Mentre nella Striscia di Gaza la situazione alimentare e umanitaria si fa sempre più drammatica, con il Programma alimentare dell’Onu che ha certificato che un terzo dei residenti della Striscia non mangia per giorni interi, secondo fonti militari riportate dai media israeliani l’Idf ha distrutto decine di migliaia di aiuti umanitari, tra cui ingenti quantità di cibo, che si sono deteriorati e sono scaduti dopo essere rimasti in attesa per molte settimane sul lato palestinese del valico di Kerem Shalom.

Emirati Arabi, Giordania e Gran Bretagna si sono detti pronti ad avviare forniture di aiuti umanitari per via aerea. Le autorità israeliane, pur continuando a sostenere che, sebbene la situazione umanitaria a Gaza sia difficile, non c'è una carestia diffusa, si sono dette disponibili a consentire gli aiuti per via aerea. Ma secondo l’Onu e l’Unrwa si tratta di una modalità «costosa e inefficiente» per far arrivare aiuti nella zona. Le Nazioni Unite hanno definito questa possibile mossa come una «distrazione dall'inazione» del governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu.

Intanto prosegue il dibattito, dopo le parole del presidente francese Emmanuel Macron poi sbeffeggiate da Donald Trump («La sua dichiarazione non cambierà nulla»), sul riconoscimento dello stato di Palestina. Secondo il premier britannico Keir Starmer ha detto che il riconoscimento «deve essere parte di un piano più ampio che alla fine si traduca in una soluzione a due Stati e in una sicurezza duratura per palestinesi e israeliani». La premier italiana Giorgia Meloni, riporta Repubblica, sebbene si dica «favorevolissima», crede che sarebbe «controproducente» riconoscere adesso lo stato di Palestina «senza che ci sia uno Stato della Palestina», perché sarebbe qualcosa che vale «solo sulla carta» e farebbe «sembrare risolto il problema quando non lo è».

PUNTI CHIAVE

18:11

 Idf: "Pronti per Flotilla, aspettiamo indicazioni politiche"

17:24

La Freedom Flotilla ha superato il punto dove è stata fermata la barca precedente

16:15

Regno Unito, Francia e Germania promettono "aiuti aerei per Gaza"

18:11

 Idf: "Pronti per Flotilla, aspettiamo indicazioni politiche"

L'esercito israeliano ha dichiarato che si sta preparando all'arrivo della nave Handala e che è in attesa di indicazioni dalla leadership politica. "L'Idf impone il blocco della sicurezza marittima sulla Striscia di Gaza ed è preparata ad affrontare una serie di scenari", ha affermato l'esercito in una nota citata da Haaretz. 

Poco dopo, una unità della marina militare israeliana, la Shayetet 13, ha lasciato da poco il porto israeliano di Haifa con l'ordine di "prendere il controllo (della barca Handala) della Freedom Flotilla e di fermare le persone a bordo": scrive su Instagram un membro della stessa Ong Freedom Flotilla Coalition, citando "siti web affiliati". 

17:24

La Freedom Flotilla ha superato il punto dove è stata fermata la barca precedente

La barca Handala della Freedom Flotilla, diretta verso le coste della Striscia di Gaza per tentare di forzare il blocco israeliano, ha superato il punto, al largo della costa egiziana, dove in giugno fu bloccata la nave precedente, la Medleen, con a bordo l'attivista Greta Thunberg e l'eurodeputata Rima Hassan. È quanto si può dedurre dal sistema di tracciamento della barca.

16:15

Regno Unito, Francia e Germania promettono "aiuti aerei per Gaza"

Regno Unito, Francia e Germania tornano a denunciare come "spaventosa" la situazione della popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza, sullo sfondo dei raid israeliani e delle restrizioni sulle forniture essenziali, e annunciano un piano congiunto per la distribuzione aerea di aiuti - autorizzata di nuovo ieri da Israele in risposta alle pressioni internazionali crescenti - in partnership con Paesi come la Giordania. Lo si legge in una nota diffusa oggi da Downing Street, dopo una nuova telefonata a tre fra Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz. 

