Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, è tornato a parlare dei rapporti del Cremlino con la Casa Bianca e della guerra in Ucraina in un’intervista rilasciata all’agenzia Ria Novosti. Lavrov ha attaccato duramente l’ipotesi della Coalizione dei Volenterosi di voler usare gli asset russi per la ricostruzione dell’Ucraina e finanziare il riarmo.

«Il cinismo con cui la Commissione Europea interpreta la Carta dell'Onu e altre norme giuridiche internazionali, comprese le disposizioni sull'immunità sovrana e l'inviolabilità degli asset delle banche centrali, ha smesso da tempo di sorprendere. Tali azioni costituiscono un vero e proprio inganno e una rapina», ha detto Lavrov. «Non importa come sia orchestrato il piano per estorcere denaro ai russi, non esiste un modo legale per farlo» e «la Russia risponderà in modo appropriato» e «nel rispetto del principio di reciprocità, degli interessi nazionali e della necessità di risarcire i danni causati».

«La confisca delle nostre riserve auree e valutarie non salverà i protetti di Kiev dell''Europa unità - ha aggiunto il ministro russo -. È chiaro che il regime non sarà in grado di ripagare alcun debito e non ripagherà mai i suoi prestiti. Considerando ciò non tutti nell'Unione Europea sono disposti ad adottare ciecamente tali misure, che comportano anche gravi rischi per la reputazione dell'eurozona come polo economico».

Anchorage

Il capo della diplomazia russa ha anche discusso del rapporto con l’amministrazione Trump e si è detto disponibile a incontrare il segretario di Stato Marco Rubio. «Rubio e io comprendiamo la necessità di una comunicazione regolare - ha affermato - È importante per discutere la questione ucraina e promuovere l'agenda bilaterale. Per questo comunichiamo telefonicamente e siamo pronti a tenere incontri di persona quando necessario».

«Stiamo ora aspettando la conferma dagli Stati Uniti che gli accordi di Anchorage restino in vigore», ha aggiunto Lavrov, spiegando che l'intesa raggiunta in estate durante l'incontro tra i presidenti Vladimir Putin e Donald Trump «rappresenta un compromesso». In questa prospettiva, Mosca mantiene una posizione ferma su questioni fondamentali, tra cui l'integrità territoriale della Russia, ha aggiunto il ministro.

«Gli americani lo capiscono. Nessuno mette in discussione l'integrità territoriale della Russia e la scelta degli abitanti di Crimea, Donbass e Novorossija, che hanno preso decisioni determinanti per riunirsi alla loro patria storica nei referendum del 2014 e del 2022», ha spiegato Lavrov. Ciò nonostante la comunità internazionale considera il voto dei referendum come una farsa.

Nel corso del vertice in Alaska, «gli Stati Uniti ci hanno assicurato che sarebbero stati in grado di garantire» che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «non avrebbe ostacolato la pace».

A quanto pare, tuttavia «sono emersi alcuni problemi a questo proposito. Inoltre, per quanto ne sappiamo, Bruxelles e Londra stanno cercando di convincere Washington ad abbandonare la sua intenzione di risolvere la crisi con mezzi politici e diplomatici e a impegnarsi pienamente negli sforzi per esercitare pressione militare sulla Russia, ovvero a entrare definitivamente a far parte del “partito della guerra”».

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