- Il peso della storia sovietica schiaccia ancora la Repubblica Moldova, stato con una frontiera con l’Ucraina di 1.222 km, interrotta dal segmento della Transnistria, autoproclamata repubblica filorussa.
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Dall’indipendenza ad oggi, la politica di Chișinău ha regolarmente oscillato fra periodi di avvicinamento alla Russia e periodi di apertura occidentale. I rapporti con l’Ucraina si sono progressivamente normalizzati.
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A un anno dall’inizio dell’invasione, il bilancio per la Repubblica Moldova rimane incerto: se da un lato si saluta lo status di paese candidato all’Unione europea, dall’altro emergono gli effetti negativi sull’economia, che hanno indotto a compromessi con la Russia sull’energia. Questo articolo fa parte dell’ultimo numero di SCENARI, la pubblicazione geopolitica di Domani. Lo trovi in edicola oppure in digitale sulla nostra App. Abbonati per leggerlo.
C’era una volta a est dell’Europa un grande spazio di armonia e unione volontaria e pacifica di 15 repubbliche. Almeno così veniva presentata l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss) nei discorsi ufficiali. La dissoluzione rapida degli anni Novanta mise però in luce le fragilità istituzionali e le intricate tensioni interne di questo edificio. A distanza di tre decenni, l’invasione russa dell’Ucraina dimostra che quella pagina di storia rimane socchiusa anche per gli stati no