L'impegno a riproporre il lancio degli aiuti dal cielo - strumento peraltro giudicato insufficiente e non esente da rischi - era stato già anticipato stamattina in un'intervista dal premier britannico. Ora viene formalizzato nell'ambito di un'iniziativa del gruppo E3 con Parigi e Berlino che comprende pure un piano per "l'evacuazione di bambini bisognosi di assistenza medica". I tre leader - si legge poi nella nota diffusa da Londra - "concordano sulla necessità vitale di assicurare piani robusti" non solo sul fronte umanitario, ma anche per arrivare a "un urgente cessate il fuoco a Gaza da trasformare in una pace duratura". Si impegnano infine a "lavorare a un piano" che ponga "le premesse di una soluzione a lungo termine" per "la sicurezza della regione" fondata sull'obiettivo dei due Stati per due popoli. 

16:13

Regno Unito, Francia e Germania: Iran cooperi sul nucleare o sanzioni

Regno Unito, Francia e Germania concordano sulla necessità che l'Iran riprenda "entro la fine di agosto la cooperazione con l'Aiea", l'agenzia atomica dell'Onu, e "torni al tavolo della diplomazia" sui suoi programmi nucleari, minacciando in caso contrario d'imporre nuovamente "sanzioni" contro Teheran. Lo si legge in una nota diffusa dopo una nuova telefonata a tre fra Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz dedicata in primis all'emergenza di Gaza. Call durante la quale i tre leader hanno pure ribadito il sostegno all'Ucraina, invocando "più pressione" sulla Russia per spingere "Putin a sedersi al tavolo negoziale".

16:12

Regno Unito, Francia e Germania: Israele fornisca gli aiuti necessari

Gran Bretagna, Francia e Germania hanno rivolto un appello a Israele affinché la popolazione di Gaza riceva gli aiuti di cui ha "disperatamente bisogno". La denuncia della situazione nella Striscia e la richiesta di interventi urgenti è contenuta in un comunicato diffuso dall'ufficio del premier britannico dopo il colloquio telefonico di oggi tra Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz, questa mattina. "I tre leader hanno parlato della situazione a Gaza, che hanno concordato essere spaventosa, e sottolineato l'urgente necessità di un cessate il fuoco immediato, affinché Israele revochi tutte le restrizioni agli aiuti e fornisca urgentemente a coloro che soffrono a Gaza il cibo di cui hanno disperatamente bisogno", si legge. Dal canto suo, "il primo ministro ha stabilito che il Regno Unito porterà anche avanti piani per lavorare con partner come la Giordania per lanci aerei di aiuti e l'evacuazione di bambini che richiedono assistenza medica". Tutti, poi, "hanno convenuto che sarebbe vitale garantire che siano in atto piani solidi per trasformare un cessate il fuoco urgentemente necessario in una pace duratura". Su questo, "hanno discusso la loro intenzione di lavorare a stretto contatto su un piano" che "aprirebbe la strada a una soluzione a lungo termine e alla sicurezza nella regione", si legge ancora. Una volta pronto, le tre capitali "cercheranno di coinvolgere altri partner chiave, anche nella regione, per promuoverlo".

15:17

Media: Usa valutano se e come rivedere la strategia per Gaza

Sei mesi dopo l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, la situazione a Gaza è più tragica che mai a dispetto dei tentativi di Washington di mettere fine alla guerra. Ed è forse venuto il momento di rivedere la strategia. Il primo a dirlo esplicitamente, anche se non pubblicamente, è stato il segretario di Stato, Marco Rubio: "Serve un ripensamento della strategia americana su Gaza", ha ammesso incontrando famiglie di ostaggi israeliani, a quanto riferisce il sito Axios. La crisi umanitaria è peggiore che mai, i negoziati sono in stallo e gli Stati Uniti e Israele sono sempre più isolati a livello internazionale. L'ultima rottura dei negoziati sulla tregua è andata ad aggiungersi a una lista sempre più lunga di occasioni mancate se non veri e propri fallimenti.

