È attesa per questa sera alle 21 la riunione tra i senatori di Azione e quelli di Italia viva, ennesimo ultimo tentativo di ricucire i rapporti tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. Sul piatto, il tentativo di salvare i gruppi parlamentari congiunti tra i due partiti e, questa la speranza di Renzi, la possibilità di correre in un’unica lista centrista alle europee dell’anno prossimo.

Nel frattempo, però, Azione continua a perdere pezzi, indebolendo la posizione negoziale del leader Calenda. Questa mattina è stato il turno di Rimin, dove si è dimesso in blocco il direttivo provinciale. «In Emilia Romagna e in tutta Italia il partito sta perdendo pezzi e la spiegazione è semplice: se non si ascolta la base – scrivono i dirigenti locali in un post su Facebook – Non si andrà da nessuna parte e le persone capaci e motivate andranno altrove o, peggio, smetteranno di fare politica».

Le dimissioni del direttivo di Rimini arrivano dopo un’altra dozzina di uscite dal partito. In Emilia Romagna si era già dimessa la segretaria regionale e tutto il direttivo di Modena, città del senatore Matteo Richetti, braccio destro di Carlo Calenda. In Piemonte si è dimesso il segretario regionale, a Firenze quello cittadino, così come a Roma. In forme e modi diversi, tutti rimproverano a Calenda la scelta di rompere con Italia viva e l’eccessiva ingerenza sulle decisioni dei circoli locali,

La serie di dimissioni è stata probabilmente accelerata dai cattivi risultati delle amministrative e dalle nuove tensioni con l’alleato. La scorsa settimana, Calenda ha ribadito che non intende correre insieme ad Italia viva alle europee. In risposta, Renzi ha minacciato di sciogliere i gruppi comuni di Camera e Senato. Una decisione che rischia di mandare Azione nel gruppo misto, almeno al Senato: un’umiliazione politica che allo stesso tempo si trambuterebbe in una consistente perdita di finanziamenti.

In pochi all’interno di Italia viva ed Azione sembrano condividere la linea della rottura e per questa ragione questa sera è stato organizzato un incontro tra i senatori per cercare di trovare una soluzione. Nessuno dei due leader, però, sembra interessato a trovare un accordo. Calenda ha ribadito in questi giorni che «mentre noi eravamo impegnati in giro per l’Italia a sostenere le liste, spesso fatte insieme, per le amministrative», Renzi si occupava di trattare per sottrargli parlamentari. Dal canto suo Renzi, ha rigirato il coltello nella piaga dei guai del suo alleato, con un documentato articolo sul Riformista in cui vengono elencate tutte le dimissioni da Azione. Renzi è stato ancora più duro in un’intervista questa mattina, in cui ha definito l’alleato rivale «non adatto» alla guida di un partito.

© Riproduzione riservata