«Grande popolo della grande ucraina», ha esordito il presidente Volodymyr Zelensky nel suo video messaggio in ricordo del primo anniversario dell’invasione: «Non siamo stati sconfitti!». Un anno dopo l’inizio dell’attacco lanciato da Vladimir Putin lo scorso 24 febbraio, il governo ucraino e i suoi alleati celebrano l’inaspettata resistenza con discorsi e cerimonie.

Il Cremlino, invece, ha fatto calare una coltre di silenzio sulla ricorrenza. Mentre la tanto attesa offensiva non produce risultati significativi, la televisione di stato ha evitato ogni menzione dell’anniversario e il governo non ha previsto alcuna cerimonia ufficiale.

Parole e atti

L’anniversario dell’invasione è stato celebrato in centinaia di eventi in Ucraina e nel resto del mondo: da Bucha, dove un anno fa centinaia di civili sono stati torturati e uccisi, a Napoli, dove ha sede la più grande comunità ucraina d’Italia, passando per tutte le principali capitali europee. A Berlino e in altre città carri armati russi distrutti in Ucraina sono stati installati di fronte alle ambasciate russe.

Zelensky ha iniziato la giornata con un video messaggio diretto ai suoi concittadini. Nel primo pomeriggio ha distribuito decorazioni a un gruppo di soldati in una piazza di Kiev durante una trasmissione trasmessa in diretta dalla televisione nazionale e ha proseguito la giornata incontrando il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. Durante l’incontro, Morawiecki ha detto che i primi quattro carri armati Leopard 2 di fabbricazione tedesca sono già stati consegnati all’Ucraina.

Zelensky ha concluso la giornata con una conferenza stampa e poi rivolgendosi in videoconferenza ai leader del G7. Il suo ministro degli Esteri, Dymitro Kuleba, si è rivolto all’Assemblea generale dell’Onu, che ieri notte ha approvato una risoluzione preparata dall’Ucraina e dai suoi alleati per chiedere il ritiro delle truppe russe e la fine delle ostilità.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si è congratulato con gIi ucraini, seguito da tutti i principali membri della sua amministrazione. «Le bombe sono iniziate a cadere un anno fa, ma oggi l’Ucraina è ancora un paese indipendente e libero», ha detto Biden. La Casa Bianca ha approfittato della ricorrenza per annunciare sanzioni nei confronti di 200 nuovi individui e società vicine al regime di Putin e la fornitura di due miliardi di dollari in droni e materiale anti droni destinata all’Ucraina.

In un video, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto che la fine della guerra è nelle mani del presidente russo: «Prima Putin ammetterà che il suo obiettivi imperialistici non saranno raggiunto, più possibilità ci saranno per la guerra di finire». Il presidente francese Emmanuel Macron, che si trova in viaggio per la Cina, ha twittato: «Popolo dell’Ucraina, la Francia è dalla vostra parte».

Silenzio russo

Dall’altro lato del fronte, invece, non si è svolta nessuna celebrazione. Nessun evento ufficiale è previsto nell’agenda del Cremlino e il presidente Putin non ha fatto alcun accenno all’anniversario dell’invasione. Anche la televisione di stato non ha ricordato l’anniversario.

Tra i pochissimi a citare la ricorrenza pubblicamente c’è l’ex presidente russo Dmitri Medvedev, da diverso tempo relegato al ruolo di seconda o terza fila del regime. Sul suo seguito canale Telegram, dove è solito pubblicare minacce fantasiose o bizzarre teorie del complotto, Medvedev ha scritto che la pace è vicina, ma che sarà raggiunta solo quando la «minaccia» alla Russia sarà respinta «fino ai confini della Polonia, se sarà necessario».

Il sito indipendente Meduza riferisce che decine di altari spontanei sono comparsi in varie parti della Russia per commemorare le vittime del conflitto. Spesso, fiori, candele e altri oggetti vengono lasciati di fronte a monumenti associati all’Ucraina. Questi luoghi sono in genere sorvegliati dalla polizia, che arresta immediatamente chiunque si avvicina. Secondo Meduza, sono almeno 20 le persone arrestate soltanto oggi.

Nel resto del mondo, gruppi dell’opposizione russa hanno annunciato manifestazioni contro la guerra in 44 paesi. Le manifestazioni dovrebbero durare per tre giorni, da venerdì fino a domenica.

La guerra non si ferma

Nonostante i timori di un grande assalto via terra o di una nuova offensiva aerea in coincidenza con l’anniversario del conflitto, la situazione sul fronte appare normale nel pomeriggio di venerdì. Le forze armate ucraine riferiscono di un centinaio di assalti via terra e altrettanti bombardamenti lungo tutta la linea del fronte, che corre dall’oblast di Kharkiv a nord fino alla parte più occidentale della regione di Donetsk.

Gli attacchi fanno parte della nuova offensiva lanciata dall’esercito russo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio e che, fino ad ora, non ha prodotto significativi risultati. Nel pomeriggio un allarme aereo è scattato su gran parte dell’Ucraina, ma nessun drone o missile è stato avvistato. 

L’attenzione comunque rimane alta. Gli ucraini sostengono di aver individuato truppe russe con uniformi ucraine che si appresterebbero a fingere un attacco contro la Bielorussia, alleata di Mosca ma ancora restia a entrare in conflitto aperto con l’Ucraina. Sempre secondo gli ucraini, i servizi di telefonia mobile sarebbero stati sospesi nelle regioni occupate del Donbass, un modo prt evitare che la popolazione locale possa riferire gli spostamenti di truppe e che in passato ha preceduto grandi offensive e altre manovre importanti.

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