La crisi umanitaria peggiora e stanno emergendo crepe nella base Maga sul sostegno fin qui incondizionato di Trump al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Dopo che i colloqui di Doha sono saltati di nuovo, Trump ha detto che è tempo per Israele di "sbarazzarsi" di Hamas e "finire il lavoro". Ma non è chiaro, neppure in Israele, se sia una tattica negoziale o un vero cambiamento di rotta, un via libera a Netanyahu per intensificare ancora di più l'operazione militare. Fin qui, il presidente ha dato all'alleato sostanziale luce verde per fare tutto ciò che vuole a Gaza, dalle operazioni militari, ai negoziati sugli ostaggi, alla distribuzione degli aiuti umanitari, ricorda Axios. E anche se colpito dalle immagini dei bambini che muoiono di fame, non ha praticamente esercitato alcuna pressione su Netanyahu. In alcuni casi avrebbe persino incoraggiato Bibi a colpire ancora più duramente Hamas.

Ma nonostante il sostegno politico e le bombe anti-bunker, non sono cambiate le sorti di una guerra che Netanyahu era certo avrebbe risolto in tre mesi dopo l'arrivo di Trump. Gli Usa hanno lasciato che Israele violasse la tregua mediata da Steve Witkoff prima ancora dell'insediamento di Trump. E hanno appoggiato l'approccio incrementale - rilascio di alcuni ostaggi in cambio di tregue limitate - che pure né la Casa Bianca né Rubio condividono. Ma che a Netanyahu faceva comodo per motivi politici interni, in modo da non dover impegnarsi a mettere fine alla guerra. Il risultato è che non si vede ancora una via d'uscita credibile e che sia Netanyahu sia gli Usa sono più isolati a livello internazionale. Da qui la presa di coscienza che la strategia non ha funzionato. Ma ancora non è stato deciso se e come cambiarla. 

14:25

Unrwa: "Lanci di aiuti su Gaza inefficienti, sono distrazione"

Anche il direttore dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha criticato l'uso dei lanci aerei per consegnare aiuti umanitari a Gaza, definendoli "inefficienti" e una "distrazione" dall'affrontare le cause profonde della crisi. "I lanci aerei non invertiranno la crescente carestia", ha dichiarato il commissario generale Philippe Lazzarini, citato dal Guardian. "Sono costosi, inefficienti e possono persino uccidere civili affamati. Sono una distrazione e un'arma di copertura". "Una fame provocata dall'uomo può essere affrontata solo con la volontà politica. Togliere l'assedio, aprire i cancelli e garantire spostamenti sicuri e un accesso dignitoso alle persone bisognose. Trasportare gli aiuti è molto più facile, più efficace, più veloce, più economico e più sicuro. È più dignitoso per la popolazione di Gaza", ha sottolineato. I suoi commenti giungono mentre il Regno Unito intensifica il suo coinvolgimento negli sforzi internazionali per la distribuzione di aiuti via aerea.

13:43

Italiano a bordo della Freedom Flotilla: "Siamo in rotta per Gaza"

"Siamo in rotta per Gaza, tra 4-5 ore raggiungeremo il punto dove due mesi fa è stata intercettata l'altra nave, la Madleen". Lo dice Tony La Piccirella, uno dei due skipper della nave Handala di Freedom Flotilla, salpata da Gallipoli dopo la partenza da Siracusa, che si sta dirigendo verso Gaza, in un audio inviato all'ANSA. Riferendosi al precedente sequestro della nave di Freedom Flotilla afferma che "se non arriveremo ad Ashdod sulle nostre gambe, vuol dire che Idf ci ha intercettato, è salito sulla nostra barca e ne ha preso possesso, ci ha sequestrato illegalmente in acque internazionali e ci ha portato ad Ashdod con un rapimento di persona". 

