L’annuncio del Pentagono, le difese aeree dirottate in Medio Oriente. Pyongyang triplica il proprio contingente in Russia: sono 30mila uomini
Una settimana fa il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva detto a una giornalista ucraina, il cui marito è impegnato a combattere al fronte, che avrebbe fatto il possibile per fornire a Kiev nuovi armamenti con cui proteggere le sue città dai sempre più intensi attacchi aerei russi. Lo scambio, notato da diversi giornalisti per l’insolito tono emotivo mostrato da Trump, non sembra aver prodotto effetti. Il Pentagono ha annunciato la sospensione dell’invio in Ucraina di una serie di armamenti, tra cui i missili antiaerei che ogni notte contribuiscono ad assottigliare le ondate di bombe e droni suicidi russi diretti contro Kiev e le altre città del paese.
Ucraina o Israele
Una portavoce della Casa Bianca ha detto che la decisione è stata presa dopo una «revisione compiuta dal dipartimento della Difesa sul sostegno e l’aiuto che forniamo a diversi paesi in tutto il mondo».
I missili antiaerei, come gli intercettori usati dai sistemi Patriot impiegati da Kiev, sono diventati uno degli armamenti più richiesti negli ultimi tempi. In particolare, il conflitto tra Israele e l’Iran ha impegnato considerevoli risorse americane. Secondo il progetto Arms Control Wonk, in dodici giorni di conflitto, gli Stati Uniti avrebbero impiegato oltre un anno di produzione di intercettori Thaad per proteggere Israele, che ha utilizzato anche decine di intercettori di produzione propria.
Kiev utilizza armamenti differenti per difendere le sue città, ma tra la capacità di produrre missili intercettori e la loro domanda c’è una disparità tale che i governi sono sempre più restii a cedere i sistemi in loro possesso.
Israele, ad esempio, si era impegnata a consegnare all’Ucraina alcuni dei suoi sistemi anti missile più vecchi, ma due giorni l’inizio dell’attacco all’Iran, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha comunicato che nessun sistema Patriot era arrivato da Israele e che gli Stati Uniti hanno destinato alla difesa del Medio Oriente 20mila missili anti drone che avrebbero dovuto essere consegnati a Kiev.
L’Ucraina ha un bisogno sempre più disperato di missili intercettori. Nei primi sei mesi del 2025, la Russia ha lanciato contro il paese oltre 23mila tra droni e missili a lungo raggio, più del doppio dei novemila impiegati nella seconda metà del 2024. Nel giugno dell'anno scorso, sei persone erano rimaste ferite nei bombardamenti russi sulla capitale Kiev, nel giugno del 2025, gli attacchi hanno causato 40 morti e oltre 200 feriti.
Caos alla Casa Bianca
Secondo diversi commentatori, c'è la possibilità che la decisione sia frutto di un’iniziativa del Pentagono, più che di un ordine diretto di Trump, una conferma che sotto la guida del tycoon le varie agenzie operano in maniera poco coordinata, producendo a volte effetti caotici. L’artefice di quest’ultima scelta sarebbe il sottosegretario alla Difesa, Elbridge Colby, noto per le sue posizioni contrarie al sostegno all’Ucraina, scrivono i media americani, e sarebbe motivata dalla riduzione dalla riduzione delle scorte di armi negli arsenali Usa, che rischierebbe di mettere in pericolo la sicurezza nazionale.
Ma gli ucraini non hanno perso le speranze di far cambiare idea agli Stati Uniti. «L’Ucraina e gli Stati Uniti stanno chiarendo tutti i dettagli relativi alla fornitura di supporto alla difesa, compresa la componente di difesa aerea», ha detto Zelensky, mentre il suo braccio, il capo del gabinetto presidenziale, Andrii Yermak, aveva rassicurato: «Siamo al lavoro, non credete ai titoli roboanti».
Anche il segretario della Nato, Mark Rutte, è intervenuto a favore di Kiev: «Nel breve termine l’Ucraina non può farcela senza tutto l’aiuto che gli alleati possono darle, in particolare per quanto riguarda la difesa aerea», ha detto in un’intervista al network Fox News.
Il destino delle sanzioni
Secondo il Moscow Times, gli Stati Uniti avrebbero «erroneamente» rimosso le sanzioni all’agenzia russa che si occupa dell’export di armi, Rosoboronexport, quando hanno rimosso le sanzioni alla Siria. Nel frattempo, il New York Times scrive che il rifiuto di imporre nuove sanzioni alla Russia da parte dell’amministrazione Trump si sta trasformando in un graduale indebolimento delle sanzioni ancora in atto, poiché il Cremlino sfrutta nuove società create ad hoc per aggirare le attuale limitazioni.
Secondo l’intelligence ucraina, la Corea del Nord si preparerebbe a triplicare il suo contingente militare in Russia. Lo scorso autunno, circa diecimila soldati nordcoreani sono stati inviati a fornire supporto alle truppe di Mosca impiegate nella riconquista della regione di Kursk, parzialmente occupata dagli ucraini.
Il Cremlino ha ufficialmente celebrato il loro ruolo nel corso della parata per la vittoria nella Seconda guerra mondiale, lo scorso 9 maggio. Secondo gli ucraini, almeno 4mila nordcoreani sarebbero stati uccisi o feriti nei combattimenti. Ora, i servizi segreti di Kiev dicono che Pyongyang si appresta a inviarne altri 25 o 30mila soldati in Russia. Secondo la Cnn, un funzionario di intelligence di un paese occidentale avrebbe confermato la stima. Secondo gli ucraini, queste truppe potrebbe essere schierate nei territori occupati dalla Russia, un fatto che rappresenterebbe un’ulteriore escalation.
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