice di centro destra di venerdì, il Partito democratico si riunisce in streaming per decidere la linea da tenere alle prossime elezioni del presidente della Repubblica.

L’incontro online è stato aperto dal segretario del Pd Enrico Letta ricordando, ancora una volta, la scomparsa di David Sassoli a cui è stata dedicata la sezione Mazzini del partito.

«Oggi in questa sala David Sassoli siamo qui a prendere delle scelte molto importanti, in un passaggio di quelli che capitano poche volte in un decennio. Dalle scelte che faremo cambierà il futuro del Paese. È una riunione che prevede la partecipazione di 300 persone e l’unico modo credo sia farla in totale trasparenza e mi sono assunto questa responsabilità», ha detto Letta all’inizio del meeting che ha riunito i gruppi parlamentari e la direzione nazionale dem.

Ai suoi il segretario ha chiesto la delega per seguire insieme alle capogruppo di Camera e Senato, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, le trattative in vista del 24 gennaio, giorno in cui iniziano le votazioni per il successore di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica.

La proposta

Enrico Letta ha proposto a tutte le forze politiche un patto di larga legislatura per arrivare non solo alla scelta del prossimo presidente della Repubblica ma anche per i prossimi 14 mesi di governo prima delle prossime elezioni «per completare alcune fondamentali riforme per la buona politica». Il segretario dem ha fatto riferimento ai nuovi regolamenti parlamentari per limitare il trasformismo, alla nuova legge elettorale e a nuove misure per contrastare la pandemia.

La candidatura del Cavaliere

«L’idea che nel nostro Paese e nel 2022 candidi Silvio Berlusconi è la notizia che rende più visibile l’elezione del Quirinale in tutto il mondo. Il passaggio di ieri non è un piccolo passaggio formale che sta dentro la dinamica domestica, ma è un passaggio che ha detto che nel nostro paese, guidato da Draghi, che ha fatto una scelta di rinnovamento, il centrodestra ha candidato Silvio Berlusconi», ha detto Letta.

Il segretario ha attaccato i modi in cui la candidatura di Berlusconi è avvenuta: «Si è confuso un atteggiamento rispettoso da parte nostra con l’idea che il centrodestra abbia il diritto di precedenza o prelazione sul presidente della Repubblica. Questo diritto non c'è, i numeri non l’assegnano, la situazione politica del paese non lo assegna». Letta ha proposto anche la scelta di un presidente istituzionale che sia super partes e non divisivo come il leader di Forza Italia.

Draghi

Mentre all’interno dei dem c’è chi spinge per un Mattarella bis e chi invece spera di vedere Draghi seduto sulla poltrona del Quirinale, Letta non si sbilancia e non fa nomi.

«Noi non vogliamo bruciare nessuno perché sappiamo che non abbiamo la maggioranza in parlamento», ha detto alla riunione in streaming. Nessun nome quindi per ora, per evitare di bruciare il candidato. Ma su Draghi ha chiesto ai suoi parlamentari di proteggerlo da «giochi politici» perché l’Italia non può permettersi di perderlo come presidente del Consiglio. Invocando, quindi, una continuità di governo.

La strategia

«Se si dovesse andare alle prime tre votazioni senza un accordo dovremo scegliere insieme e nostri alleati se andare su scheda bianca o convergere su un nome e dobbiamo decidere come comportarci se il centrodestra continuerà nella scelta sbagliata di candidare il capo politico più divisivo che possa esserci. Ogni capo politico è divisivo, ma se pensiamo ai 25 anni passati, è difficile pensare che Silvio Berlusconi non sia il più divisivo», ha detto Enrico Letta delineando la strategia sul primo turno di votazione.

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