 "Noi quello che possiamo fare sarà entrare in sciopero della fame e rifiutare il rimpatrio", dice ancora La Piccirella. "Se ci fermeranno sarà perché i governi non hanno protetto la missione e hanno consentito un'azione illegale in acque internazionali in violazione di tutti i diritti e delle leggi internazionali. Se ci porteranno a Ashdod sarà contro la nostra volontà, saremo sequestrati, con l'Idf che prenderà il controllo dell'imbarcazione in forma militare armata". La Piccirella esprime "solidarietà del popolo palestinese perché se anche arriverà nei prossimi giorni un quantitativo esiguo di aiuti umanitari autorizzati da Israele saranno utilizzati come forma di controllo e sterminio come nell'ultimo mese". "Noi vogliamo la fine immediata del blocco navale, la libertà del popolo palestinese di autodeterminarsi, il riconoscimento dello stato della Palestina e la fine dei bombardamenti e della complicità di tutti i governi a cui apparteniamo. Io parlo per quello italiano".

13:31

Gaza, funzionari di Israele al Nyt: "Nessuna prova che Hamas rubasse aiuti Onu"

Non ci sarebbe nessuna prova che il movimento islamista palestinese Hamas rubasse in maniera ripetuta gli aiuti umanitari delle Nazioni Unite diretti nella Striscia di Gaza. Lo rende noto il New York Times, citando funzionari militari israeliani e altre fonti israeliane, tutti in forma anonima. Le fonti hanno riferito che "anche se Hamas ha rubato a volte da organizzazioni più piccole che donavano aiuti" ma non erano presenti sul campo per supervisionare la distribuzione, "non ci sono prove che Hamas rubasse in maniera regolare dall'Onu". Le Nazioni Unite erano il "fornitore maggiore degli aiuti", hanno spiegato le fonti. Il sistema di distribuzione di aiuti dell'Onu, hanno riferito i funzionari, "era efficace" nel fornire cibo alla popolazione di Gaza. Per molto tempo Israele ha bloccato l'ingresso degli aiuti Onu affermando che Hamas li rubasse per usarli allo scopo di controllare la popolazione, fino a instaurare un nuovo sistema gestito da un'impresa privata statunitense (la Gaza Humanitarian Foundation, Ghf). Tuttavia, riferiscono le fonti al "Nyt", il sistema precedente era "affidabile e meno vulnerabile alle interferenze di Hamas" soprattutto perché l'Onu gestiva l'intero processo e distribuiva gli aiuti direttamente all'interno di Gaza.

Le stesse fonti hanno riferito che dopo aver appurato che non ci fossero furti sistematici da parte di Hamas, i membri dell'esercito si sono riuniti a metà marzo con il consigliere militare del governo di Benjamin Netanyahu per discutere del nuovo sistema di distribuzione aiuti. Nel corso della riunione, i militari avrebbero espresso preoccupazione per il fatto di affidare alla sola Gaza Humanitarian Foundation la distribuzione degli aiuti e avrebbero presentato un piano per espandere il ruolo dell'Onu nelle parti di Gaza non coperte dall'impresa privata. Inoltre, avrebbero suggerito di autorizzare l'Onu a distribuire tipi di aiuti non compresi in quelli della fondazione privata, come il materiale medico. Tuttavia, il governo ha rifiutato questo piano. A maggio, il governo ha infine autorizzato gli aiuti Onu a entrare e a operare accanto a quelli della Ghf. 

12:24

Wafa: morto un altro neonato a Gaza, 3 in 24 ore 

Un neonato, Hud Arafat, è morto stamattina a Gaza a causa di grave malnutrizione e mancanza di latte artificiale: lo affermano fonti mediche, citate da Wafa. Con la morte del piccolo sale a tre il numero dei bambini morti di fame e malnutrizione nelle ultime 24 ore, portando il bilancio totale delle vittime di fame a Gaza a 124. Fonti mediche hanno affermato che 84 bambini sono tra le vittime della mancanza di cibo nella Striscia, riporta Wafa.

