Una partita giocata tutta sul campo dello sport, quella di Giuseppe Conte. Fino a sfidare la Lega per portare a casa un gruzzolo di voti per le prossime europee. L’operazione è ambiziosa: la scalata dell’ente di promozione sportiva (ets) Libertas, da anni feudo di Matteo Salvini. Un risultato che, stando agli ultimi eventi, il leader del Movimento 5 stelle sembra aver raggiunto.

Il segnale è arrivato alla cerimonia di conferma del presidente della Libertas, Andrea Pantano. L’ex premier era presente e si è anche seduto al tavolo insieme al presidente del Coni, Giovanni Malagò, nel ruolo di padrone di casa. Dimostrando di non essere in imbarazzo al fianco dei poteri forti.

Libertas per Conte

Nonostante la cornice istituzionale, davanti all’assemblea elettiva Pantano si è lanciato in sperticati elogi nei confronti di Conte. I toni erano da comizio, in piena campagna elettorale per le europee. «Il M5s è stato l’unico Movimento che ha dato i soldi al popolo. Nessuno lo aveva fatto prima», ha sottolineato il numero uno dell’ente di promozione sportiva.

«Vi chiedo di fare uno sforzo di memoria e ricordare il periodo del Covid», ha ribadito Pantano, «quando i nostri tecnici nelle palestre, gli istruttori, hanno preso soldi dallo stato. Questo lo ha fatto il presidente Conte e il Movimento 5 stelle. Grazie per aver dato questo contributo allo sport».

Finita qua? Macché. «I soldi sono arrivati non solo ai tecnici, anche alle associazioni», ha scandito il presidente della Libertas, raccogliendo un sonoro applauso dalla platea, sulla carta a trazione leghista.

Per Conte è stato un trionfo, insomma. Del resto, per recuperare voti, si è lanciato su un terreno di gioco lasciato sguarnito dal Movimento 5 stelle, dopo l’addio dell’ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e dell’ex sottosegretario Simone Valente, rivali interni di Conte che comunque presidiavano il settore.

Il leader del M5s ha cercato di imprimere un’accelerazione, inserendo nelle liste per le europee Carolina Morace, ex calciatrice con trascorsi politici all’interno di Possibile, il partito fondato da Giuseppe Civati. Ma a Conte non bastano i nomi, serve una struttura: così ha aperto la sfida con la Lega, entrando nel territorio avversario della Libertas.

Amarezza Caiazzo

In sala c’era peraltro Fabio Caiazzo, componente del cda di Sport e salute in quota Lega, fortemente sponsorizzato da Matteo Salvini, sebbene la nomina ufficiale sia stata del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Il fedelissimo del leader leghista non avrà preso bene l’accorato intervento di Pantano. E di certo non si sarà più sentito a casa insieme ai colleghi dell’ente Libertas, dove ha dettato legge per anni come direttore generale. Caiazzo ha tuttavia tenuto a precisare che non era «presente in sala durante i saluti istituzionali ne tantomeno e ovviamente durante i lavori assembleari. L'arco temporale ristretto della mia presenza in sala è riferito dopo le ore 14 per la premiazione di diversi atleti che seguo scrupolosamente da un punto di vista tecnico, essendo, è bene ricordarlo un ex Campione del Mondo di Taekwon-do». Quindi, «tengo inoltre a precisare che nessun imbarazzo ha suscitato lo sviluppo della giornata poiché come Consigliere di amministrazione di Sport e Salute nulla ho a che vedere con le direttive tecniche e operative di Libertas Aps».

Una precisazione che suona come l’indiretta ammissione di un certo imbarazzo. Ed è un problema in più per l’ex campione del mondo di taekwondo, oggi nel consiglio di amministrazione della società controllata dal ministero dell’Economia e già sulla graticola. Secondo un documento, inviato al cda di Sport e salute, Caiazzo non avrebbe i titoli per ricoprire quel ruolo. La situazione è in stand-by nell’attesa del parere dell’Avvocatura dello stato, investita dal caso nelle scorse settimane.

La seconda parte dell’intervento di Pantano ha avuto un sapore, se possibile, ancora più elettorale: «Conte ha fatto il Reddito di cittadinanza, il bonus edilizio (il Superbonus, ndr)». Insomma, ha concluso Pantano in visibilio, «per una volta i soldi non sono finiti alle lobby, alle case automobilistiche, alle case farmaceutiche o ai produttori di armi». Nemmeno il primo Alessandro Di Battista avrebbe fatto di meglio.

Infine, la stoccata al governo Draghi che è suonata come una melodia alle orecchie di Conte: «Vorrei ricordare il periodo successivo. Hanno continuato a bloccarci a casa e non hanno dato soldi. La stampa mainstream lo ha definito il governo dei migliori. I migliori ci hanno chiuso in casa, senza niente».

Le affermazioni di Pantano hanno fatto inarcare più di qualche sopracciglio negli ambienti sportivi, perché ha parlato nella sede del Coni. Sollevando il sospetto di una presunta violazione del codice del Cio che prescrive di non fare propaganda politica all’interno di Comitati olimpici nazionali. Ancora peggio a poche settimane da un voto come quello delle europee. Di sicuro qualche imbarazzo è stato creato a Malagò che ha dovuto fare da spettatore allo show del presidente della Libertas.

L’aspetto giuridico è comunque passato in secondo piano di fronte al dato politico: l’ente di promozione sportiva si è spostato con una decisa virata verso i Cinque stelle. Con un ulteriore retropensiero: che Conte voglia accreditarsi come interlocutore di Sport e salute. Nel caso in cui dovesse saltare Caiazzo, in caso di pollice verso dell’Avvocatura, il Movimento 5 stelle potrebbe ambire a piazzare un proprio nome nel cda della società pubblica.

© Riproduzione riservata