Il cuore della tregua tra Hamas e Israele è il rilascio degli ostaggi e la consegna dei corpi di quelli che in questi due anni sono morti. Tel Aviv prevede che i 20 prigionieri ancora in vita saranno liberati tra domenica e lunedì. Ci sono altre 28 persone rapite il 7 ottobre 2023 che però si ritiene siano decedute.

Durante l’attacco di due anni fa da parte dei terroristi di Hamas, sono morte circa 1200 persone e in totale sono stati presi 250 ostaggi. Di questi, 202 sono sicuramente morti. Uno dei siti più colpiti dall’attentato di Hamas è stato il festival musicale Nova nel deserto del Negev, così come il kibbutz Nir Oz e il kibbutz Kfar Aza. L’attacco ha scatenato poi l’offensiva israeliana che ad oggi ha provocato 67.000 morti. 

Chi sono i 20 ostaggi vivi

Entro il fine settimana si attende il rilascio dei 20 ostaggi che si ritiene essere ancora in vita dopo alcuni messaggi o video degli ultimi mesi che li riprendono in salute. Ci sono alcuni soldati come Matan Angrest: 22 anni e Nimrod Cohen, 20 anni. Insieme a loro sono, molti altri sono stati rapiti durante il Festival Nova, attaccato dai terroristi di Hamas. Elkana Bohbot, 36 anni; Rom Braslavki, 21 anni, che alla festa faceva la guardia di sicurezza; Evvatar David, 24 anni e il coetaneo Guy Gilboa-Dalal, due amici rapiti insieme e pare abbiano condiviso anche la prigionia; Maxim Herkin, 37 anni, di origine ucraina e fuggito dal Donbas per l’invasione russa; Segev Kalfon, 27 anni; Bar Kupershtein, 23 anni, del servizio di sicurezza del Festival come Eitan Mori, 25 anni; Yosef-Chaim Ohana,24 anni e Alon Ohel, 24 anni. Nelle mani di Hamas in questo momento poi ci sono anche Gali Berman, 27 anni; Ziv Berman, 27 anni; Ariel Cunio, 28 anni; David Cunio, 35 anni; Eitan Horn, 38 anni; Omri Miran, 48 anni; Avinatan Or, 32 anni e Matan Zangauker, 25 anni.

I 28 presunti morti

Itay Chen, 19 anni (cittadino americano); Inbar Hayman, 27 (unica donna che non è stata ancora rilasciata e di cui si teme che il corpo sia andato disperso); Arie Zalmanowicz 85; Lior Rudaeff, 61; Eliyahu Margalit, 75; Meny Godard, 73; Amiram Cooper, 85; Tamir Adar, 38; Muhammad Al-Atarash, 39, (arabo-israeliano morto mentre cercava di difendere la patria dagli attacchi di Hamas); Sahar Baruch, 24; Uriel Baruch, 35; Ronen Engel, 54; Ran Gvili, 24; Tal Haimi, 41; Guy Illouz, 26; Eitan Levi, 52; Joshua Loitu Mollel, 21 (cittadino tanzano); Omer Neutra, 21 (cittadino americano); Dror Or, 48; Daniel Oz, 19; Daniel Peretz, 22; Yossi Sharabi, 53; Asaf Hamami, 41; Sonthaya Oakkharasri (cittadino tailandese); Sudthisak Rinthalak (cittadino tailandese), Bipin Joshi (cittadino nepalese). Si aggiungo i corpi di Hadar Goldin e Oron Shaul, rapiti nell’operazione “margine di protezione” del 2014.

Famiglie in piazza

Dopo aver appreso la notizia una grande folla di persone si è riversata in piazza degli ostaggi a Tel Aviv in attesa della firma dell'accordo di pace a Sharm el Sheik. I leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid e Benny Gantz hanno raggiunto le famiglie dei rapiti riunite in strada per sostenerle.

Si rischia comunque lo scontro

Secondo Channel 12, emittente televisiva israeliana, se Hamas non dovesse riuscire a recuperare i corpi degli ostaggi morti, entrerebbe in campo una forza multinazionale istituita dal Coordinatore per i prigionieri che opererà nella Striscia di Gaza per recuperare le salme i cui luoghi di sepoltura sono noti all'Idf. La task force sarà composta da Qatar, Egitto, Stati Uniti e Israele e opererà all'interno della Striscia.

A gettare le basi per un proseguimento dello scontro però ci pensa il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich, con alcune dichiarazioni incendiarie. «Subito dopo il ritorno degli ostaggi, lo stato di Israele riprenderà a impegnarsi con tutte le sue forze per la vera eradicazione di Hamas e il vero disarmo di Gaza, in modo che non rappresenti più una minaccia per Israele», ha dichiarato in un post su X, dopo aver annunciato che nella riunione di governo voterà contro il piano di tregua su Gaza raggiunto nella notte.

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