11:00

Israele: colpiti 100 "obiettivi terroristici" nell'ultima giornata

Nel corso dell'ultima giornata, l'Aeronautica militare israeliana (Iaf) ha colpito oltre 100 "obiettivi terroristici" in tutta la Striscia di Gaza. Lo rendono noto le Forze di difesa israeliane in una nota su Telegram. Tra gli obiettivi colpiti, prosegue la nota, "cellule terroristiche, tunnel da combattimento, infrastrutture militari, postazioni di lancio di missili anticarro e depositi di armi".

10:47

Protesta davanti all'Onu per Gaza che muore di fame: "Inaccettabile"

Centinaia di manifestanti hanno manifestato davanti alla sede delle Nazioni Unite a New York per Gaza dopo gli appelli delle organizzazioni umanitarie che hanno messo in guardia contro l'aumento dei morti per fame, in particolare tra i bambini, nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra. "Stiamo vedendo bambini piccoli, neonati morire di fame a causa di questo assedio, a causa di questo genocidio che va avanti ormai da quasi due anni. È inaccettabile, il mondo si sta lentamente svegliando, il resto del mondo deve svegliarsi.", dice un manifestante, il rabbino David Feldman. 

10:40

Onu: aiuti a Gaza per via aerea costosi e inefficienti

Sebbene il lancio di aiuti per via aerea sulla Striscia di Gaza possa essere utile, le Nazioni Unite affermano che i lanci aerei "sono il modo più costoso e inefficiente" per far arrivare gli aiuti nella zona, definendo la mossa una "distrazione dall'inazione" del governo israeliano. Lo riporta la Bbc riferendo dell'apertura di Israele a questa modalità di aiuto umanitario. Mentre gli allarmi sulla carestia a Gaza si intensificano, anche il Programma Alimentare Mondiale (WFP) delle Nazioni Unite afferma che la crisi alimentare ha raggiunto "nuovi e sorprendenti livelli di disperazione", con quasi un terzo degli abitanti di Gaza "che non mangia da giorni". Secondo l'Onu, questo metodo di distribuzione degli aiuti ha una portata molto più limitata, e al contempo comporta costi maggiori, portando molte organizzazioni internazionali a sostenere che potenziare altri meccanismi più tradizionali sarebbe un modo più efficace per affrontare la crisi umanitaria. 

10:36

Media: una neonata morta di malnutrizione a Gaza

Una neonata è morta venerdì di malnutrizione nella Striscia di Gaza, riporta Al Jazeera, mentre la madre cercava di portarla in un ospedale nel sud di Gaza, scrive la Cnn. La piccola aveva sei mesi ed era affetta da grave malnutrizione: è morta tra le braccia della madre. Si tratta di Zainab Abu Halib, la cui famiglia ha raccontato all'emittente di averla vista morire lentamente ogni giorno, a causa della mancanza di cibo e di cure mediche. Il suo decesso porta a 123 il numero dei palestinesi morti a causa di malnutrizione a Gaza, di cui almeno 84 bambini e neonati. 

"Ho dovuto camminare per più di 30 minuti perché non ci sono mezzi di trasporto... La strada sterrata era lunghissima, faceva caldissimo, ma ho continuato a camminare anche se avevo fame e non avevo acqua. All'improvviso ho sentito che aveva smesso di muoversi e di respirare; il suo corpo era diventato più pesante. Non so più cosa dire. Quanti bambini innocenti come Zeinab devono morire di fame perché il mondo si svegli?", ha detto la madre alla Cnn.

Il dottor Munir al-Boursh, direttore generale del Ministero della Sanità, ha affermato su X che Zeinab "è morta per le complicazioni di una grave malnutrizione. Oltre 260.000 bambini sotto i cinque anni a Gaza soffrono di malnutrizione".

