La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha parlato al summit della Comunità politica europea, rassicurando il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che «l’Ucraina sarà aiutata finché sarà necessario» aggiungendo che Kiev difende la sicurezza dell’Europa e la legge internazionale senza la quale nessuno può essere al sicuro».  Meloni ha anche ribadito che questo vertice è di particolare importanza perché, citando papa Giovanni Paolo II, l’Europa «ha bisogno di respirare con due polmoni: uno occidentale e uno orientale», aggiungendo che questa previsione assume anche un nuovo significato «per il «momento storico attuale».

Meloni ha specificato che «la presenza di Zelensky al vertice è fondamentale in un momento in cui Kiev difende un valore fondante europeo: la libertà». Durante la mattinata il presidente ucraino ha detto che «Kiev non si fermerà finché non avrà vinto e che ha intenzione di organizzare un vertice con più paesi possibili per stipulare una pace».

Durante i lavori dell’incontro numerosi sono stati i leader che hanno espresso solidarietà incondizionata alla resistenza ucraina e al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, presente anche lui al vertice. 

APN

L’apertura dell’Europa 

Nel suo intervento Meloni non ha dimenticato di far riferimento anche alla Moldavia, alla Georgia e ai Balcani occidentali, riferendosi a loro come «nazioni che europee sono ed europee vogliono essere a 360 gradi». 

L’apertura verso i Balcani occidentali arriva il giorno dopo la proposta di un piano di crescita, presentato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha l’obiettivo di premiare quella regione degli «sforzi compiuti negli ultimi mesi» facendole godere dei vantaggi dell’Unione europea. Proposta a sua volta legata alla forte tensione – sempre presente, ma gravemente accentuata negli ultimi giorni – tra Serbia e Kosovo del nord, a maggioranza serba.

La situazione che si è creata nella regione balcanica è stata prontamente sfruttata da Mosca, che ha espresso la sua solidarietà alla Serbia e, continuando la sua politica di disinformazione sistematica in chiave anti-occidentale, ha attaccato le forze Nato accusandole di «aver provocato un’escalation e di aver poi propagandato il falso sugli eventi kosovari».

L’obiettivo quindi adesso dell’Unione Europea, che approfitterà anche di questo vertice, è di evitare che quei paesi possano entrare a far parte della sfera di influenza russa. Motivo per il quale l’alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, appena arrivato al vertice ha espresso al sua volontà di incontrare il presidente serbo, Aleksandar Vučić.

D’altronde alcuni analisti sostengono dalla fondazione della Comunità politica europea che, vista l’incertezza del formato del forum politico, la piattaforma potrebbe essere stata creata in realtà come mezzo per ricompattare l'Europa allontanando alcuni stati – specialmente i Balcani occidentali – dalle influenze russe e riavvicinare la Turchia che ultimamente si è mostrata spesso in contrasto con l’UE, anche se quest’anno questo secondo obiettivo sembra essere destinato a fare un buco nell’acqua.

Il vertice e la sua nascita

Si apre oggi in Moldavia, a Chisinau, il secondo summit della Comunità politica europea. Al forum partecipano 47 paesi, inclusi i 27 membri dell'Unione europea, la Gran Bretagna, i Balcani occidentali, la Turchia – grande assente di questa edizione –  e i paesi del Caucaso.

L’iniziativa è relativamente nuova. La piattaforma è stata proposta dal presidente francese, Emmanuel Macron, nel 2022 e il primo vertice si è tenuto a Praga nell’ottobre dello stesso anno. 

È nata in principio come risposta rigida e unita all’aggressione russa in Ucraina e la scelta della sede di quest’anno – a pochi chilometri dal confine ucraino e in un paese ex sovietico in parte occupato dalle forze russe – dimostra la volontà dei paesi europei di voler perseguire questa linea. 

Sia nel primo vertice che nel secondo infatti la Russia– insieme alla Bielorussia che ha sempre appoggiato Mosca nella sua «operazione militare speciale» a Kiev – sono state escluse. L’alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, commentando gli ultimi attacchi a Kiev ha esplicitamente detto che: «La Russia non è qui non perché non l’abbiamo voluta invitare ma perché Putin l’ha voluta escludere da questa Comunità lanciando la guerra ingiustificata contro l’Ucraina».

