Terzo giorno di manovre militari cinesi intorno all’isola di Taiwan, decise in rappresaglia alla visita della speaker della camera americana Nancy Pelosi, considerata da Pechino una grave provocazione.

Le esercitazioni di oggi, dice il governo di Taiwan, hanno visto coinvolti numerosi navi e aerei, alcuni dei quali hanno superato la linea mediana che divide informalmente in due lo stretto di Taiwan e hanno simulato manovre d’attacco contro l’isola. In risposta, le forze aeree e missilistiche dell’isola sono state messe in allerta.

Nei giorni scorsi, la Cina aveva chiesto a navi ed aerei civili di evitare sei aree di cielo e mare intorno all’isola. Decine di cargo e aerei hanno dovuto cambiare rotta o cancellare i loro viaggi. Il governo di Taiwan dice che di fatto si tratta di un blocco navale. Ieri, l’esercito cinese ha lanciato una serie di missili in alcune di queste aree, alcuni dei quali hanno sorvolato l’isola di Taiwn.

La visita di Pelosi

La speaker Pelosi era atterrata nell’isola mercoledì per un controverso viaggio che ha causato un forte aumento delle tensioni tra Stati Uniti, Taiwan e Cina. Formalmente gli Stati Uniti adottano la cosiddetta pratica della “unica Cina”: riconoscere diplomaticamente solo la Repubblica popolare cinese con capitale Pechino, intrattenendo solo rapporti informali con Taiwan.

In pratica, però, gli Stati Uniti sostengono l’indipendenza di Taiwan dalla Cina in varie forme, tra cui la vendita di armi per l’autodifesa. Pelosi appoggia da lungo tempo la politica dell’isola ed è il più importante politico americano a visitare l’isola in anni recenti.

Al suo arrivo nell’isola Pelosi era stata accolta da numerosi politici taiwanesi, manifestanti in suo sostegno e contestatori venuti per accusarla di aver organizzato un viaggio provocatorio.

Nel suo incontro con la presidente Tsai Ing-wen, trasmesso in diretta, Pelosi ha definito l’isola «una fonte di ispirazione per tutti i popoli che amano la libertà. Il mondo – ha aggiunto – deve far una scelta tra democrazia e autocrazie. La decisione dell’America di proteggere la democrazia qui a Taiwan è granitica».

Oltre alle aggressivie manovre militari, la Cina ha varato sanzioni contro la speaker della Camera dei rappresentanti e i suoi familiari più stretti e decretato la sospensione della cooperazione con gli Stati Uniti sui cambiamenti climatici, sull’immigrazione illegale, sull’assistenza giudiziaria, e sulla lotta al narcotraffico.

© Riproduzione riservata