10:36

Media: "Attacchi israeliani a Gaza, 25 morti dall'alba"

Almeno 25 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane a Gaza dall'alba di oggi, tra cui 13 mentre aspettavano gli aiuti umanitari: lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera.

10:21

Hamas: "Sorpresi da Trump. Israele vero ostacolo per pace"

Hamas ha respinto l'accusa del presidente americano Donald Trump di non avere mai voluto la pace. "Siamo sorpresi dalle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Trump e, prima di lui, dell'inviato speciale degli Stati Uniti Witkoff, che contraddicono la valutazione dei mediatori sulla posizione del movimento e non sono coerenti con il corso del processo negoziale, che stava facendo progressi reali", ha dichiarato Izzat al Rishq, membro dell'ufficio politico di Hamas. Al Rishq ha ribadito la volontà del gruppo palestinese, "mostrata fin dall'inizio dei negoziati", di raggiungere "un accordo globale per porre fine all'aggressione a Gaza". Le accuse dovrebbero essere rivolte all'altra parte, ha sottolineato. "Le dichiarazioni americane trascurano il vero ostacolo a tutti gli accordi: il governo Netanyahu, che elude i suoi impegni", ha detto al Rishq. Nella nota, l'esponente di Hamas ha ricordato che l'ultima risposta al testo per un cessate il fuoco di 60 giorni promosso dagli Stati Uniti è stata "positiva e flessibile a tutti i commenti". Si chiede solo che "le sue clausole siano rafforzate", in particolare sul versante umanitario "per garantire un massiccio flusso di aiuti e la loro distribuzione attraverso le Nazioni Unite e le sue agenzie autorizzate, senza interferenze israeliane", ha sottolineato. "Eravamo interessati a ridurre l'estensione delle zone cuscinetto in cui l'occupazione rimarrà per i 60 giorni e a evitare aree densamente popolate per garantire il ritorno della maggior parte della nostra gente alle loro case", ha spiegato ancora.

10:04

Starmer: "Regno Unito pronto a inviare aiuti a Gaza per via aerea"
 

Il Regno Unito è pronto a giocare un ruolo di primo piano nell'invio di aiuti a Gaza per via aerea, come recentemente autorizzato da Israele e il riconoscimento dello Stato di Palestina sarà poi un ulteriore passo, ma deve "essere parte di un piano più ampio che alla fine si traduca in una soluzione a due Stati e in una sicurezza duratura per palestinesi e israeliani". Lo ha affermato il premier britannico Keir Starmer in una intervista al Mirror. "La notizia che Israele permetterà ai Paesi di lanciare aiuti via aerea a Gaza è arrivata troppo tardi, ma faremo tutto il possibile per far arrivare gli aiuti attraverso questa via", ha detto Starmer, descrivendo le immagini provenienti dalla Striscia come "assolutamente orribili".

Tra le proposte, l'accoglienza di un maggior numero di bambini palestinesi nel Regno Unito per cure mediche specialistiche. Il premier ha poi aggiunto che il Regno Unito sta già collaborando con la Giordania per far arrivare gli aiuti britannici sugli aerei e nella Striscia, un sistema che le agenzie umanitarie hanno tuttavia giudicato insufficiente. Nei giorni scorsi un terzo dei parlamentari ha firmato una lettera chiedendo al governo di riconoscere uno Stato palestinese.

Ieri sera le autorità israeliane, pur continuando a sostenere che, sebbene la situazione umanitaria a Gaza sia difficile, non c'è una carestia diffusa, hanno annunciato che avrebbero iniziato a consentire agli Emirati Arabi Uniti e alla Giordania di riprendere i lanci di aiuti umanitari a Gaza. Lo ha fatto sapere il Coordinatore delle Attività Governative di Israele, riportano il Times of Israel, "in un apparente riconoscimento della gravità della situazione". Tuttavia le agenzie per gli aiuti umanitari hanno criticato la mossa, ricordando, fra l'altro, che l'anno scorso, l'esercito statunitense, in coordinamento con Giordania, Egitto e Francia, aveva paracadutato decine di migliaia di pasti nel nord di Gaza, in un caso, nel marzo 2024, uccidendo cinque palestinesi. 

