- Le modalità con cui Bruxelles ha gestito le strategie di disinformazione russa adottate in territorio Ue, fisicamente e virtualmente, costituisce uno dei temi più delicati, o insuccessi più visibili, con cui l’Ue prima o poi dovrà fare i conti.
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L’invasione russa dell’Ucraina ha scoperchiato con irruenza un fenomeno da anni presente a livello comunitario e ancora più radicato a livello di alcuni stati membri, i cui governi hanno, attraverso determinati orientamenti di politica estera, esposto sé stessi e i propri cittadini a vulnerabilità invisibili e pericolose.
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Come la pandemia, e ancor prima la crisi climatica, ci avrebbero dovuto insegnare, sarebbe preferibile anticipare ed elaborare azioni e strategie graduali e permanenti, invece di ricorrere a importanti decisioni, tuttavia improvvise.
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In una recente analisi sull’invasione russa dell’Ucraina e le sue conseguenze sulle relazioni transatlantiche, gli esperti del think tank Ecfr (European council on foreign relations) Jeremy Shapiro e Majda Ruge hanno esaminato l’attuale valutazione in atto sul concetto di morte, o fine, della sovranità europea, definendo tale considerazione esagerata. La decisione di Putin di invadere l’Ucraina ha rappresentato una grande sorpresa per analisti e commentatori di entrambe le sponde dell’Atlanti



