Che l’incontro tra Mario Draghi e Joe Biden apra le porte a un nuovo «whatever it takes», come scrive il Washington Post, è ancora presto per dirlo. Ma se anche la visita alla Casa Bianca non dovesse portare a grandi cambiamenti in Ucraina, come quelli con cui nel 2012 Draghi salvò l’economia europea, il viaggio del presidente del Consiglio a Washington conferma la sua linea atlantista nella politica internazionale.

L’incontro

«Benvenuto, abbiamo molti argomenti di cui parlare», ha detto il presidente americano Joe Biden accogliendo calorosamente alle ore 14 locali di ieri il premier Draghi. «I legami tra i nostri due paesi sono sempre stati molto forti e questa guerra in Ucraina li ha resi ancora più forti. Putin pensava di poterci dividere ma ha fallito, non c’è dubbio», ha risposto Draghi nello studio ovale davanti ai giornalisti.

Il premier ha ribadito l’impegno dell’Italia nel continuare a imporre sanzioni alla Russia e gli sforzi per arrivare il prima possibile a un cessate il fuoco. «In Italia e in Europa le persone vogliono la fine di questi massacri, di questa violenza, di questa macelleria. Le persone pensano che cosa possiamo fare per portare la pace», ha detto Draghi che ha concluso il suo discorso presentando al presidente americano un’Europa unita.

«Quello che succede in Ucraina ha portato a cambiamenti all’interno dell’Unione europea, eravamo vicini e ora siamo ancora più vicini. So che posso contare su di lei come amico dell’Europa e dell’Italia. Una forte Unione europea è nell’interesse degli Stati Uniti».

Dopo le dichiarazioni rese alla stampa i due leader hanno tenuto un incontro riservato durante il quale hanno parlato delle relazioni bilaterali tra i due paesi, della guerra e delle crisi energetica e alimentare, provocate dal conflitto.

Draghi è intenzionato a portare a termine l’impegno italiano nell’ottenere un’indipendenza energetica da Mosca il prima possibile, così come i leader del G7 hanno garantito al presidente americano nell’ultimo vertice di domenica scorsa.

Il premier italiano è stato uno dei leader europei che si è mosso per primo nel cercare nuovi approvvigionamenti energetici e raggiungere l’indipendenza dal gas e dal petrolio di Mosca. Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno promesso che daranno una mano all’Italia e agli altri paesi europei, anche se al momento le quantità messe a disposizione sono limitate.

Tagliare i ponti

Da quando è iniziata l’invasione russa lo scorso 24 febbraio, Mario Draghi, a differenza di altri leader europei, ha tagliato i legami con la Russia, come hanno fatto Stati Uniti e Regno Unito. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha tenuto nove colloqui telefonici con Vladimir Putin con l’obiettivo di accelerare le mediazioni, risolvere la crisi umanitaria a Mariupol e convincere il presidente russo ad allontanare dagli impianti nucleari presenti sul territorio ucraino gli attacchi delle sue truppe.

Il premier Draghi, invece, ha tenuto solo un colloquio con il presidente russo. «La chiamo per parlare di pace», aveva detto il presidente del Consiglio all’inizio della sua telefonata, prima di avere la conferma che raggiungere presto una mediazione concreta che porti alla pace è molto complicato in questa fase della guerra. Negli ultimi settanta giorni il presidente del Consiglio italiano ha adottato una politica estera chiara.

È stato tra i leader che più hanno fatto pressione per un’entrata all’interno dell’Unione europea dell’Ucraina e ha inviato senza troppi indugi – nonostante i dissidi all’interno della maggioranza – armi verso Kiev. A differenza di quanto accaduto durante i due esecutivi guidati da Giuseppe Conte, Draghi sta proiettando all’estero una nuova immagine dell’Italia, considerata negli ultimi anni tra i paesi più filorussi d’Europa.

La visita

Nella giornata di oggi il premier Draghi è atteso al Congresso americano per una visita bipartisan con la leadership del Congresso e con la speaker Nancy Pelosi (già incontrata a Roma lo scorso ottobre).

Dopo le visite istituzionali, la giornata di oggi si concluderà anche con la consegna del premio Distinguished leadership award 2022 dell’Atlantic Council. Sarà consegnato dalla segretario americana al Tesoro Janet Yellen, la quale in audizione al Congresso ha detto ieri che la Russia «è chiaramente in recessione».

Alla stessa cerimonia di premiazione sarà presente anche l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi, premiato con il Business Leadership award «in riconoscimento del suo ruolo straordinario nell’industria energetica globale e per i passi coraggiosi che l’azienda ha compiuto verso un mondo a zero emissioni di carbonio». Il premio all’ad di Eni sarà consegnato dal ministro dell’Industria degli Emirati Arabi Uniti Sultan Ahmed Al Jaber.

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