L’operazione militare turca contro i curdi nel nord della Siria partirà dall’area di Manbij e Tal Rifat. Ne ha parlato esplicitamente il presidente Recep Tayyip Erdogan durante il suo discorso al gruppo parlamentare dell’Akp (il partito della Giustizia e dello Sviluppo), riportato dell’agenzia Anadolu.

Erdogan ha usato parole dure verso le due aree, considerate i primi obiettivi della campagna militare: «Ripuliremo Manbij e Tal Rifat dai terroristi». Non è una sorpresa il fatto che Ankara consideri le formazioni curde siriane come gruppi terroristici. Nelle regioni citate dal presidente sono infatti presenti le forze curde e il presidente turco le ritiene una minaccia per la sicurezza del paese.

Solo la scorsa settimana il leader turco aveva annunciato l’imminente inizio di una campagna, con l’obiettivo di mettere in sicurezza una zona profonda 30 chilometri dal confine tra Turchia e Siria. L’area, in realtà, è già in parte sotto il controllo di Ankara, in cui si trovano anche alcuni gruppi oppositori del presidente siriano Bashar al-Assad.

L’opposizione turca a Svezia e Finlandia

Nel suo discorso Erdogan ha anche parlato di Nato e della candidatura di Svezia e Finlandia per entrare nell’Alleanza. Il turco ha mandato un messaggio proprio a Stoccolma e Helsinki: «La Nato è un’organizzazione per la sicurezza, non un’istituzione per il sostegno a gruppi terroristici». Il riferimento è al presunto supporto che i due paesi scandinavi offrono ai gruppi armati curdi, secondo Ankara. Da qui, l’opposizione della Turchia a un loro ingresso. 

Il dialogo e i tentativi di ammorbidire la posizione turca però procedono. Nei colloqui avvenuti recentemente tra Erdogan e i leader svedesi e finlandesi, il “Sultano” aveva chiesto che venissero presi provvedimenti riguardo ai curdi e la fine dell’embargo militare imposto alla Turchia nel 2019. Tuttavia nel discorso di oggi ha avvertito di non aver ancora ricevuto delle «proposte concrete».

I tentennamenti e l’obiezione turca nei confronti di Svezia e Finlandia sembrano essere una mossa di Erdogan per attaccare nuovamente i curdi con l’ormai prossima iniziativa militare nel nord della Siria. Inoltre il presidente deve provare a risalire nel consenso della popolazione; a causa soprattutto della recessione economica che attraversa il paese, il suo gradimento è sceso.

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