La morte di un poliziotto a seguito degli scontri tra forze dell’ordine e i sostenitori del presidente americano, Donald Trump, avvenuti dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio, sembra avere ammutolito i sovranisti italiani che avevano finora cercato di esercitarsi in un ardito equilibrismo in cui condannare le violenze dei supporter del populista e allo stesso tempo cercare indirettamente di minimizzare le azioni dei fan accusando i movimenti antirazzisti americane di avere commesso azioni ben peggiori.

Le dichiarazioni di Ceccardi

Prima della notizie della morte dell’agente americano, l’ex candidata del centrodestra alla presidenza della Toscana, Susanna Ceccardi che aveva pubblicato su Facebook un post in cui specificava che a morire erano stati solo manifestanti e accusava la sinistra di usare doppi standard tra i manifestanti di destra e i membri del movimento Black Lives Matter che avevano protestato nei mesi scorsi contro le violenze razziste della polizia trovando un’opposizione molto più dura da parte delle forze dell’ordine americane.

Anche il giornalista della Verità, Daniele Capezzone, si è lanciato in parallelismi tra le proteste degli antifa e gli insorti pro Trump. Nel frattempo, però negli Stati Uniti a essere accusato di doppi standard è proprio Trump che non avrebbe voluto chiamare la guardia nazionale per sedare l’insurrezione obbligando il suo vice, Mike Pence, a intervenire per richiedere l’intervento delle forze dell’ordine federali. Trump ha poi provato a smentire questa versione. In precedenza, Capezzone aveva anche detto che, pur non essendoci prove sul presunto coinvolgimento del leader di Italia viva, Matteo Renzi, nei brogli, finora mai provati, commessi negli Stati Uniti per far eleggere Biden, non si poteva derubricare la teoria a complottismo.

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