«Tre giorni fa, Vladimir Putin ha ucciso mio marito, Alexej Navalny. Putin ha ucciso il padre dei miei figli, Putin mi ha portato via la cosa che mi era più cara al mondo, la persona più vicina e più amata. Ma Putin ha portato via Navalny anche a voi». Con queste parole, Julia Navalnaya, vedova dell’oppositore politico russo morto giovedì scorso in un carcere siberiano ha fatto ieri il suo debutto politico sui social network, annunciando la sua intenzione di proseguire il lavoro del marito. «Non ho il diritto di arrendermi – ha detto Navalnya in breve video, facendo eco alle parole pronunciate dal marito durante il suo ultimo processo – Continuerò a combattere per il nostro paese e a incoraggiarvi a stare al mio fianco».

I misteri

Nel breve filmato, Navalnaya ha detto di conoscere il motivo che ha spinto Putin a uccidere il marito proprio ora e ha aggiunto che presto diffonderà l’informazione. Nel frattempo, le celebrazioni e le deposizioni di fiori in memoria di Navalny proseguono in tutto il mondo. In Russia, quasi 400 persone sono state arrestate.

Gli investigatori che si occupano del caso hanno annunciato ieri che non consegneranno il corpo di Navalny alla famiglia per almeno altri 14 giorni. In questo periodo, il corpo sarà sottoposto a «un esame chimico». Secondo i collaboratori dell’oppositore, la vera ragione di questa attesa sarebbe cancellare le prove dell’omicidio.

Il Cremlino respinge le accuse di avere avuto a che fare con la morte di Navalny, ma le autorità continuano a mantenere uno stretto riserbo sulle modalità della morte dell’oppositore politico e la sua dinamica. Alla madre di Navalny, arrivata insieme all’avvocato di famiglia nel carcere siberiano nel corso del fine settimana, è stato detto che l’oppositore è stato colto da una «sindrome da morte improvvisa» nel pomeriggio di venerdì, a causa di un maloro che lo avrebbe colpito durante l’ora d’aria.

Secondo le informazioni diffuse dalle autorità carcerarie, Navalny avrebbe perso conoscenza poco dopo le 14 di venerdì e sarebbe morto dopo i tentativi di rianimazione da parte di un team medico arrivo sul posto. Il 14 febbraio, due giorni prima della data ufficiale di morte, Navalny si era collegato in diretta video dal carcere nel corso di un’udienza in tribunale, apparendo sorridente e in buon salute.

Ci sono sempre più dubbi anche sul momento esatto della morte di Navalny, secondo le autorità avvenuta nel pomeriggio del 16 febbraio. La stampa indipendente russa, però, ritiene più probabile che l’episodio si sia verificato il giorno prima. Secondo un detenuto del carcere “Lupo artico” che ha parlato con la versione europea del quotidiano Novaya Gazeta, la sera del 15 febbraio ci sarebbe stato un improvviso irrigidimento delle misure di sicurezza e la mattina di venerdì sarebbe cominciata con un’ispezione a sorpresa delle celle. Indizi che fanno pensare che qualcosa si fosse verificato già la sera precedente.

La first lady dell’opposizione

Navalnaya, 47 anni, economista di formazione, collaborava con il marito fin dall’inizio della sua carriera politica, ma fino agli ultimi anni aveva sempre mantenuto un basso profilo. I due si erano sposati nel 2000, dopo essersi conosciuti due anni prima nel corso di una vacanza in Turchia. Dal matrimonio sono nati due figli, Daria e Zakhar.

Il ruolo di Navalnaya all’interno dell’organizzazione creata dal marito e nei circoli dell’opposizione russa in esilio è cresciuto a partire dal 2020. Dopo l’avvelenamento subito da Navalny mentre si trovava in Russia, i giornali hanno iniziato a chiamarla “first lady” dell’opposizione o “Tsikhanouskaya russa”, dal nome della leader dell’opposizione bielorussa.

«Aleksej mi ha detto di non avere paura – aveva detto Navalnaya dopo l’arresto del marito, avvenuto poco tempo dopo – Io non ho paura e non dovreste averla nemmeno voi». Nel gennaio del 2021, Navalnaya era tornata a sua volta in russa, per protestare contro l’arresto del marito. È stata arrestata, ma rilasciata dopo poche ore. «Navalnaya è pronta a proseguire le battaglie di Aleksej, se questi dovesse cadere», avevano detto all’Economist amici della famiglia nel 2021.

In questi giorni Navalnay si trova a Bruxelles, dove ha incontrato numerosi leader dell’Unione europee, dal presidente del Consiglio Charles Michel al capo della diplomazia, Jospep Borrell. Dopo l’incontro, Borrell ha annunciato che il regime di sanzioni europee per le violazioni dei diritti umani sarà battezzato con il nome di Navalny.

Il caso intanto continua a suscitare reazioni internazionali. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che aveva già attribuito la responsabilità della morte al suo omologo russo, ha detto che la Casa Bianca sta considerando nuove sanzioni. Anche il favorito alle primarie del partito Repubblicano, Donald Trump, ha pubblicato il suo primo commento sul caso. Trump ha scritto che l’episodio gli ricorda la «persecuzione» giudiziaria di cui ritiene di essere oggetto negli Stati Uniti. Nel suo messaggio non ha nominato Putin, né il ruolo di Navalny.

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