La seconda visita in una settimana di Giorgia Meloni in Tunisia si conclude con una dichiarazione congiunta con il presidente tunisio Kais Saied e gli altri componenti della delegazione: la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen e dal primo ministro olandese Mark Rutte. L’Unione europea si impegna a investire cento milioni di euro per aiutare la Tunisia a fermare le partenze dei migranti e promette altri 800 milioni di euro per aiutare il paese ad uscire dalla sua difficile situazione economica. L’accordo, però, è soltanto un preliminare e Meloni dice di sperare di arrivare a siglare un memorandum complessivo entro giugno, così da portarlo al prossimo Consiglio Ue per l’approvazione.

Trattative difficili

La visita sembra essere stata moderatamente soddisfacente per la delegazione italo-europea. L’obiettivo era persuadere il presidente tunisino Kais Saied a bloccare le partenze di migranti verso l’Italia, quadruplicate nei primi mesi del 2023 rispetto agli anni precedenti. In cambio, Meloni e l’Unione europea offrivano aiuti e la promessa di intercedere con il Fondo monetario internazionale per sbloccare un prestito da 1,9 miliardi che ritarderebbe quella che sembra l’imminente bancarotta del paese.

Ma Saied è un osso duro. Il leader 65enne ha da poco consolidato il suo potere con una riforma della costituzione che lo trasforma in tutto e per tutto in un leader autoritario. Di accettare il prestito del Fmi per ora non ne vuole sapere. Tra le condizioni ci sono il taglio di una serie di sussidi alla popolazione che se eliminati costituirebbero un grosso pericolo per la stabilità del suo regime.

Anche sui migranti, Saied non sembra intenzionato a venire incontro alle richieste italiane ed europee, almeno non senza trattare. «Non possiamo svolgere il ruolo di guardiani delle frontiere per altri paesi», aveva detto ieri durante una visita alla città di Sfax, meno di 24 ore prima di accogliere Meloni nel suo palazzo presidenziale di Cartagine.

Con l’estate in arrivo e gli sbarchi di migranti destinati ad aumentare, Meloni ritiene di aver bisogno di un accordo con la Tunisia, affinché il paese svolga il ruolo che Libia e Turchia hanno sulle altre principali rotte migratorie: fermare chi vuole partire, con le buone o le cattive, in cambio del denaro degli europei. Ma riuscirà ad offrire un prezzo abbastanza altro per convincere Saied?
 

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