Il portavoce di Vladimir Putin, Dimitry Peskov, ha ammesso oggi che i confini dei territori ucraini annessi alla Federazione russa dopo i referendum illegali non sono stati ancora determinati. In particolare, a chi gli domandava dove si trovano i confini delle regione di Kherson e Zaporizhzhia, dove i combattimenti sono più intensi, Peskov ha risposto «continueremo a consultarci con la loro popolazione su questo, tutto dipenderà dalla loro volontà».

L’ambigua risposta del Cremlino è dovuta al fatto che in queste regioni l’esercito ucraino continua a riconquistare villaggi e cittadine, liberando territori che teoricamente ora fanno parte della Federazione russa. Proprio ieri è arrivata la notizia di una nuova avanzata ucraina sul fronte di Kherson, mentre alcuni villaggi sono stati liberati nella regione di Lugansk, una delle quattro illegalmente annesse alla Russia.

La decisione di annettere le regioni occupate è considerata dagli esperti una mossa per solidificare le nuove conquiste. Proclamando le regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia parte della Federazione russa e promettendo allo stesso tempo di difendere l’integrità territoriale del paese con ogni mezzo a disposizione, comprese le armi nucleari, Putin e il suo entourage puntavano a scoraggiare ogni tentativo di riconquista.

Ma la decisione, presa nel mezzo della vittoriosa controffensiva ucraina, non ha impedito la liberazione di nuovi territori in almeno due delle regioni appena annesse. Ora il Cremlino si trova in una situazione complicata: o lanciare un’immediata escalation oppure minimizzare la perdita di territorio, almeno per il momento. Le dichiarazioni di Peskov indicano che per il momento il Cremlino non è ancora disposto ad ammettere la realtà.

Nuova condanna ai referendum

Nel frattempo, in Italia, il ministero degli Esteri ha espresso la sua condanna formale per i referendum illegali che hanno portato all’annessione delle quattro regioni ucraine. La condanna è stata presentata all’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, convocato questa mattina al ministero anche per rispondere sull’interruzione completa delle forniture di gas russo che si è verifica nel fine settimana.

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