Ci sono voluti solo venti giorni per assistere a nuovi raid aerei nella Striscia di Gaza. Almeno tre attacchi si sono verificati a Gaza City, Rafah e Khan Yunis. Violente esplosioni si sono verificate vicino all’ospedale al Shifa. Il cessate il fuoco tra Hamas e Israele non è mai stato così in bilico. L’ordine di riprendere i bombardamenti è stato impartito martedì pomeriggio dal premier israeliano Benjamin Netanyahu ed è stato eseguito dall’aviazione israeliana dopo poche ore. «Attacchi potenti e immediati» aveva detto nella riunione di emergenza convocata martedì.

La direttiva è quella di bombardare, per il momento, il sud della Striscia come risposta a quella che lo Stato ebraico considera una grave violazione dell’accordo di tregua: la mancata restituzione dei corpi degli ostaggi e gli scontri con alcuni soldati dell’Idf a Rafah. Non solo. Il premier sta valutando anche la possibilità di ampliare il territorio sotto il controllo delle Idf (attualmente al 53 per cento).

La nuova escalation preoccupa le Nazioni Unite e i mediatori. Ma non gli Stati Uniti. «Il cessate il fuoco sta tenendo. Credo che la pace a Medio Oriente resisterà nonostante le scaramucce», ha detto il vicepresidente JD Vance.

Le accuse di Tel Aviv

Sono due gli eventi che nelle ultime ore sono stati percepiti come gravi violazioni da parte del governo israeliano, che li ha utilizzati come pretesto per i nuovi bombardamenti.Il primo è lo scontro a fuoco che si è verificato nei pressi di Rafah tra alcuni soldati dell’Idf e alcuni miliziani, ma Hamas smentisce che siano stati i suoi, il secondo fa riferimento a ciò che è successo nella serata del 27 ottobre.

In pratica, l’ultima salma consegnata alle autorità israeliane è stata analizzata dall’istituto forense di Abu Kabir di Tel Aviv secondo cui i resti apparterrebbero a Ofir Tzarfati, il cui corpo era già stato recuperato dall’Idf due anni fa. Non c’era quindi nessuno dei tredici corpi che secondo i servizi di sicurezza dello Stato ebraico si trovano ancora nella mani di Hamas.

Come se non bastasse, secondo alcuni media israeliani l’ultima consegna è avvenuta dopo una messa in scena orchestrata nei minimi dettagli. I miliziani avrebbero scavato una fossa in un’area di Gaza City, portato i resti che si trovavano in un altro edificio e poi li avrebbe nascosti nella buca. In un secondo momento avrebbero chiamato la Croce Rossa per assistere al ritrovamento. Secondo le fonti, l’intero episodio sarebbe anche stato ripreso da un drone israeliano.

«Con l'attacco ai soldati dell'Idf a Gaza, l'organizzazione terroristica Hamas ha oltrepassato una linea rossa e l'Idf risponderà con grande forza», ha detto il ministro della Difesa Israel Katz in una nota. «Hamas pagherà molte volte per aver attaccato i soldati e per aver violato l'accordo per restituire gli ostaggi caduti».

Da parte sua Hamas accusa lo Stato ebraico di diffondere menzogne. «Israele deve rendersi conto che siamo impegnati a rispettare l'accordo e deve smettere di accusarci falsamente di violarlo», ha detto ad Al Jazeera. «La resistenza non ha alcun interesse a nascondere o ritardare la consegna del corpo di alcun prigioniero e affermiamo il nostro pieno impegno nei confronti dell'accordo», ha detto il portavoce Suhail al-Hindi.

In un comunicato le Brigate Ezzedine al Qassam hanno fatto sapere di aver rinviato la consegna del corpo prevista martedì. «L’escalation israeliana ostacolerà la ricerca e il recupero dei corpi», ha aggiunto il gruppo che è già in grave difficoltà nel localizzare i tredici cadaveri. Lo dimostrano anche i video circolati online nelle ultime ore in cui erano raffigurai alcuni miliziani che armati di pala e bombole di ossigeno erano alla ricerca dei corpi.

La rabbia

Nella ripresa dei bombardamenti hanno avuto un ruolo decisivo i ministri dell’ultradestra che erano usciti indeboliti politicamente dall’accordo siglato in Egitto e che ora vedono una breccia per riprendere la guerra. Il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, e quello delle Finanze, Bezalel Smotrich, hanno chiesto a Netanyahu di agire con violenza nella Striscia. «Dobbiamo distruggere Hamas completamente, una volta per tutte, in conformità con l'obiettivo centrale definito per la Guerra di Rinascita», ha detto Ben Gvir.

Anche il forum dei familiari degli ostaggi hanno chiesto al governo «agire con decisione». «Il governo israeliano non può e non deve fare finta di niente e deve agire con decisione», hanno dichiarato in una nota i famigliari. Una presa di posizione nuova rispetto a quella degli ultimi due anni.

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