Associated Press/LaPresse

I bombardamenti in Ucraina

Nella notte altri missili russi hanno colpito la capitale ucraina. Negli attacchi tre persone sono morte: due donne e la figlia di nove anni di una delle due, e 19 sono state ferite. Il padre della bambina ha dichiarato che il rifugio antiaereo verso cui aveva cercato riparo con la sua famiglia è rimasto chiuso nonostante avessero bussato più volte. Le autorità ucraine hanno inviato un indagine in proposito. Nello stesso distretto sono anche state danneggiate tre scuole, delle case e una stazione di polizia. 

In tarda mattinata poi Mosca ha effettuato un raid contro un impianto industriale di Kharkiv. Una donna era rimasta intrappolata tra le macerie ma è stata estratta viva.

La guerra in Russia

Continuano anche gli attacchi in territorio russo. Questa mattina le forze armate della Federazione Russa hanno sventato un attacco contro Shebekino, nella regione di Belgorod. Mosca annuncia di aver ucciso 30 combattenti ucraini e di aver distrutto quattro veicoli blindati. Belgorod era già stata teatro di diversi attacchi da parte di soldati russi anti-Putin una decina di giorni fa. In particolare si tratta delle brigate russe Legione libertà e Corpo volontari russi. Entrambe hanno scritto oggi sui loro canali Telegram di essere rientrate in territorio russo, ma nessuna delle due riferisce di vittime tra le proprie fila e non solo, affermano di stare ancora avanzando.

La Federazione Russa accusa l’Ucraina di aver organizzato l’attacco e il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, aggredisce l’occidente per non aver condannato il «regime di Kiev» in merito agli attacchi, mentre invece la Russia è stata sanzionata per la sua «operazione speciale». Tuttavia lo Stato maggiore ucraino ha sempre negato ogni coinvolgimento diretto. ll governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha affermato che le forze armate ucraine hanno ripetutamente bombardato Shebekino con razzi Grad 122mm di progettazione sovietica, incendiando un dormitorio e danneggiando un edificio amministrativo. Sembra che nove civili siano riamsti feriti, mentre centinaia sono stati evacuati. 

Nel frattempo il Cremlino prende misure di sicurezza. Il sito di notizie Meduza ha comunicato che già prima del 26 maggio – giorno in cui uno stromo di droni arrivasse quasi fino al centro di Mosca, – l’amministarzione del Cremlino avesse deciso la costruzione di un rifugio antiaereo per alti funzionari.

La Russia sostituisce la brigata Wagner

Secondo l’istituto per lo studio della guerra (Isw) il comando militare russo avrebbe ordinato alle lle forze del capo della Repubblica cecena, Ramzan Kadyrov, di iniziare le operazioni offensive in Ucraina dopo il ritiro delle forze del Gruppo Wagner da Bakhmut. Il centro studi statunitense riferisce infatti che le forze cecene hanno ricevuto un nuovo ordine e hanno assunto la responsabilità sul fronte della regione di Donetsk per iniziare «attività di combattimento attive» e «liberare una serie di insediamenti». Kadyrov ha aggiunto che il  comando militare russo ha ordinato alle forze russe della Rosgvardia – la Guardia nazionale russa – e dell’Akhmat ceceno di iniziare azioni offensive lungo la linea del fronte anche nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson. Zaporizhzhia è un fronte importante per le armate russe, lì infatti c’è la più centrale nucleare europea, ormai sotto dominio di Mosca, e che sembra essere usata per scopi militari. La controffensiva ucraina lanciata settimane fa potrebbe voler far tornare la centrale sotto il comando ucraino anche se le forze di Kiev hanno detto di voler evitare qualsiasi incidente nucleare e ne chiedono la fine dell’occupazione.

Gli aiuti di Stati Uniti e Italia

Gli stati uniti hanno stanziato un nuovo pacchetto di aiuti militari del valore di circa 300 milioni di dollari. Secondo quanto precisato dal Pentagono il pacchetto comprende: artiglieria, blindature e munizioni, fra cui decine di milioni di proiettili per armi portatili.  Anche l’Italia aumenta i rinforzi di munizioni. In particolare con l’aumento di missili utili anche all’artiglieria navale munizioni e giubbotti antiproiettili, oltre al ricondizionamento di missili di difesa in disuso come gli Aspide. Lo stabilimento di Baiano di Spoleto dovrebbe fornire i missili “Vulcano” che possono raggiungere i 70 chilometri e possono essere utilizzati contro ogni tipo di obiettivo navale, terrestre o aereo.

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