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Ecco perché quando si parla di terrorismo l’Italia non conta

APN
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  • La conferenza sul terrorismo tra Macron, Kurz, Merkel, von der Leyen e Michel è stata un momento più simbolico che operativo. La proposta di Michel di una scuola per imam europea incontra scetticismo tra gli esperti di radicalizzazione. 
  • L’Italia non ha partecipato. Non è considerata dai partner europei un paese strategico nella lotta al terrorismo, forse perché è l’Italia stessa a non considerare il contrasto del fenomeno come priorità di sicurezza nazionale.
  • Oltre a varare una legge sulla radicalizzazione, Roma potrebbe fare la sua parte con un ruolo più assertivo nel controllo dell’immigrazione irregolare.

La videoconferenza del 10 novembre tra il presidente Emmanuel Macron, i cancellieri tedesco e austriaco Angela Merkel e Sebastian Kurz, il premier olandese Mark Rutte, Ursula von der Leyen e Charles Michel per l’Ue, che aveva come tema il terrorismo in Europa alla luce dei recenti attacchi in Francia e Austria, ha prodotto qualche proposta sul controllo di internet e il rapporto con le comunità musulmane; ma il momento è stato più simbolico che operativo. Von der Leyen ha annunciato un piano

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