«Sono felice di annunciare che Edan Alexander, cittadino americano tenuto in ostaggio da ottobre 2023, tornerà a casa dalla sua famiglia», aveva annunciato Trump su Truth. La liberazione, dopo 584 giorni di prigionia, è avvenuta nel pomeriggio: è il primo soldato dell'Idf, maschio e in vita, rapito il 7 ottobre 2023, ad essere liberato
Torna libero Edan Alexander, l’ostaggio ventunenne con doppia cittadinanza israeliana e statunitense. Nel pomeriggio Hamas lo ha consegnato agli operatori della Corce Rossa. Ad attendere l’ostaggio al confine della striscia di Gaza, l’inviato speciale americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e l'uomo del governo israeliano responsabile degli ostaggi, Gal Hirsch. Secondo il Times of Israel, Alexander sarà ora trasportato in una base dell’Idf a Reim.
La prima foto dell'ostaggio Usa Idan Alexander appena consegnato da Hamas agli operatori della Croce Rossa a Gaza, scattata da al Jazeera e rilanciata dalle tv israeliane, mostra il giovane in buone condizioni. L'emittente del Qatar ha riferito che «Idan Alexander è sano, ma ha avuto bisogno di aiuto per camminare quando è stato consegnato alla Croce Rossa».
Dopo una giornata di voci su un possibile rilascio di Alexander, dunque, l’ostaggio è tornato libero dopo essere stato prigioniero nella Striscia di Gaza per 584 giorni. Si tratta dell’ultimo ostaggio statunitense ancora in vita e del primo soldato, maschio, rilasciato vivo da Hamas da inizio conflitto. Gli ostaggi vivi sarebbero in tutto 21. La conferma sul giorno del rilascio era arrivata da Abu Obeida, portavoce militare delle Brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas, in una dichiarazione diffusa da Al Jazeera.
La liberazione era stata annunciata dal presidente Usa Donald Trump sul suo social Truth nella serata di domenica: «Sono felice di annunciare che Edan Alexander, cittadino americano tenuto in ostaggio da ottobre 2023, tornerà a casa dalla sua famiglia», ha scritto Trump, aggiungendo di essere «grato a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa notizia monumentale».
Per il presidente si tratta di «un passo compiuto in buona fede» verso gli Stati Uniti e Qatar ed Egitto, paesi che hanno assunto il ruolo di mediatori nei negoziati per la fine della guerra a Gaza, «per porre fine a questa guerra brutale e riportare tutti gli ostaggi vivi e i resti ai loro cari».
L’inviato speciale dell’amministrazione statunitense, Steve Witkoff, ha poi fatto sapere – riporta Ynet – che gli Usa stanno valutando la possibilità di portare l’ostaggio liberato in Qatar, con la sua famiglia, per un incontro con il presidente Trump.
Trump in Medio Oriente
Il rilascio avviene nei giorni in cui Donald Trump è in visita in Medio Oriente. Hamas aveva annunciato domenica che avrebbe liberato Alexander come gesto di buona volontà nei confronti dell’amministrazione statunitense. Il gruppo palestinese si attende che si dia corso agli accordi raggiunti con i rappresentanti Usa sulla «riapertura dei valichi, il flusso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e i progressi verso un cessate il fuoco», ha detto una fonte al quotidiano saudita Asharq Al-Awsat.
Tuttavia, l’ufficio del primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato che il rilascio di Alexander non porterà a un cessate il fuoco nella Striscia né al rilascio dei prigionieri palestinesi. Al contrario, ha ribadito che i negoziati per un possibile accordo che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza saranno condotti «sotto il fuoco nemico» e che il suo paese sta preparando «un’intensificazione dei combattimenti».
Per la liberazione, Hamas ha chiesto agli inviati Usa di assicurare uno «stop a tutte le operazioni militari israeliane per creare un corridoio sicuro» per il suo trasferimento alla Croce Rossa. Un corridoio per il rilascio sarà garantito da Tel Aviv, ha spiegato l’ufficio di Netanyahu, ma non un cessate il fuoco.
Intanto, l’Idf avrebbe iniziato i preparativi, secondo i media israeliani, a ricevere Alexander entro la giornata di oggi. Hamas non terrà alcuna cerimonia, a differenza dei rilasci precedenti, e dopo la consegna l’ostaggio sarà portato inizialmente nella base militare Re’im. Questa viene generalmente utilizzata per un primo controllo degli rapiti liberati e, talvolta, per il ricongiungimento con le loro famiglie prima di essere trasportati in un ospedale israeliano.
Raid israeliani
Lunedì all’alba due attacchi israeliani contro la scuola di Fatima Bint Asad, nel nord di Jabalia, città settentrionale della Striscia, hanno ucciso almeno 17 persone. Lo riferisce Al Jazeera, secondo cui le ambulanze hanno trasportato i feriti e i cadaveri all’ospedale indonesiano e all’ospedale Al Shifa.
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