09:41

Media: forze Israele hanno distrutto decine di migliaia di aiuti umanitari

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno distrutto oltre mille camion (in realtà sarebbero 70, secondo le stime dell'agenzia Agi) contenenti decine di migliaia di articoli di aiuti umanitari, tra cui una grande quantità di cibo destinato ai residenti della Striscia di Gaza, dopo che questi erano rimasti per molte settimane dal lato palestinese del valico di Kerem Shalom e si erano deteriorati. Lo riporta l'emittente israeliana "Kan" citando fonti militari, secondo cui ci sarebbe un grave problema nel meccanismo di distribuzione degli aiuti. Secondo le fonti, le Idf avrebbero distrutto cibo, forniture mediche e bottiglie d'acqua: "Abbiamo seppellito tutto nel terreno, e parte delle cose le abbiamo persino bruciate", ha dichiarato una fonte dell'Idf. "Anche oggi ci sono migliaia di pacchi che attendono sotto il sole e, se non verranno trasferiti nella Striscia, saremo costretti a distruggere anche quelli".

La fonte ha sottolineato che "il meccanismo semplicemente non funziona" e ha sostenuto che non è stato pienamente regolamentato. "I camion restano bloccati, il sistema non funziona, c'è un problema con la qualità delle strade e anche il coordinamento non è operativo", ha aggiunto. "Abbiamo qui il più grande magazzino di cereali esistente. Se la merce attualmente stoccata non verrà raccolta, la sgombereremo e la seppelliremo". La stessa fonte ha anche espresso dubbi sulla possibilità di effettuare lanci aerei di aiuti su Gaza: "C'è già stato un tentativo del genere ed è stato un fallimento totale, proprio come il porto che è stato costruito", ha dichiarato. 

09:40

Idf: sirene per razzo da Khan Younis. Nessuna vittima 

In Israele le sirene sono scattate questa mattina nella regione di confine con Gaza per un razzo lanciato dal sud dell'enclave palestinese, senza causare danni né vittime. Lo ha riferito un portavoce dell'Idf dopo l'attivazione delle sirene. "Il razzo è apparentemente caduto in uno spazio aperto, senza vittime", ha dichiarato, precisando che il proiettile è stato lanciato da Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. 

08:15

Meloni: "Controproducente riconoscere ora lo Stato di Palestina"

"L'ho detto varie volte, anche in Parlamento" così come "l'ho detto alla stessa autorità palestinese e l'ho detto anche a Macron: io credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che ci sia uno Stato della Palestina, possa addirittura essere controproducente per l'obiettivo. Se qualcosa che non esiste viene riconosciuto sulla carta, il problema rischia di sembrare risolto quando non lo è", ha affermato la premier Giorgia Meloni in una dichiarazione a Repubblica. "Essendo favorevolissima allo Stato della Palestina non sono favorevole al suo riconoscimento a monte di un processo per la sua costituzione", ha continuato la presidente del Consiglio.

07:31

Programma alimentare mondiale: a Gaza un terzo dei residenti non mangia per interi giorni 

Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp/Pam) ha riferito che nella Striscia di Gaza "un terzo dei residenti trascorre intere giornate senza mangiare". La dichiarazione del Wfp è l'ennesima conferma della drammatica situazione alimentare e umanitaria nell'enclave palestinese. L'agenzia Onu ha affermato, inoltre, che circa 90.000 donne e bambini soffrono di malnutrizione e necessitano di cure immediate, aggiungendo che almeno nove persone sono morte per malnutrizione la scorsa settimana. Queste informazioni sono state diffuse dall'organizzazione, basandosi in parte sui dati del ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, ma considerate attendibili dall'Onu. 

© Riproduzione riservata