L’esercito ucraino ha riconquistato nuovi territori nell’oblast di Kherson, la regione dell’Ucraina meridionale recentemente annessa dalla Russia dopo un referendum illegale. Le autorità russe di Kherson hanno confermato l’avanzata pur precisando che gli ucraini hanno subìto molte perdite e che le truppe russe si sono ritirate dietro una nuova linea difensiva. La nuova avanzata arriva dopo una lunga serie di vittorie ottenute dall’Ucraina a nord, nella regione di Kharkiv.

Fonti russe e ucraine sono concordi su quello che è avvenuto a Kherson: negli ultimi giorni un attacco ucraino lungo le rive settentrionali del fiume Dnipro ha fatto breccia nel fronte russo. Gli ucraini sono riusciti ad avanzare di circa 30 chilometri fino ad occupare la cittadina di Dudchany, sulle rive del fiume, circa 70 chilometri a nord di Kherson.

Gli ucraini, che hanno condotto l’attacco con carri armati e mezzi blindati, hanno sfruttato la loro superiorità numerica e di equipaggiamenti, scrivono i russi, e hanno subìto circa 130 perdite tra morti e feriti (cifra non confermata dagli ucraini).

La controffensiva

L’attacco sul fronte di Kherson è iniziato da oltre un mese. La controffensiva ucraina era annunciata da tempo e i russi hanno avuto il tempo di rinforzare le loro linee. Secondo gli esperti, le difese della regione sono le più elaborate, a parte quelle nelle aree del Donbass dove si combatte dal 2014.

Il concentramento di forze russe a Kherson è in parte responsabile dell’avanzata ucraina a Kharkiv. Nella regione meridionale, infatti, sono schierate le migliori unità dell’esercito russo, oltre a buona parte della sua artiglieria.Le posizioni russe intorno a Kherson restano comunque precarie. I ponti su fiume Dnipro, che collegano Kherson con il resto dei territori controllati dalla Russia, vengono spesso bombardati dagli ucraini, mettendo a rischio rifornimenti e linee di comunicazione.

Secondo gli osservatori, come gli esperti dell’Institute for the study of war, l’obiettivo degli ucraini non è affrontare direttamente le truppe russe e sconfiggerle in campo aperto, ma metterle in crescente difficoltà, fino a rendere la loro posizione intenibile e costringerle a un’evacuazione della riva nord del fiume senza subire troppe perdite. Gli attacchi ucraini sul fronte sud e su quello nord hanno messo in grave imbarazzo il Cremlino, poiché hanno portato alla riconquista di territori recentemente dichiarati parte della Federazione russa. In risposta a una domanda diretta su questo tema, il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, ha risposto lunedì alla stampa dicendo che, in realtà, i confini dei territori annessi non sono stati ancora perfettamente delimitati.

La minaccia nucleare

Nel frattempo rimangono senza conferme le ipotesi di mobilitazione nucleare russa fatte negli ultimi giorni da diversi media. Il quotidiano britannico Time, ad esempio, ha parlato di un treno carico di armi atomiche in viaggio verso l’Ucraina, mentre La Repubblica ha scritto di un sottomarino pronto a testare un siluro nucleare di nuovo tipo.

Il Cremlino ha smentito queste ricostruzioni e non sono arrivate conferme né dagli Stati Uniti né dalla Nato. Con le crescenti difficoltà dell’esercito russo in Ucraina, destinate probabilmente a peggiorare nel breve termine, numerosi esperti ed analisti avvertono che la possibilità che la Russia decida di usare un piccolo ordigno nucleare non sono più pari a zero. Per il momento, però, mancano i segnali concreti di questa attività. La scorsa settimana, il segretario di Stato Anthony Blinken aveva detto che gli Stati Uniti non hanno ricevuto alcun segnale di imminente mobilitazione dell’arsenale russo.

Se il Cremlino dovesse decidere davvero di impiegare una delle sue armi atomiche, si tratterebbe con ogni probabilità di un piccolo ordigno della categoria definita “tattica” e probabilmente sarebbe impegnato in un’azione dimostrativa. La piccola e disabitata Isola dei Serpenti a largo di Odessa è stata indicata da molti come un possibile obiettivo.

© Riproduzione riservata