A metà settembre le autorità russe hanno arrestato Leonid Pshenichnov, ricercatore di lunga data e collaboratore di diverse commissioni internazionali. Il biologo ucraino, che dopo l’invasione della Crimea ha chiesto e ottenuto la cittadinanza russa, è accusato di danneggiare la Federazione per le sue proposte volte a limitare la pesca industriale del krill e a istituire aree marine protette nell’Antartide
Si può essere arrestati come prigionieri politici per aver studiato in laboratorio dei gamberetti? A quanto pare sì. Ed è successo in Russia. Il 70enne biologo marino ucraino Leonid Pshenichnov, ricercatore di lunga esperienza nelle questioni antartiche e collaboratore di commissioni internazionali, è stato arrestato dalle autorità russe nel territorio della Crimea.
Quando nel 2014 la Russia ha invaso la Crimea, dove viveva, l’uomo ha chiesto e ottenuto la cittadinanza russa. Secondo documenti mostrati dagli avvocati e dalla rappresentanza ucraina, Pshenichnov è accusato di alto tradimento per aver sostenuto proposte, come parte di un team ucraino, volte a limitare la pesca industriale del krill e a istituire aree marine protette nell’Antartide, azioni che, secondo la denuncia russa, avrebbero danneggiato gli interessi economici della Federazione.
L’arresto che, secondo l’ambasciata ucraina in Australia, sarebbe avvenuto «a metà settembre» mentre Pshenichnov si trovava a Kerch (Crimea), ha impedito al ricercatore di partecipare alla riunione annuale della Commission for the Conservation of antarctic marine living resources (Ccamlr), in corso a Hobart (Australia). La questione è emersa pubblicamente nella seconda metà di ottobre 2025, quando la delegazione ucraina ha portato il caso all’attenzione dei partecipanti a Ccamlr.
I media che hanno potuto visionare la documentazione messa a disposizione dai legali di Pshenichnov e dall’ambasciata ucraina riferiscono che il fascicolo russo sostiene che il biologo, presentandosi come consulente scientifico nelle riunioni di Ccamlr a nome dell’Ucraina, avrebbe favorito proposte internazionali di limitazione della pesca del krill.
Nel documento si legge che tali misure avrebbero potuto arrecare «danni economici» alla Russia. Inoltre, il dossier citerebbe persino il rischio di perdita di opportunità legate a idrocarburi nell’area, sollevando interrogativi sulle reali motivazioni geopolitiche dell’arresto, il primo di questo genere in Antartide.
I krill, la biodiversità e la Crimea
Ma perché Pshenichnov voleva proteggere i krill? Il krill antartico (Euphausia superba) è un crostaceo di pochi centimetri che costituisce la spina dorsale della catena alimentare della regione: alimenta balene, pinguini, foche e numerose specie di pesci e uccelli marini.
Svolgono inoltre un ruolo fondamentale nella regolazione del clima grazie alla loro capacità di immagazzinare CO2. Uno studio ha dimostrato che il krill è in grado di rimuovere dall'atmosfera fino a 12 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno.
Tuttavia, la pesca industriale del krill negli ultimi anni è cresciuta rapidamente per farne ingrediente di mangimi, integratori e prodotti per l’acquacoltura; nel 2025 le catture hanno raggiunto livelli che hanno fatto scattare una chiusura precauzionale della pesca in alcune zone, sollevando forti preoccupazioni scientifiche sulla sostenibilità delle pratiche attuali.
L'anno scorso, nell'Antartico sono state pescate circa 500mila tonnellate di krill. La Norvegia ha catturato il 67,2 per cento del totale delle catture di krill nel 2023, seguita dalla Cina con il 17,1 per cento, dalla Corea del Sud con l'8,4 per cento, dal Cile con il 4,4 per cento e dall'Ucraina con il 2,8 per cento.
Per questo Ccamlr (il gruppo di cui fa parte Pshenichnov) e diverse nazioni, hanno discusso proposte che includono la creazione di grandi aree marine protette. Durante la conferenza Onu sugli Oceani, tenutasi a Nizza questo giugno, una coalizione di scienziati e esperti, ma anche attori famosi come Sylvia Earle, hanno chiesto al Ccamlr di proibire la pesca nell’area marina protetta Oceano Meridionale alla pesca del krill, e in generale aumentare gli sforzi. In altre parole, Pshenichnov non aveva neanche iniziato a raggiungere i primi grandi obiettivi di conservazione del krill, che è stato fermato quasi sul nascere.
Il caso fa riflettere su come le pubblicazioni indipendenti sono solo la punta dell’iceberg di tutto ciò che potrebbe fiorire in un mondo senza pressioni geopolitiche.
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