- Una polemica tra la scrittrice Michela Murgia e il candidato sindaco di Roma Carlo Calenda ha riportato di attualità la questione degli pseudonimi nelle liste elettorali.
- Anche in vista di queste amministrative centinaia di candidati hanno scelto di aggiungere al loro nome registrato all’anagrafe il loro soprannome o diminutivo.
- Altri invece, circostanza più bizzarra, hanno scelto come soprannome il nome di politici più famosi. Così a Roma Michetti è sostenuto da un Alessandro «detto Michetti» e da un Enrico «detto Sgarbi».
Questo fine settimana la scrittrice Michela Murgia ha accusato di sessismo il candidato sindaco di Roma Carlo Calenda per aver omesso il cognome di Cecilia Frielingsdorf da un manifesto elettorale. Frielingsdorf e Calenda si sono difesi sostenendo che, vista la difficoltà del cognome della candidata, avrebbero deciso insieme di utilizzare un’escamotage molto utilizzato nelle elezioni in cui è chiesto agli elettori di esprimere una preferenza: presentare sulla scheda un soprannome o uno pseud



