Finito l’atteso incontro in Scozia tra la presidente della Commissione europea e l’inquilino della Casa Bianca: «È l’accordo più grande che sia mai stato realizzato. L’Europa deve aprire suoi mercati». Il tycoon su Gaza: «Israele dovrà decidersi sull’accordo con Hamas»
Gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno raggiunto un accordo commerciale che prevede il 15 per cento dei dazi sui prodotti europei. Lo ha dichiarato il presidente americano, Donald Trump, secondo cui si tratta «della più grande intesa mai raggiunta». L'accordo prevede - sempre secondo il presidente americano - anche l'acquisto di armi americane da parte degli europei.
L’intesa è arrivata durante l’atteso incontro tra Trump e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Turnberry, in un resort di golf di proprietà del presidente americano in Scozia. L’ultima puntata della telenovela dei dazi era di metà luglio, con la lettera inviata dal tycoon in cui si parlava di tariffe al 30 per cento a partire dal 1° agosto.
Dopo il vertice, Trump ha aggiunto che «su acciaio e alluminio non cambierà nulla, è una questione che non sarà modificata». «Credo che tutti i paesi Ue possano essere soddisfatti, l’accordo porterà molta unità e amicizia. Andrà tutto benissimo», ha concluso.
«Desidero ringraziare personalmente il presidente Trump per il suo impegno personale e la sua leadership nel raggiungere questa svolta. È un negoziatore tenace, ma è anche uno che fa accordi»: questa invece la dichiarazione di von der Leyen. «Desidero ringraziare il commissario Maros Sefcovic e il suo team per il loro instancabile lavoro e la loro abile guida. Hanno svolto la maggior parte del lavoro più impegnativo», ha aggiunto.
Le parole prima dell’incontro
Prima del vertice, in un punto stampa con i giornalisti, Trump ha parlato di «50 per cento di possibilità» di concludere l’accordo: «La scadenza del primo agosto vale per tutti. Abbiamo avuto un ottimo rapporto con l’Ue nel corso degli anni, ma è stata una transazione molto unilaterale, molto ingiusta nei confronti degli Stati Uniti, e credo che entrambe le parti vogliano vedere equità, ma è stata un'intesa molto, molto unilaterale, cosa che non dovrebbe essere. Quindi siamo qui con il suo brillante staff e speriamo di risolvere alcuni problemi. Ci sono ancora tre quattro punti da discutere, ma si tratta di equità».
Poi, la precisazione: «Non ho intenzione di abbassare i dazi oltre il 15 per cento». E la conferma che il settore farmaceutico non farà parte dell'eventuale accordo: «Fondamentalmente i prodotti farmaceutici non ne faranno parte, perchè dobbiamo produrli negli Stati Uniti. Non possiamo trovarci in una posizione in cui dobbiamo dipendere da altri paesi», ha detto il presidente americano.
Su von der Leyen, il tycoon si è detto «onorato» di averla come ospite, visot che «ha fatto davvero un lavoro straordinario per loro, non per noi, ma ha fatto un ottimo lavoro ed è molto rispettata anche da noi. Non vediamo l'ora di parlare per vedere se possiamo fare qualcosa».
Dal canto suo, anche la presidente della Commissione Ue ha parlato di «50 per cento di possibilità di chiudere l’accordo» e ha fatto notare che «insieme siamo le due maggiori economie del mondo. Se si guarda al volume degli scambi, è il più grande a livello globale, con 1,7 trilioni di dollari in due. E se si guarda ai nostri mercati, è un mercato enorme, 800 milioni di persone, se si considerano gli Stati Uniti e l'Unione europea. Quindi attendo con ansia le discussioni che avremo ora».
«Il nostro staff – ha continuato – ha fatto parte del lavoro più pesante, ma ora tocca a noi, e lei è noto per essere un negoziatore duro, un negoziatore leale e onesto. Se ci sarà accordo sarà il più importante mai concluso per noi».
«Israele decida su Gaza»
Durante il punto stampa è stato affrontato anche il tema della carestia e dei negoziati in stallo su Gaza: «Abbiamo dato 60 milioni di dollari a Gaza per aiuti alimentari due settimane fa e nessuno lo ha riconosciuto. Qualcuno dovrebbe ringraziare ma nessuno ci ha ringraziato, nessuno dei paesi europei lo ha fatto», ha detto Trump.
Poi, una chiosa su Israele: «Dovrà decidersi sull’accordo con Hamas» riguardo alla liberazione degli ostaggi e a un cessate il fuoco nella Striscia. «Ci sono circa venti persone vive, più o meno, e molti corpi. E i genitori vogliono quei corpi tanto quanto vorrebbero il proprio figlio se fosse ancora vivo. Io ho detto: quando il numero sarà ridotto a una certa soglia, non si potrà fare un accordo con Hamas, perché una volta restituiti, loro sentiranno che sarà la fine per loro. E quello che ho detto si è avverato: l'altro giorno hanno avuto una discussione di routine e improvvisamente si sono irrigiditi, non vogliono più restituirli. E quindi Israele dovrà prendere una decisione. Io so cosa farei, ma non penso sia appropriato dirlo. Ma Israele dovrà prendere una decisione», ha concluso Trump.
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