Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha concesso la grazia ad Alaa Abdel Fattah, tra gli attivisti più conosciuti della rivoluzione egiziana del 2011 e da allora detenuto e rilasciato in alcuni periodi. A dare la notizia al Qahera News, emittente con sede al Cairo: «Il presidente egiziano ha concesso la grazia per il resto della pena detentiva a diverse persone condannate [...] in risposta a un appello del Consiglio nazionale per i diritti umani». E aggiunge: «La decisione include Alaa Ahmed Seif El-Islam Abdel Fattah», tra le sette persone graziate.

La grazia concessa da al Sisi infatti è arrivata dopo che un gruppo indipendente per i diritti umani ha presentato una petizione all’ufficio del presidente a inizio settembre. Il Consiglio nazionale per i diritti umani, agendo per conto delle famiglie dei prigionieri, ha esortato al Sisi a considerare la situazione di el-Fattah – cittadino britannico ed egiziano – e quella degli altri sei detenuti per «motivi sanitari e umanitari». L’ufficio del presidente, lo scorso 9 settembre aveva dichiarato di aver ordinato alle autorità competenti l’esame del caso. È stato il primo momento in dieci anni in cui la possibilità di un suo rilascio è stata tangibile, scrive Reuters, nonostante le grandi campagne anche internazionali portate avanti negli anni.

La madre, Laila Soueif, ha dichiarato che, dopo aver appreso la notizia, si sta recando alla prigione dove è detenuto. «Non mi darò pace finché non sarà fuori», ha affermato. Secondo quanto ha riportato l’Associated Press, l’avvocato dell’attivista, Khaled Ali, ha riferito che dovrebbe essere rilasciato dalla prigione di Wadi Natron, a nord del Cairo, probabilmente entro i prossimi due giorni. «Il mio cuore sta per esplodere», ha scritto sua sorella Mona Seif su Facebook.

Diventata simbolo della battaglia per la liberazione del figlio, Laila Soueif ha passato lunghi periodi in sciopero della fame per chiedere la sua libertà. Dopo oltre 150 giorni senza cibo, la donna di 68 anni è stata ricoverata in ospedale a Londra, rischiando la vita. Tre giorni dopo, il primo ministro Keir Starmer ha chiamato il presidente egiziano. E, per consentire i tempi delle trattative, Soueif ha continuato uno sciopero della fame parziale, con 300 calorie liquide al giorno. 

Chi è Alaa Abdel el-Fattah

L’attivista è una delle figure più iconiche del movimento egiziano per i diritti umani. Ingegnere informatico e figlio di una delle più note famiglie di dissidenti egiziane, nel 2011 è tornato in Egitto per partecipare alle proteste di piazza Tahrir contro il regime trentennale del presidente Hosni Mubarak. 

El-Fattah, oggi 43enne, nel 2021 è stato condannato a cinque anni di prigione per diffusione di notizie false. Ma è nel 2006 che è entrato per la prima volta in carcere, a soli 25 anni. L’attivista ha usato il proprio corpo per ribellarsi a una detenzione politica, contro una condanna ingiusta, inumane condizioni detentive e il rifiuto, da parte della direzione delle carceri, di garantire i diritti consolari di cittadino britannico.

Quattro anni fa, infatti, ha ottenuto la cittadinanza britannica grazie alla madre. Soueif ha incontrato all’inizio del 2025 il premier Keir Starmer. 

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